Connect with us

Cronaca

Trento, restituita alla città piazza Mostra: un salotto di quasi 6 mila metri quadrati

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Eccola la nuova piazza Mostra: laddove prima c’era un vuoto urbano, oggi c’è un salotto di quasi 6 mila metri quadrati, di cui oltre 4 mila pedonali (3 mila e cento in più di prima). Il verde invece occupa 1.800 metri quadrati, con un aumento di 200 metri quadrati rispetto al passato. Infatti le aiuole della piazza sono state ridisegnate e ampliate ma non ancora “allestite”: per la prossima primavera verrà completato il prato verde come già avvenuto davanti al castello.
 
Le fasi del cantiere. È questo il risultato di circa 620 giorni di lavori, iniziati il 16 giugno 2021 e suddivisi in varie fasi: durante l’inverno 2021-2022 è stato concluso l’intervento riguardante la modifica della viabilità carrabile, con l’allontanamento della sede stradale di via Bernardo Clesio dal castello del Buonconsiglio. Inoltre è stata rivista la  configurazione delle rampe di accesso al castello, che oggi ha un ingresso scenografico in continuità con la piazza ed è privo di barriere architettoniche.
 
A partire da aprile 2022 l’intervento si è concentrato sull’area della piazza e ha riguardato la parte più complessa del progetto, ovvero la sostituzione e l’integrazione della grande rete di sottoservizi. Inoltre è stata posata la nuova pavimentazione costituita da pietra rosso ammonitico e smolleri di porfido. I lavori hanno interessato una superficie pavimentata di circa 4 mila metri quadrati, a cui si aggiungono 1.800 metri quadrati di verde tra via Clesio e la piazza. Anche l’impianto di illuminazione è stato interamente rinnovato con corpi illuminanti a basso consumo energetico.
 
Alla piazza possono accedere solo le auto con il permesso disabili oppure con l’autorizzazione Ztl per le operazioni di carico e scarico.
Costi, impresa e progetto. Il costo dell’intervento è stato di un milione e 483 mila euro. Sono in fase conclusiva le valutazioni dell’istanza di rinegoziazione del contratto legata agli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali. Ad eseguire i lavori è stata l’impresa Boccher di Borgo Valsugana, il progetto di riqualificazione e la direzione lavori sono invece dell’architetto Michele Andreatta (studio Campomarzio), a suo tempo vincitore del concorso di progettazione bandito dall’Amministrazione comunale. Il coordinamento della fase attuativa è stato curato dal servizio Gestione e riqualificazione del patrimonio edilizio.
 
I lavori di completamento. Restano da ultimare la zona di piazza Sanzio davanti alla scuola primaria e la parte di via Clesio in corrispondenza dell’ex questura, non interessate dai lavori di questo appalto. Nel corso delle verifiche effettuate prima dell’avvio del cantiere sono state accertate alcune problematiche relative allo stato e alla funzionalità dei sottoservizi di fronte alla scuola elementare e in corrispondenza del rio Saluga che scorre, tombato, lungo via Clesio. La sistemazione e sostituzione dei sottoservizi avverrà nell’estate del 2023, dopodiché nel corso del 2024 si potrà procedere all’intervento di riqualificazione della piazza Raffaello Sanzio con un nuovo finanziamento di 300 mila euro. Quest’intervento prevede l’eliminazione della recinzione davanti all’edificio delle scuole progettate da Adalberto Libera e l’ampliamento della zona pedonale in continuità con via San Martino.
 
Il significato del nome. Perché piazza “Mostra”? Per capire il significato del nome bisogna andare a ritroso di cinquecento anni nella storia di Trento. A partire dal XVI secolo la città fu chiamata a partecipare alla difesa militare in seguito ad accordi con i conti del Tirolo. Per questo motivo vennero formate liste di uomini che dovevano essere addestrati alla pratica militare. A Trento il luogo delle esercitazioni era il piazzale antistante il castello del Buonconsiglio, nelle cui vicinanze c’era anche l’arsenale militare. Ai cittadini obbligati a prestare il servizio militare venivano quindi assegnate le armi per svolgere le “mostre”, ovvero le esercitazioni, agli ordini del capitano delle milizie. Il ripetersi di questa pratica ha determinato nel tempo la denominazione “piazza della Mostra”.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Roma, San Paolo: due ladre tentano di investire la commessa di un negozio dopo la rapina

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

ROMA – Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella sono intervenuti in viale Leonardo Da Vinci, arrestando due donne romane, di 20 e 30 anni, appartenenti a una nota famiglia di nomadi stanziali, con precedenti penali e disoccupate. Le due sono gravemente indiziate di rapina aggravata in concorso.
 
L’episodio è iniziato quando i titolari di un negozio di casalinghi, gestito da cittadini cinesi nel quartiere San Paolo, hanno denunciato che le due donne avevano sottratto diversi articoli per la casa. Una dipendente del negozio, notando il furto, ha cercato di fermarle, ma le due donne, nel tentativo di fuggire, sono salite a bordo della loro auto e hanno cercato di investirla.
 
I Carabinieri, giunti rapidamente sul posto, sono riusciti a bloccare le ladre. La refurtiva, trovata all’interno dell’auto, è stata restituita ai legittimi proprietari. Fortunatamente, la coraggiosa dipendente, visitata dai sanitari del 118, non ha riportato ferite.
 
Successivi accertamenti hanno rivelato che la 30enne era alla guida dell’auto senza patente, mai conseguita, motivo per cui è stata anche sanzionata per violazione al codice della strada. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari per entrambe le donne.
Privo di virus.www.avast.com

Continua a leggere

Castelli Romani

Rocca Priora, arrestati due uomini sorpresi a sotterrare telai di auto rubate

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

I Carabinieri della Stazione di Rocca Priora hanno arrestato due uomini italiani, rispettivamente di 59 e 67 anni, entrambi con precedenti penali, accusati di riciclaggio. L’operazione è avvenuta durante un normale servizio di pattugliamento del territorio, quando i militari hanno notato i sospetti intenti a scavare una buca con una ruspa in un terreno situato lungo la via Tuscolana, al chilometro 32. All’interno della buca, i Carabinieri hanno scoperto quattro telai completi di autovetture, successivamente identificati come proventi di furto.
 
Successivamente, i militari hanno eseguito una perquisizione in un capannone nei pressi del luogo del ritrovamento, anch’esso nella disponibilità dei due uomini arrestati. All’interno del capannone, sono state rinvenute numerose parti di veicoli smontati e privi di matricola, le quali sono state immediatamente sequestrate per ulteriori verifiche.
 
I due uomini arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa dell’udienza di convalida. Le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire ulteriormente la portata dell’attività illegale e identificare eventuali complici.
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com

Continua a leggere

Cronaca

Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti