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Hogwarts Legacy, un’avventura magica nel mondo di Harry Potter

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Hogwarts Legacy è il videogioco action Rpg ambientato nel mondo di Harry Potter. Sviluppato da Avalanche Software e pubblicato da Warner Bros. Interactive Entertainment, il titolo è stato distribuito per Pc, PlayStation 5 e Xbox Series X/S. Inoltre sarà disponibile per PlayStation 4 e Xbox One non prima del 4 aprile 2023 e per Nintendo Switch il 25 luglio 2023. Hogwarts Legacy è un viaggio che porta i giocatori a conoscere i luoghi iconici, le persone e le creature magiche che finora hanno potuto immaginare solo attraverso gli scritti di J.K. Rowling e alla saga cinematografica di Harry Potter. La storia si sviluppa verso la fine del 1800 in Inghilterra, non è ancora scoppiata la guerra tra maghi e babbani, ma un’altra minaccia sta scuotendo il mondo magico: i Goblin. Una rivolta infatti serpeggia fra questa razza, e Ranrok, il capo dei goblin ribelli, il quale sta complottando con alcuni maghi oscuri umani per conquistare un nuovo potere. Questa è la premessa con la quale hanno inizio gli eventi di Hogwarts Legacy. Il gioco molto probabilmente, è bene sottolineare, non farà parte del canone ufficiale del Wizarding World, questo perché l’autrice delle opere non è stata in alcun modo coinvolta nella scrittura e nello sviluppo del gioco. I riferimenti alla saga principale, infatti, sono pochi e più che altro suggeriti piuttosto che espliciti e chiari. E rispetto ai giochi passati, che sono sempre più o meno stati legati a un capitolo del franchise cinematografico (eccezion fatta per il gioco dedicato al Quidditch), Hogwarts Legacy espande finalmente l’esperienza a 360 gradi permettendo di far immergere i giocatori in profondità nel mondo magico. Oltre alla quest principale, della quale non racconteremo nient’altro per evitare ogni tipo di spoiler, sono presenti tutta una serie di attività sia secondarie che centrali allo sviluppo della stessa.

Ma andiamo con ordine: una volta avviato il gioco per la prima volta, sarà necessario creare il proprio alter ego virtuale. Sono presenti una buona varietà di modelli base e quindi si può partire da un personaggio predefinito creato con caratteristiche standard per poi modificare diverse caratteristiche come la forma del viso, il colore dei capelli, degli occhi e della pelle, eventuali cicatrici, lentiggini e nei. La personalizzazione però si ferma al volto del personaggio, mentre la corporatura resta la stessa. Ci sono anche due tipi di voce, maschile e femminile, ulteriormente personalizzabili in quattro tonalità per ciascuna tipologia. Al termine della creazione del proprio aspirante mago o strega e dopo un’introduzione che funge da tutorial molto cinematografica di un’oretta circa, si giunge finalmente al castello di Hogwarts. Si tratta di una riproduzione estremamente convincente e ricreata con dovizia di particolari, al limite della perfezione. Il mondo è vivo, pullulante di interazioni e di persone, inoltre il dettaglio grafico che permette di vivere questa esperienza è davvero a livelli altissimi, con ben tre modalità su Xbox Series X (Qualità, Qualità con Ray Tracing e Performance) e due su Xbox Series S (Qualità e Performance). A completare il quadro è presente un doppiaggio italiano completo di lip sync e una colonna sonora musicale degna dei lungometraggi cinematografici. Appena giunti al castello ci sarà il famoso rito del cappello parlante che, dopo qualche domanda di rito, permette la scelta della casata di riferimento: Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso. La scelta viene fatta dal cappello dopo che si risponde ad alcune sue domande, ma può comunque essere modificata dal giocatore ed è comunque una scelta indifferente ai fini dello svolgimento della trama principale. Secondo elemento iconico della saga