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Ambiente

Consorzi di Bonifica, conclusa l’assemblea nazionale

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Il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha annunciatto la candidatura di Roma a sede del Forum Mondiale dell’Acqua 2027
 
 
“L’Italia è un Paese idrogeologicamente fragile, ma bellissimo; per questo ha bisogno di una costante manutenzione, dalla montagna alle coste, per continuare ad avere, nello scenario climatico futuro e nel contesto competitivo globale, un ruolo da protagonista: sicurezza idrogeologica ed ottimizzazione della gestione idrica sono asset indispensabili per lo sviluppo del Paese”: a ribadirlo è il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi, all’indomani dell’annuale Assemblea dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, svoltasi a Roma, presenti, tra gli altri, i Ministri, Gilberto Pichetto Fratin  e Francesco Lollobrigida, oltre a centinaia di rappresentanti degli enti di bonifica ed irrigazione italiani. Ai lavori sono anche intervenuti il Viceministro, Galeazzo Bignami;  il Sottosegretario, Luigi D’Eramo; i Presidenti di Commissione, Francesco Battistoni e Giovanni Maria Bergesio; gli Europarlamentari, Paolo De Castro e Nicola Procaccini.
 
Particolarmente significativo è stato il messaggio inviato dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani che, impedito ad essere presente dalla contingenza internazionale, ha scelto l’Assemblea ANBI per annunciare la candidatura di Roma a sede del Forum Mondiale dell’Acqua 2027.
 
Nei due giorni di confronto con il mondo della politica, dell’economia e della ricerca,  ANBI ha riproposto, per le proprie competenze, le azioni da realizzare prioritariamente per la migliore  gestione della risorsa idrica nel tempo dei cambiamenti climatici.
 
Forte è stato il richiamo alla necessità di Piano straordinario 2023-2030 per la realizzazione di nuovi invasi sostenibili e multifunzionali, il cosiddetto Piano Laghetti per lo stoccaggio d’acqua da utilizzare nel momento del bisogno (attualmente l’89% dei 300 miliardi di metri cubi annuali di pioggia va perduto in mare…). L’obbiettivo è garantire disponibilità idrica non solo per fini irrigui, ma anche per le esigenze potabili e civili, industriali, energetiche, ambientali, turistico-ricreative, antincendio e, se l’individuazione delle aree per i bacini fosse a monte dei  centri urbani, anche per la sicurezza idrogeologica. Il Piano, da finanziare con un fondo pluriennale adeguato, dispone attualmente di un pacchetto di 389 progetti, redatti dai Consorzi di bonifica e perlopiù immediatamente cantierabili. Tali interventi determinerebbero effetti positivi sia sulla produzione agroalimentare del Paese (nel 2022, un valore di circa 580 miliardi di euro con circa 61 miliardi di euro di export), sia importanti benefici ecosistemici sull’ambiente naturale; inoltre, importante sarebbe la ricaduta positiva sull’occupazione con l’attivazione di oltre 24.000 nuovi posti di lavoro.
 
E’ inoltre necessario addivenire ad un progressivo ampliamento ed efficientamento della superficie agricola, attrezzata con impianti irrigui collettivi (attualmente 3,5 milioni di ettari), attraverso soluzioni innovative per l’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica (digitalizzazione, monitoraggio, gestione automatizzata e telecontrollata delle reti di adduzione e distribuzione, avanzati servizi climatici per un uso razionale ed efficiente della risorsa idrica). Il marchio registrato di certificazione GocciaVerde, attestante l’uso sostenibile della risorsa idrica nel processo produttivo della filiera agroalimentare e la piattaforma telematica di consiglio irriguo Irriframe sono testimonianza della capacità di innovazione dei Consorzi di bonifica ed irrigazione.
 
Serve poi un Piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico: dal  consolidamento e sistemazione degli argini alla sistemazione degli alvei; dalla realizzazione di barriere contro la risalita del cuneo salino alle foci fluviali al  potenziamento delle idrovore. È urgente rimuovere le limitazioni alla capacità di invaso dei bacini esistenti, oggi ridotta del 10% per il sedime accumulato sui fondali. Il Piano ANBI, a disposizione del Paese, prevede oltre 850 interventi per un investimento di oltre 4 miliardi di euro, capaci di sviluppare occupazione per circa 21.000 posti di lavoro.
 
