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Redazione
"Ci chiediamo se tutte le componenti politico/sindacali, tutt'oggi ancora silenti, che hanno, con segretezza e sospettosa fretta, decretato e appoggiato la convenzione/privatizzazione dell' ARES118 a favore della Croce Rossa , abbiano letto alcuni passaggi sul decreto di riordino/privatizzazione CRI, se si, come fanno ad essere certi sulla stabilizzazione dei precari( ex Ares,ex CRI,ex privati)? Quali sono le garanzie per i dipendenti ARES118 ? Dov'è la garanzia di un servizio, ARES 118,di natura pubblica? – dichiara in una nota Vittorio Iannotta Segreteria FSI ARES 118 che prosegue – A sostegno di quanto scritto riportiamo alcuni passaggi del decreto: Nel dettaglio, il riordino della Croce Rossa risponde a quattro finalità: anzitutto, la “valorizzazione dell’attività dei volontari” e la necessità di un assetto “più corrispondente ai principi di autonomia e indipendenza del Movimento istituzionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa”; poi il “completamento del risanamento della gestione” e la “riduzione nel tempo del contributo pubblico alla Croce Rossa Italiana da attuarsi unitamente al ricollocamento di personale in esubero presso altre pubbliche amministrazioni e alla crescita del finanziamento privato”. Per arrivare a questi risultati, il governo prevede tre fasi, nella prima delle quali, da attuare entro il 31 dicembre 2013, è prevista la fine del commissariamento e l’avvento un ordinamento democratico provvisorio (con un nuovo statuto votato in assemblea straordinaria). Nella seconda fase, che parte con il 2014, si prevede la costituzione di una “nuova associazione privata di interesse pubblico” (sarà formalmente un’associazione di promozione sociale) alla quale saranno trasferiti tutti i compiti svolti prevalentemente da volontari (soccorso, attività umanitarie e di protezione civile, sociali, formative, ecc.). L’associazione potrà, come ogni altro soggetto privato, stipulare convenzioni e accedere ai fondi per il volontariato, per la protezione civile e la cooperazione internazionale, come pure al “cinque per mille”. Parallelamente a questi passi, l’Ente Croce Rossa cambierà denominazione e manterrà solamente “funzioni di supporto tecnico-logistico dell’attività dell’associazione”, operando come intestatario di beni e personale, a disposizione temporaneamente e a titolo gratuito per l’associazione. E’ durante questa fase che il nuovo ente sarà chiamato a ripianare i debiti e a ricollocare il personale in eccedenza, ad eccezione di quello assunto con contratti di diritto privato dall’associazione. Il ripiano dell’indebitamento sarà realizzato “dismettendo beni non necessari, accantonandone altri per il ripiano di possibili debiti connessi a procedure giurisdizionali in corso, trasferendo all’associazione i beni modali funzionali all’associazione, mettendo a reddito altri beni, rinunciando a donazioni non funzionali alla Croce Rossa”. La terza e ultima fase, infine, prenderà il via a partire dal gennaio 2017: l’ente viene soppresso e messo in liquidazione, mentre all’associazione sono trasferite tutte le funzioni attualmente esercitate dalla Cri “ente pubblico”. Il decreto prevede che la liquidazione si prolungherà poi per il tempo necessario per il trattamento di personale ancora eccedente. L’intero processo di riordino, come detto, non comporterà “nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. C'è sempre una spiegazione a tutto… ce la daranno?" Conclude Iannotta.
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