di Harry Potter e ovviamente presente anche in Hogwarts Legacy è la bacchetta magica, reperibile dopo qualche ulteriore ora di gioco da Olivander a Hogsmeade, il villaggio accanto a Hogwarts dove è possibile inoltre trovare tutti i negozi che riforniscono il proprio personaggio nel corso dell’avventura. Qui è possibile trovare negozi di pozioni, di erbe, di piante, di vestiti e via dicendo, oltre a tutta una serie di quest secondarie. E’ bene sottolineare che bisogna prestare attenzione al fatto che bacchetta e casata non saranno più modificabili nel corso di tutto il gioco una volta scelte, perciò prima di confermare entrambe le cose è bene essere sicuri al cento per cento della scelta fatta. In realtà la bacchetta sarà ancora personalizzabile, ma solo a livello cosmetico attraverso le varianti dell’impugnatura che è possibile trovare sparse nei vari bauli o completando alcune missioni secondarie. Essendo Hogwarts legacy un titolo ambientato nell’universo magico di Harry Potter, è ovviamente possibile prendere parte alle lezioni delle varie materie presenti nella saga. Astronomia, Erbologia, Pozioni, Difesa contro le Arti Oscure, Divinazione, Trasfigurazione, Incantesimi e Creature Magiche sono i corsi disponibili, tutti fruibili attraverso a una serie di missioni più o meno obbligatorie al fine di sviluppare il personaggio per permettergli di proseguire nella storia. Sono presenti tre livelli di difficoltà (Facile, Normale e Difficile) più un livello “Storia” che permette di scorrere senza problemi a chi è interessato solo a vivere un’esperienza senza grattacapi nel Mondo Magico. In Hogwarts Legacy è anche possibile apprendere tutti i principali incantesimi della saga di Harry Potter e sono utilizzabili anche le tre maledizioni senza perdono (Crucio, Imperio e la famosissima Avada Kedavra) che si sbloccheranno nel corso del gioco, seguendo le quest secondarie di un determinato personaggio di cui non riveleremo l’identità per non rovinare l’esperienza di gioco a chi ci legge.

La mappa di gioco offerta da Hogwarts Legacy è di dimensioni davvero enormi ed esplorarle a piedi è davvero un’avventura, proprio per questo sarà possibile utilizzare la ben nota scopa volante o cavalcare bestie mitiche. All’interno del castello e tutt’intorno ci sono un gran numero di attività da svolgere, che aiutano a rilassarsi tra una lezione e l’altra. Ci sono le prove di Merlino, che null’altro sono che piccoli puzzle da risolvere con in premio un po’ di esperienza, è possibile vagare alla ricerca dei Fulcri di Magia Antica, anch’essi che, alla stregua di collezionabili, offrono qualche puzzle e una manciata di punti esperienza. E’ possibile (e consigliato se si vuole superare al meglio il G.U.F.O.) raccogliere le pagine della Guida Pratica, oppure scovare e utilizzare i Tavoli di Astronomia, o ancora improvvisarsi cacciatori di taglie uccidendo i Nemici Famigerati. E questi sono solo esempi, ci sono poi altre attività secondarie che non elencheremo per non rovinare l’esperienza, ma è bene tener conto che di cose da fare ce ne sono davvero tantissime. L’attività principale extrascolastica è però la cattura degli animali. A un certo punto viene sbloccata la Stanza delle Necessità, all’interno della quale è possibile svolgere tutta una serie di compiti. E’ possibile infatti creare i tavoli di Pozioni e di Erbologia, con il primo che agevola la produzione di pozioni utilizzando le erbe e gli ingredienti raccolti in giro per il mondo, e il secondo che permette di coltivare le piante magiche attraverso i semi comprati nei negozi in giro per la mappa del mondo. Dopo qualche altra ora di gioco, all’interno della stanza delle necessità è possibile utilizzare la serra degli animali, un luogo in cui mettere a ricovero gli animali fantastici catturati durante l’esplorazione della mappa. Sono presenti infatti alcune aree contrassegnate da un’icona a forma di orma, in