Infine, bisogna consentire un maggiore utilizzo, in agricoltura, delle acque reflue depurate. Attualmente in Italia vengono dispersi circa 9 miliardi di metri cubi all’anno d’acqua rigenerata da impianti di depurazione e che potrebbe essere impiegata a scopo irriguo, se in grado di garantire la tutela della qualità e la salubrità delle produzioni agricole. Il tema delle acque depurate è un tema da affrontare con concretezza, in quanto può essere una soluzione integrativa rispetto ai problemi di scarsità idrica, determinata dal cambiamento climatico e dal moltiplicarsi degli usi concorrenti della risorsa. È necessario che la gestione attiva delle acque reflue in agricoltura sia garantita sicura in tutte le aree geografiche del Paese e che l’efficacia degli attuali trattamenti depurativi sia certificata anche verso inquinanti quali microplastiche, metalli pesanti, elementi radioattivi, antibiotici, ecc. . È fondamentale, quindi, la rapida predisposizione, concertata con le Istituzioni ed i portatori d’interesse, dei “piani di gestione dei rischi” connessi al riutilizzo delle acque reflue trattate in agricoltura.
 
“Questo – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI  – è il concreto contributo dei Consorzi di bonifica ad una visione di futuro, che abbia al centro il territorio e lo sviluppo delle comunità, che lo abitano. Siamo onorati di metterlo a disposizione del Paese e di averlo condiviso nei due giorni di Assemblea, con qualificati rappresentanti dei soggetti decisori e della società civile.”
 
All’Assemblea ANBI hanno portato il loro contributo:
 
Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, Presidente e Segretario Generale Coldiretti; Cristiano Fini, Presidente CIA; Giovanna Parmigiani, Giunta Confagricoltura; Josè Nuncio, Presidente Irrigants d’Europe;
 
i rappresentanti d’impresa: Renzo Piraccini, Presidente Macfrut; Giordano Colarullo, Direttore Generale Utilitalia; Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato ACEA; Gabriella Chiellino, Ceo IMQ eAmbiente Group; Catia Bastioli, Amministratore Delegato Novamont;
 
inoltre: Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario per l’Emergenza Siccità; Marco Casini, Segretario Generale Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Centrale; Giuseppe Blasi, Capo Dipartimento DIPEISR – MASAF; Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento Protezione Civile; Paolo Cuccia, Presidente Gambero Rosso; e gli assessori regionali:  Stefania Saccardi (Vicepresidente Toscana); Nicola Caputo, (Campania), Alessio Mammi (Emilia Romagna), Luca Sammartino (Vicepresidente Sicilia), Stefano Zannier (Friuli-Venezia Giulia), Ornella Segnalini (Comune di Roma).
 

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Terracina, i cittadini riaprono la sorgente dei Ponticelli

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Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ha sottolineato l’importanza di interventi come quello di Terracina: “Non possiamo più permetterci di sprecare una goccia d’acqua. È il momento di ottimizzare tutte le risorse disponibili, dalla raccolta delle acque piovane all’efficientamento delle reti idriche”

Terracina – In un’estate segnata da temperature record e siccità diffusa, un gruppo di cittadini di Terracina ha dato vita a un piccolo miracolo di comunità, riaprendo una sorgente che era stata dimenticata da anni. La sorgente dei Ponticelli, situata in provincia di Latina, è tornata a sgorgare grazie all’iniziativa di un comitato di residenti, che insieme agli enti locali ha ripulito l’area circostante e reso nuovamente accessibile questa risorsa preziosa.

L’intervento ha attirato l’attenzione delle autorità locali e nazionali, diventando simbolo di resilienza e di collaborazione sul territorio. Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), ha definito l’azione dei cittadini come “un esempio di resilienza idrica”, sottolineando come questa iniziativa rappresenti la strada da seguire per affrontare la crisi climatica che sta colpendo il Paese.

Una rinascita collettiva

La storia della sorgente dei Ponticelli è quella di un luogo abbandonato, trascurato per anni. Tuttavia, con l’acuirsi della crisi idrica e la crescente consapevolezza dei cittadini riguardo al valore dell’acqua, la comunità locale ha deciso di agire. Armati di pale e buona volontà, i residenti hanno ripulito il sito, liberando la fonte da detriti e vegetazione incolta. Il loro obiettivo era semplice, ma fondamentale: riportare alla luce una risorsa che potesse alleviare le difficoltà idriche che sempre più spesso colpiscono la zona.

