Cronaca
Verona, all’Arena di pace oltre 10mila persone per Papa Francesco
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7 mesi faon
Papa Francesco all’Arena di Verona, per l’evento “Arena di pace”, è stato salutato con applausi da oltre 10mila persone.
L’arrivo del Pontefice ha “interrotto” il discorso che stava svolgendo sul palco don Luigi Ciotti, incentrato sul no alla guerra e alle armi. “E’ vietato illudersi, vietato arrendersi. Se tutto dice guerra, le scelte individuali di pace restano possibili e indispensabili” ha detto don Luigi Ciotti.
Papa Francesco, durante l’incontro, ha abbracciato l’israeliano Maoz Inon, al quale sono stati uccisi i genitori da Hamas il 7 ottobre, e il palestinese Aziz Sarah, al quale l’esercito israeliano ha ucciso il fratello, ora amici e collaboratori, applauditi all’Arena con una standing ovation. “Credo non ci sia bisogno di dire niente” ha commentato il Papa.
Papa Francesco è arrivato in auto all’Arena di Verona per presiedere l’incontro “Arena di Pace – Giustizia e Pace si baceranno”. Nel corso dell’evento il Pontefice risponde ad alcune domande sul tema, poste da operatori e associazioni.
“La cultura fortemente marcata dall’individualismo rischia sempre di far sparire la dimensione della comunità, dei legami vitali che ci sostengono e ci fanno avanzare. E questa in termini politici è la radice delle dittature. E inevitabilmente produce delle conseguenze anche sul modo in cui si intende l’autorità. Chi ricopre un ruolo di responsabilità in un’istituzione politica, oppure in un’impresa o in una realtà di impegno sociale, rischia di sentirsi investito del compito di salvare gli altri come se fosse un eroe. Questo avvelena l’autorità. E questa è una delle cause della solitudine che tante persone in posizione di responsabilità confessano di sperimentare, come pure una delle ragioni per cui siamo testimoni di un crescente disimpegno”. Lo ha detto papa Francesco nell’incontro all’Arena di Verona sulla giustizia e la pace, rispondendo a una domanda sul tema “La pace va organizzata” rivoltagli dall’afghana Mahbouba Seraj, venuta da Kabul, e da Giulia Venia del gruppo di lavoro sulla democrazia.
“Questo auguro a voi e alle vostre comunità: una ‘santità capace’, una fede viva che con carità audace semini il Regno di Dio in ogni situazione della vita quotidiana. E se il genio di Shakespeare si è fatto ispirare dalla bellezza di questo luogo per raccontarci le vicende tormentate di due innamorati, ostacolati dall’odio delle rispettive famiglie, noi cristiani, ispirati dal Vangelo, impegniamoci a seminare ovunque un amore più forte dell’odio e della morte. Sognatela così, Verona, come la città dell’amore. E che l’amore di Dio vi accompagni e vi benedica”. Ha evocato la vicenda di Romeo e Giulietta papa Francesco al termine del suo discorso ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose durante l’incontro nella Basilica di San Zeno, a Verona.
“Nella nostra società viviamo questa tensione: da un lato, tutto ci spinge ad agire velocemente, siamo abituati ad avere una risposta immediata alle nostre richieste e diventiamo impazienti se si verifica un ritardo. La rivoluzione digitale degli ultimi anni ci ha permesso di essere costantemente connessi, di poter comunicare facilmente con persone molto distanti, di poter svolgere il nostro lavoro a distanza. Dovremmo avere più tempo a disposizione e invece ci accorgiamo che siamo sempre in affanno, rincorrendo l’urgenza dell’ultimo minuto. Dall’altro lato, sentiamo che tutto questo non è naturale”, ha detto il Papa.
“Se c’è vita, se c’è una comunità attiva, se c’è un dinamismo positivo nella società, allora ci sono anche conflitti e tensioni. È un dato di fatto: l’assenza di conflittualità non significa che vi sia la pace, ma che si è smesso di vivere, di pensare, di spendersi per ciò in cui si crede”, ha detto papa Francesco nell’incontro sulla giustizia e la pace all’Arena di Verona, rispondendo a una domanda sul tema ‘La pace va sperimentata’ formulata dai rappresentanti del Tavolo Disarmo, Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio e Sergio Paronetto di Pax Christi.
“La pace non sarà mai frutto della diffidenza, dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri” ha detto papa Francesco al termine dell’incontro all’Arena di Verona.
L’elicottero partito dal Vaticano è atterrato nell’antistadio del Bentegodi ed è stato accolto dal vescovo Domenico Pompili, dal presidente del Veneto, Luca Zaia, dal sindaco Damiano Tommasi, e dal presidente della Camera Lorenzo Fontana. E’ quindi salito nell’auto papale, che lo ha portato nella prima delle sue tappe della visita alla città scaligera, nella basilica di San Zeno.
Papa Francesco è arrivato in auto alla Basilica di San Zeno, a Verona, dove, come primo appuntamento della sua visita nella città veneta, incontra i sacerdoti, i religiosi e le religiose. Al termine, in Piazza San Zeno, il Pontefice ha incontrato i bambini e i ragazzi, prima di trasferirsi all’Arena di Verona per l’incontro “Arena di Pace – Giustizia e Pace si baceranno”.