ognuna delle quali è possibile trovare una specie particolare di animale fantastico che può essere catturato con gli incantesimi e un’apposita borsa molto simile alla valigetta utilizzata da Newt Scamander nella saga di Animali Fantastici. Una volta catturati, gli animali possono essere portati all’interno della serra e liberati, oppure venduti in un negozio a Hogsmeade. Dopo essere stati accuditi a dovere, rilasceranno ognuno un ingrediente che può essere utilizzato per migliorare e potenziare il vestiario. Più avanti potranno anche essere fatti riprodurre fra loro, a patto di averne una coppia di sesso opposto. Trattandosi di un action Rpg ovviamente anche gli abiti che il proprio mago o strega indossa rappresenta una componente molto importante e funge da armatura e potenziamento per gli attacchi oltre che da orpello cosmetico per vantarsi con i propri amici e compagni di corso. Fortunatamente è possibile variare lo stile estetico dell’abbigliamento attraverso la pressione del tasto X, quindi anche se realmente si hanno indosso degli abiti esteticamente non in linea col proprio stile ma con caratteristiche utili è possibile utilizzare le “skin” di altri indumenti più belli da vedere ma a patto di averli già sbloccati. Ovviamente anche se si cancella un particolare indumento dalla propria lista la sua “skin” sarà disponibile per essere selezionata e utilizzata a livello visivo, ricordiamo però che non c’è alcun beneficio tangibile oltre a quello estetico. La stanza delle necessità è poi completamente personalizzabile negli stili e nei colori, basta rivolgersi a Tik, l’elfo domestico che funge da custode e da aiutante all’interno della stessa. Come accennavamo qualche riga più in alto, viste le dimensioni della mappa molto generose, circa 7.5 km quadrati, i modi per spostarsi in questo vasto mondo aperto sono diverso. A un certo punto si ha anche la possibilità di cavalcare un Ippogrifo o un Thestral per volare liberi nei cieli, oppure un enorme Graphorn per muoversi cavalcando a terra. E’ possibile anche cavalcare il classico manico di scopa, anch’esso personalizzabile con potenziamenti e skin cosmetiche, ma manca la possibilità di usarla per giocare a Quidditch. Sin dai primi minuti successivi all’arrivo al castello, infatti, il preside Black informa gli studenti che a causa di un non meglio precisato inconveniente il campionato di Quidditch per quest’anno è annullato. Voci di corridoio dicono che presto lo sport ufficiale dei maghi però potrebbe arrivare sotto forma di contenuto extra a pagamento, ma per adesso non c’è nulla di certo.

In Hogwarts Legacy più di una volta bisognerà impugnare la bacchetta magica e intraprendere combattimenti a colpi di incantesimi, quindi il combat system ha un ruolo fondamentale. In base al momento, infatti, potrebbero capitare nemici di diverso tipo e con altrettante magie, scudi o approcci, tutti desiderosi di uccidere il giocatore. Ovviamente parliamo di avversari che non aspetteranno il loro turno per attaccare, lo faranno appena possibile, perciò è necessario essere rapidi a lanciare un “Protego” oppure schivare qualora si tratti di magie impossibili da deviare. Oltre a quanto detto, durante i combattimenti, è possibile usare alcuni elementi sparsi in giro per degli attacchi ambientali che di norma infliggono più danno di qualunque altro incantesimo. Infine c’è l’antica magia, che si può definire come la mossa speciale: si può utilizzare solo una volta riempito il relativo indicatore e in genere uccide qualunque nemico sul colpo, ma tale risultato non vale per i boss, i troll o altri nemici molto resistenti. Ogni scontro si trasforma quindi in un tripudio di Protego, Accio, Incendio, Bombarda, Levioso, Arresto Momentum, Confringo eccetera eccetera, in base alla propria strategia o alle necessità dovute agli incantesimi di volta in volta disponibili. Tramite l’albero dei talenti si possono sbloccare