“Abbiamo sempre saputo che la sorgente era qui, ma era come se fosse stata dimenticata”, racconta uno dei volontari che ha partecipato alla pulizia dell’area. “Con questa estate così calda, ci siamo resi conto che dovevamo fare qualcosa. Non potevamo più aspettare che qualcuno agisse per noi.”

La riapertura della sorgente non è solo un successo tecnico, ma un simbolo di coesione e di speranza per il futuro. In un momento in cui l’acqua è sempre più scarsa e preziosa, la riscoperta di questa piccola fonte ha risvegliato un senso di responsabilità collettiva verso l’ambiente.

La crisi idrica e le risposte del territorio

La provincia di Latina, come gran parte del centro-sud Italia, ha vissuto un’estate infernale. La siccità ha messo a dura prova l’agricoltura locale e le risorse idriche disponibili. Il Consorzio di Bonifica Lazio Sud Ovest ha dovuto affrontare una sfida senza precedenti per mantenere in efficienza la rete di canali e corsi d’acqua, lunga oltre 4.800 chilometri.

Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ha sottolineato l’importanza di interventi come quello di Terracina: “Non possiamo più permetterci di sprecare una goccia d’acqua. È il momento di ottimizzare tutte le risorse disponibili, dalla raccolta delle acque piovane all’efficientamento delle reti idriche.”

Le attività del Consorzio hanno incluso il riescavo di alvei per riportare i corsi d’acqua alla loro portata originaria e il ricorso a turnazioni irrigue per gestire le emergenze idriche. Si è trattato di interventi cruciali per garantire i raccolti e prevenire danni irreparabili all’agricoltura, un settore vitale per l’economia locale.

La reazione dei residenti

La riapertura della sorgente ha suscitato entusiasmo e orgoglio tra i residenti di Terracina. “È stato un vero lavoro di squadra,” afferma Maria, un’anziana abitante del paese. “Ci siamo riuniti, giovani e meno giovani, perché sapevamo quanto fosse importante l’acqua per noi. Ora guardiamo alla sorgente come a un bene comune, qualcosa che dobbiamo proteggere.”

Giovanni, un agricoltore della zona, aggiunge: “La crisi idrica è stata devastante per noi. Sapere che possiamo contare su questa fonte ci dà un po’ di respiro. Ma non dobbiamo fermarci qui. La gestione dell’acqua sarà sempre più cruciale in futuro.”

Un modello per il futuro

L’esempio della sorgente dei Ponticelli non è solo una storia di successo locale, ma un modello di cooperazione che potrebbe essere replicato in molte altre aree d’Italia. Come ha spiegato Pasquale Conti, Presidente del Consorzio di Bonifica Lazio Sud Ovest, “questo tipo di intervento dimostra quanto sia fondamentale il coordinamento tra enti, istituzioni e comunità locali per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Solo lavorando insieme possiamo garantire sicurezza e risorse per le future generazioni.”

L’iniziativa di Terracina è la prova tangibile che, anche in un periodo di emergenze climatiche, la forza di una comunità unita può fare la differenza.

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Rocca Priora, l’associazione Latium Volcano riprende le sue attività: intervista al Presidente Giovanni Odorico

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L’associazione Latium Volcano opera da oltre 20 anni valorizzando, promuovendo e salvaguardando il patrimonio naturale e storico/archeologico del Lazio e delle aree naturali protette dell’Italia in generale.
Una vera e propria eccellenza locale che ha la sua sede operativa a Rocca Priora.
All’inizio di ogni anno scolastico l’associazione Latium Volcano riprende in pieno le proprie attività. Siamo andati a trovarli per comprendere gli obiettivi di questo nuovo anno di attività.
Quello che rileviamo immediatamente è una proposta di molteplici attività alle quali possono accedere le scuole di ogni ordine e grado: dalle gite d’istruzione sulle tematiche ambientali e scientifiche a veri e propri percorsi didattici con preparazione teorica in aula e successive uscite didattiche outdoor, tematiche che spaziano dalla geologia alla biologia, alla storia, all’archeologia, all’ecosostenibilità e, per i più piccoli, i primi approcci alla natura e all’educazione ambientale attraverso percorsi sensoriali e laboratori.

Il presidente, il dottor Giovanni Odorico, ci ha ricevuti ed abbiamo potuto scambiare con lui alcune domande.