“Cari fratelli sacerdoti, mi fermo su una cosa: i sacerdoti che sono ministri del sacramento della penitenza, per favore, perdonate tutto! Perdonate tutto. E quando la gente va a confessarsi, non andare lì a inquisire. E se voi non siete capaci in quel momento di capire, andate avanti, il Signore ha capito”. Lo ha detto papa Francesco ‘a braccio’ durante l’incontro con i sacerdoti e i consacrati nella Basilica di San Zeno, a Verona.
“Una visita importante e storica. E’ soprattutto importante che si parli di pace, bisogna ricordare il valore della pace, il valore della diplomazia in questo particolare momento storico”. Lo ha affermato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che stamani ha accolto papa Francesco a Verona. “Mi auguro – ha proseguito Fontana – che questo possa essere un appello che parte dal Papa da qui, da Verona, per tutta l’Italia ma soprattutto per tutto il mondo in questo difficile momento storico”.
“Il sentimento è di gioia per questo incontro lungamente atteso tra Verona e Papa Francesco, ma direi anche di speranza per questo incontro all’Arena di Pace, che mette al centro la realtà che oggi sembra perfino censurabile per la mente di molti, e invece è l’attesa che secondo me sta nel cuore di tutti”. Lo ha detto il vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, poco prima di accogliere papa Francesco per la visita alla città scaligera. “Papa Francesco – ha proseguito Pompili – avrà la possibilità di conoscere la città di cui ha sentito parlare tante volte, soprattutto per la musica lirica, di cui è appassionato. Per noi è l’occasione di ritrovare con lui la gioia del Vangelo, di cui è l’interprete più affidabile, e ripeto anche questa causa della pace, oggi così necessaria”, ha concluso.
“Sono pagine di storia alle quali magari non ci rendiamo conto di partecipare. La visita del Santo Padre in un momento nel quale il messaggio di pace che lui porta è attualissimo”. Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, che stamani ha accolto papa Francesco per la visita a Verona. “Il Papa – ha aggiunto Zaia – sta facendo queste visite pastorali con questo messaggio che è importantissimo, in una regione che è l’unica al mondo che nella sua bandiera porta la parola ‘pace’ per millecento anni di storia. Hemingway diceva che la guerra è il contesto nel quale gli uomini peggiori mandano a morire gli uomini migliori: ecco, cerchiamo di fare in modo che aumenti il ‘peso’ degli uomini migliori rispetto agli uomini peggiori”, ha concluso.
“Qui c’è un megafono delle tante voci, che già ci sono, di tante persone, delle associazioni, dei movimenti che si stanno impegnando e che possono essere oggi uniti, per capire che non siamo da soli a pensare che che una delle alternative possibili è la pace”. Lo ha detto Damiano Tommasi, sindaco di Verona, che ha accolto papa Francesco al suo arrivo in città. “Al di là dell’empatia che papa Francesco sa creare ogni volta – ha aggiunto – credo che ci sia grande attesa perché c’è grande speranza anche per la nostra città, perché l’Arena di Pace è un luogo di dialogo, e la pace è molto sentita dalla comunità veronese”, ha concluso.
Un’enorme statua in bronzo e acciaio di oltre 10 metri, installata in piazza San Zeno, è stata benedetta da papa Francesco nella sua prima tappa della visita a Verona. La scultura, dal titolo “L’abbraccio”, è opera di Roberto Brizzi ed è stata realizzata nella fonderia artistica Bmn Arte di Verona, ideata dallo scultore Alessandro Mutto e realizzata con la collaborazione con lo specialista in bronzi artistici Ivo Adami. Pesa 4,5 tonnellate, con mani e piedi realizzate in bronzo fuso, mentre il corpo e le figure stilizzate sono fatte con l’acciaio. Nelle prossime settimane, la statua sarà smontata e trasportata a Gerusalemme, dove sarà collocata sul tetto del palazzo della Custodia, di fronte al Muro della Città vecchia, con un sistema di illuminazione interna che la renderà particolarmente suggestiva. Il progetto è stato voluto dall’associazione “Una Via Crucis per Gerusalemme” e dalla Custodia di Terra Santa, con il sostegno di mons. Rino Fisichella, di mons. Giorgio Benedetti e il placet del vescovo Domenico Pompili.
Nell’incontro di Papa Francesco con i detenuti del carcere di Montorio, a Verona, mancano numerosi reclusi, uomini e donne, del penitenziario, che hanno espresso il timore di essere riconosciuti nelle immagini delle telecamere di Vatican media, ammesse nella struttura. Lo si apprende da fonti del carcere.
Non c’è solo il pranzo con detenuti e operatori a segnare l’attenzione di papa Francesco per il mondo del carcere, nella sua tappa alla casa circondariale di Montorio a Verona. Tutta la visita del Pontefice ha visto la valorizzazione anche del lavoro dei carcerati.
“Speriamo ci sia riuscito di farle arrivare l’abbraccio che arriva da questa comunità Santo Padre e di poter condividere con lei la vita che scorre tra queste mura. Perchè qui scorre la vita, non si ferma”. E’ uno dei passaggi dell’indirizzo di saluto che la direttrice del carcere di Montorio, Francesca Gioieni, ha rivolto a Papa Francesco.
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