ulteriori slot personalizzabili da quattro magie per creare dei set ad hoc ed essere sempre pronti a qualsiasi battaglia. Sono combattimenti dinamici, quelli di Hogwarts Legacy, dove tutto è concesso e tutto può succedere, ma sono anche stati programmati affinché non siano la soluzione unica al progresso del proprio alter ego virtuale, anzi per arrivare al cap sarà necessario affrontare molte delle attività proposte. Lottare non conferisce molti punti esperienza, che invece si ottengono in quantità maggiore completando sfide o missioni: gli sviluppatori hanno voluto assicurarsi di non incappare nella trappola del grinding e hanno demandato la progressione all’esplorazione. Tutto ciò non significa che non si può salire di livello a piacimento, bensì che richiede molto tempo. Dopo quaranta ore nel nostro caso non avevamo ancora raggiunto il cap e fino ad allora avevamo portato a termine quasi ogni sfida e missione secondaria a disposizione, accanto a quelle di storia. L’esperienza è ben dosata nella sua distribuzione ma, soprattutto, salire di livello non influenza direttamente alcuna statistica al di fuori della salute che viene incrementata di volta in volta. Nonostante il titolo abbia una grafica molto bella da vedere, Hogwarts Legacy non è un gioco che punta solo sul fattore visivo né pone l’accento solo ed esclusivamente sul lato tecnico, ma purtroppo per poter godere pienamente di una fluidità di gioco che rende l’esperienza davvero gradevole è necessario scegliere l’impostazione prestazioni e quindi giocare con un dettaglio estetico meno bello ma comunque decoroso. Si notano i compromessi ai quali si è dovuti scendere affinché il gioco giri anche su console old-gen tuttavia, ci teniamo a ribadirlo, il fulcro del gioco per una precisa scelta è il gameplay e non le finiture tecniche , fermo restando che l’impatto visivo è davvero notevole e solo un occhio molto attento potrebbe notare le sopracitate imperfezioni. Parlando dell’interfaccia, invece, possiamo dire che si sarebbe potuto fare un poco di più soprattutto lato equipaggiamento. In generale il menu è facilmente navigabile, la mappa di Hogwarts è disponibile solo in tre dimensioni e non ci sono planimetrie dei singoli piani. Data l’esiguità di spazi nella sezione equipaggiamento, e la facilità con cui si riempiono, non sarebbe stato male avere modo di raggruppare gli oggetti e scartarli tutti assieme. Tirando le somme, Hogwarts Legacy nonostante la sua natura single player e i difettucci sopracitati resta comunque un vero e proprio capolavoro. Un’opera mastodontica che è una vera e propria dichiarazione d’amore per i fan dell’universo di Harry Potter, ma anche un gioco incredibile per chi non ha mai visto un film o letto una riga del mondo inventato da J.K. Rowling. Avalanche Software ha creato, seppur con qualche imperfezione qua e là, il giusto equilibrio tra storia e gameplay, valorizzando l’interazione con il mondo di gioco. L’esplorazione premia molto più di quanto non faccia la forza bruta e questo è un bene perché l’enorme mappa di gioco ha moltissimo da offrire e ogni volta che si scopre un’area c’è sempre una sorpresa nascosta. Insomma, Hogwarts Legacy è un titolo da avere assolutamente, destinato a diventare un punto di riferimento per le produzione future.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 10

Gameplay: 9,5

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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Luigi’s Mansion 2 HD, il titolo icona del 3DS torna su Switch in alta definizione