Presidente ma da dove “parte” il vostro progetto educativo?
La nostra filosofia didattica è fondata sulla premessa che non esiste apprendimento senza azione, cioè l’action learning, nel cui processo riteniamo fondamentale e strategico il ruolo dello studente il quale, nelle nostre attività, sarà considerato sempre un soggetto attivo, protagonista in prima persona delle attività laboratoriali e delle esperienze outdoor. I percorsi didattici proposti mirano ad affiancare e approfondire la programmazione scolastica in supporto ai docenti, ma hanno anche come obiettivo primario far scoprire e/o approfondire la conoscenza del territorio della Regione Lazio con particolare attenzione all’area dei Castelli Romani e Roma. Oltre 54.000 studenti hanno già partecipato alle nostre attività con una media di circa 2.500 partecipazioni annue; il Distretto Vulcanico dei Colli Albani, l’Ecosistema Bosco, l’Orienteering Didattico, l’Idrosfera e lo Studio della Qualità delle Acque, l’Atmosfera e lo Studio della Qualità dell’Aria, EducaSisma e SISMALAB, il Polo Didattico Valle Perdua e tante altre esperienze sul territorio come la Caldara di Manziana, il Vulcano e il Litorale Romano – Tor Caldara, la Tuscia tra storia e geologia, i Simbruini … solo per citare alcune delle gite d’istruzione proposte. Il nostro Team O.D.A. – Operatori di Didattica Ambientale è pronto e vi aspetta per questo nuovo anno scolastico.

Quali sono gli obiettivi di questo nuovo anno scolastico che vi apprestate a vivere?
Inizia un nuovo anno scolastico e l’associazione è pronta con le sue proposte didattiche che nascono non solo dalle tematiche scientifiche e didattiche che offre il territorio, ma anche dalle esperienze maturate in oltre venti anni di lavoro a stretto contatto con gli Istituti Scolastici e con le esigenze dei docenti. Nei nostri percorsi didattici c’è un valore aggiunto: l’esperienza ultradecennale che pochi vantano sul territorio. L’associazione ha ormai una lunga e consolidata storia fatta di corsi di formazione tra docenti e operatori, progettazione condivisa, partecipazione a bandi e avvisi pubblici con le Istituzioni Scolastiche; tutto questo rende Noi e le nostre proposte flessibili alle esigenze dei docenti senza snaturare le tematiche oggetto di studio.

Bisogna fare attenzione – conclude il Dr. Giovanni Odorico – alle proposte che circolano; un mercato molto florido negli ultimi tempi con offerte economiche allettanti che possono però vanificare il buon lavoro fatto dai docenti con nozioni trasmesse in maniera errata o poco chiara. Noi di Latium Volcano ci affidiamo ogni anno ad una formazione interna svolta da geologi, biologi ed esperti del territorio che si affianca agli studi accademici e lauree di ciascun componente del nostro Team O.D.A. perché, a nostro avviso, per entrare nel “mondo” scuola non bisogna essere solo buoni camminatori e frequentatori dei sentieri.

È stata già per noi una esperienza davvero formativa perché negli occhi del dottor Odorico leggiamo la voglia di fare crescere e di educare restando a contatto diretto con quel mondo che ci circonda e che, troppo spesso, conosciamo sempre meno.
Un grazie doveroso agli amici ed alle amiche di Latium Volcano e vi ricordiamo che basta cliccare sul loro sito www.latiumvolcano.it per conoscere nel dettaglio ogni loro iniziativa.

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Emergenza ambientale a Rocca di Papa: il Parco dei Castelli Romani soffocato dai rifiuti

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Degrado e inciviltà trasformano Monte Pennolo in una discarica a cielo aperto, minacciando biodiversità e bellezza naturale

Nel cuore del Parco regionale dei Castelli Romani, a Rocca di Papa, l’ambiente naturale è sotto assedio a causa dell’abbandono incontrollato di rifiuti.

Monte Pennolo, un tempo simbolo di biodiversità e tranquillità, è ora invaso da materassi, frigoriferi, mobili e sacchi di spazzatura.

L’inciviltà trasforma quest’area protetta in una discarica, lasciando scorci desolanti lungo i sentieri.

Un residente, esprime preoccupazione: «È inquietante camminare tra questi rifiuti, non si sa cosa si possa trovare in quelle borse abbandonate».

Le autorità locali sono sopraffatte dalla quantità di rifiuti e nonostante gli sforzi, le telecamere di sorveglianza non riescono a fermare l’onda di degrado.

Urge un intervento per salvaguardare il parco, educare la cittadinanza e ripristinare la sua bellezza naturale.

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