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Redazione Lazio

A PROPOSITO DI “PENNIVENDOLI”, IMPUTATI E….GIORNALISTI

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Tempo di lettura 3 minuti Chiara Rai: "Caro “pennivendolo” che hai venduto il tuo spazio d’informazione ai paladini dell’ingiustizia, sappi che la codardia ti veste a pennello. "

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Chiara Rai

La parola responsabilità noi elettori dovremmo portarcela sulle spalle fin dentro alle urne elettorali.

Dopo i toni forti, le convinzioni di ogni singolo soggetto verso l’uno o l’altro candidato, è necessario dare ampio respiro a questa parola. Il clima nazionale che si è instaurato non lascia più ampia discrezionalità al colore politico d’interferire sull’esito elettorale delle amministrative. Comuni dove sempre più spesso cadono giunte a causa di tradimenti interni agli stessi schieramenti mossi da meri interessi di poltrone e di potere. Ma la sovranità appartiene al popolo e tutti questi signori dovrebbero ricordarselo. In un momento politico dove delira la volontà di onnipotenza del singolo, ad ogni costo, schiacciando valori, calpestando la volontà popolare, addirittura arrivando a sfidare la Magistratura che imperterrita continua a perseguire i soggetti che operano con malafede infrangendo la legge.

No, cari lettori, non può essere tutto lecito a questo mondo. Siamo noi cittadini che non dobbiamo permettere che persone macchiate di gravi reati arrivino a governare la cosa pubblica.  Come recita l’articolo 28 della Costituzione: “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli Enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti”.

Ancora una volta è la parola “responsabilità” a decidere le sorti di chi dovrebbe amministrare nell’interesse dei cittadini.

Cari lettori, mi sento davvero stanca al termine di quella che nel mio caso si sarebbe dovuta presentare come un’ennesima e serena occasione di raccontare col mezzo dell’informazione, le vicende politiche che hanno interessato i diversi Comuni del Lazio che vanno al voto.

Stanca sì (e vi dirò a breve perché) ma fiduciosa nel fatto di aver garantito quel dovere diritto d’informazione in una campagna mediatica diretta a sostenere questo principio salvaguardato dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

Ho sollevato questioni giudiziarie senza preoccuparmi delle conseguenze e da parte delle persone direttamente colpite ho ricevuto schiaffetti che equivalgono ad un solletico che mi incentiva a proseguire dritta per la mia, spesso solitaria, strada.

L’osservatore laziale, mi fa piacere comunicare questa notizia, in pochi mesi è diventato tra i quotidiani online più letti nel Lazio proprio grazie alla sua indipendenza da partiti politici e dalle pressioni vessatorie che purtroppo hanno piegato più di qualche collega (se così lo si può definire), costretto addirittura a coprire le magagne giudiziarie degli amici commensali che procedono su strade incastonate di bugie e di false promesse.

E ancora oggi, a due giorni dal voto leggo su giornalucoli locali, sconcertanti mistificazioni della realtà dei fatti. A Nemi un candidato a Sindaco ha nascosto ai suoi elettori di essere prima indagato e poi imputato per turbativa d’asta e frode nei pubblici concorsi. L’osservatore laziale non ha fatto altro che pubblicare gli atti della Procura della Repubblica che interessano tale candidato. Il candidato ha poi detto che la vicenda si era conclusa già da un anno, reiterando le bugie. Ed ancora un atto di richiesta di rinvio a giudizio è stato pubblicato da L’osservatore laziale. Quanti giornali hanno ripreso la notizia? Quasi nessuno. Una desolante constatazione che mi ha fatto capire quanto questa battaglia d’informazione sia condotta in solitario. Un giornaletto locale, oggi ha dato di nuovo spazio all’imputato che scrive: “Anche dalla lista "Uniti per Nemi" viene espressa profonda contrarietà verso il comportamento politico degli avversari, i quali, dopo aver fallito amaramente in venti anni di amministrazione comunale (tra Canterani e Biaggi), si ripropongono senza idee e senza credibilità, limitandosi a fare terrorismo mediatico con la complicità di chi scrive tabella a orologeria, stravolgendo la verità dei fatti”.

Questi signori, nei confronti dei quali evito di dare un giudizio personale perché già loro si ben auto presentano agli occhi dei cittadini, ce l’hanno con me e con i loro avversari politici che getterebbero fango sulla sua candidatura per paura. Non volendo entrare nel merito delle azioni degli avversari politici di Bertucci che oggettivamente mi pare abbiano dovuto forzatamente incentrare la campagna elettorale sulla legalità (vista la condotta del soggetto che hanno dovuto cacciare di casa lo scorso inverno), vorrei precisare quanto segue:

Non mi schiererò mai come giornale a difendere persone perseguite dalla Magistratura. Non ho amici politici, sebbene sappia riconoscere le persone perbene che negli anni, perlomeno, non si sono macchiate di simili reati.

“Molti nemici, molto onore” diceva qualcuno. E prima di lui, pare, Giulio Cesare prima di affrontare i Galli di Vercingetorige nella proporzione di uno a dieci.

Non ci si può improvvisare persona perbene, come non ci si può improvvisare giornalisti. Il giornalista deve avere il coraggio di schierarsi e io mi sono schierata nei confronti della legalità. I codardi muoiono mille volte prima di morire, ma il coraggioso non assapora la morte che una volta sola. Caro “pennivendolo” che hai venduto il tuo spazio d’informazione ai paladini dell’ingiustizia, sappi che la codardia ti veste a pennello.

In bocca al lupo a tutti gli schieramenti politici che competono alla poltrona di Sindaco nella legalità. In bocca a lupo a tutti, tranne che ad uno che  fra pochi giorni dovrà presentarsi in udienza per rispondere all’accusa del Pubblico Ministero di due reati per i quali è prevista la carcerazione da uno a cinque anni.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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