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Luigi’s Mansion 2 ritorna, a più di 10 anni dalla sua uscita originale su Nintendo 3DS, in versione rimasterizzata per Nintendo Switch. Questa nuova edizione in alta definizione del piccolo capolavoro del colosso nipponico offre l’opportunità di rivivere una delle avventure più amate del fratello di Mario, con una veste grafica rinnovata e alcune migliorie tecniche. Ma come si comporta questo titolo del 2013 nel panorama videoludico attuale? Analizziamo nel dettaglio questa riedizione per scoprire se il fascino di Cupavalle resiste ancora alla prova del tempo oppure è destinato a soccombere sotto il peso degli anni. Seguendo in modo abbastanza diretto dal primo episodio, uscito su Game Cube nel lontano 2001, Luigi’s Mansion 2 HD (al tempo Luigi’s Mansion 2 o Luigi’s Mansion Dark Moon negli Usa) catapulta i giocatori nuovamente nell’avventura con un incipit decisamente semplice: dopo la vittoria dell’idraulico in verde nel primo capitolo, i fantasmi si sono acquietati e vivono in serenità con gli umani, permettendo al Professor Strambic di continuare i suoi studi con grande efficienza. Un “misterioso intervento esterno”, però, distrugge e frammenta la pietra a forma di luna che teneva sotto controllo gli spiriti, mandandoli in agitazione e costringendo lo scienziato a chiedere il soccorso del miglior acchiappafantasmi in circolazione. Così in men che non si dica quel fifone di Luigi si trova nuovamente impegnato a catturare spettri con aspirapolvere alla mano e gambe tremolanti. Questa volta però non si troverà più in una sola, vasta, magione, ma dovrà spostarsi in differenti aree per recuperare i pezzi del cristallo, scoprire chi si nasconde dietro le quinte e ripristinare tutto alla normalità, assicurandosi che nessuno dei suoi amici sia finito nei guai. Il tutto è possibile grazie al genio di Strambic, che oltre a essere il massimo esperto di fantasmi è anche riuscito a sviluppare una tecnologia chiamata “pixeltrasporto”, in grado di muovere Luigi da una parte all’altra del mondo sfruttando schermi e telecamere come veicolo. Da qui inizia un’avventura tendenzialmente in linea con gli altri episodi, che vede il buon Luigi esplorare ogni angolo delle location da lui visitate alla ricerca di tesori, chiavi, fantasmi e segreti: insomma, tutto il necessario per proseguire di livello in livello e soddisfare le richieste di Strambic. Idealmente la progressione ricorda un po’ quella di un metroidvania, in quanto c’è la libertà di muoversi in aree tutto sommato limitate, da sbloccare di volta in volta, mentre vengono mostrati al tempo stesso tanti passaggi apparentemente inaccessibili, muri misteriosi che sembrano nascondere qualcosa, stanze prive di accesso o sistemi di controllo che sembrano non rispondere alle sollecitazioni di chi gioca.

Luigi questa volta avrà insomma un bel da fare dovendo ripuloire ben cinque magioni infestate nel tentativo di ricomporre la pietra a forma di Luna e domare gli ectoplasmi aiutato dal fido aspirapolvere Poltergust 5000, versione potenziata del modello 3000 comparso in Luigi’s Mansion, e da una torcia multifunzione. Sulla carta per avere la meglio basterebbe “sparaflashare” gli evanescenti invasori per poi pescarli con l’aspirapolvere assecondando i loro movimenti. Nella pratica, però, i dispettosi fantasmi faranno di tutto per vendere cara la melma ricorrendo a trucchetti, armature o alla forza bruta: tutte cose che costringeranno i giocatori a indebolirli, aggirarli o quant’altro prima di poter procedere con la cattura. Su 3DS, come accennato, queste meccaniche soffrivano un poco i limiti del sistema di controllo, ma qui sono una vera goduria e bastano davvero pochi minuti per prenderci la mano e farsi trascinare dalla moltitudine di interazioni escogitata da Next Level Games e Nintendo per spremere fino all’ultima goccia le possibilità del Poltergust 5000 e il pensiero laterale dei giocatori. Il Poltergust 5000 nasce per aspirare i fantasmi, OK, ma nulla vieta di invertire il flusso e/o sfruttarlo per sollevare tappeti, afferrare tende, tovaglie e in generale passare al setaccio le magioni infestate svelandone i vari segreti o espugnandone le ricchezze in modo da potenziare il proprio arsenale. Sempre grazie all’aspirapolvere si può, ad esempio, afferrare oggetti congelati e trasportarli fino alla fiamma più vicina, oppure gonfiare dei palloncini e creare una piccola mongolfiera per raggiungere aree altrimenti inaccessibili; e queste sono solo alcune delle tante interazioni possibili per sfruttare o aggirare i limiti fisici del gioco. La torcia a sua volta non si limita a rendere vulnerabili gli spiriti ma consente di attivare interruttori e meccanismi, mentre l’Arcobaluce – sorta di versione “mariesca” degli ultravioletti – è in grado di svelare porte e oggetti nascosti aggiungendo di fatto una dimensione extra all’avventura, obbligando così il giocatore a prestare particolare attenzione a tubi mancanti, zerbini e persino ai complementi d’arredo apparentemente asimmetrici. Attorno a queste dinamiche gli sviluppatori hanno costruito un sistema di enigmi incredibilmente sofisticato; le missioni inizialmente appaiono circoscritte, ma col procedere del gioco diventano sempre più elaborate facendo “esplodere” il level design delle singole magioni e servendo alcune delle boss fight più creative mai viste in un videogioco Nintendo. Di contro il cuore dell’esperienza resta la caccia, e anche sotto questo aspetto dopo le prime semplici battute è necessario ricorrere all’astuzia e a tutte le opportunità offerte dai propri strumenti, senza contare le occasionali disinfestazioni da ragni, piante carnivore e altre simpatiche creaturine che infestano le aree di gioco.

Se il titolo originale ha proposto una più che discreta esperienza portatile, in questa occasione è opportuno chiedersi se e quanto abbia giovato la transizione a una nuova piattaforma. La risposta è a nostro avviso: decisamente più performante ma meno “peculiare” rispetto alla piccola console portatile della grande N. A livello puramente visivo, nulla da dire: pur non raggiungendo le vette di Luigi’s Mansion 3, questa edizione HD del secondo capitolo risulta comunque molto curata, potendo godere di modelli e texture ricreati da zero e un impatto scenico dovuto al cambio di proporzioni dello schermo decisamente più efficace. Molto bene invece per quello che concerne il lato controlli, che tornano a contemplare l’utilizzo dell’analogico destro (assente su 3DS) per rendere più agile il movimento che su portatile risultava piuttosto sacrificato. Forse il cambiamento più importante che il gioco ha vissuto in positivo. Esplorazione e combattimenti risultano quindi più fluidi e divertenti, così come tutte le prove “speciali” che vedono variare il gameplay. Dove si paga lo scotto è nella trasposizione dell’esperienza “stereoscopica” originale: in particolare basta vedere i boss, comunque tuttora apprezzabili, per cogliere come la messinscena sia frutto di un design collegato allo speciale effetto visivo offerto dallo schermo superiore di Nintendo 3DS, risultando sacrificata, se non quasi banalizzata, quando riprodotta in modo tradizionale. E’ necessario, quando si parla di Luigi’s Mansion 2 HD evidenziare due note sulla longevità e il multigiocatore. Per quanto concerne la durata, il titolo si assesta sui livelli del terzo capitolo, quindi intorno alle 10/15 ore per una partita classica, salendo se si va alla ricerca del completismo, sebbene il tutto possa risultare un po’ allungato per via del continuo “vai e vieni” dovuto alla struttura a missioni. Per quanto riguarda il multigiocatore tocca constatare come il tutto sia in linea con il titolo d’origine, mancando quindi di una modalità storia cooperativa e limitandosi invece alla Torre del Caos in cui collaborare fino a 4 giocatori, in wireless locale o online, per superare le tante e appassionanti sfide proposte. Tirando le somme, poter tornare a giocare a Luigi’s Mansion 2 HD è sempre un piacere, soprattutto perché in termini di level design, struttura degli enigmi e gestione dell’arsenale è sicuramente il capitolo più interessante della serie, persino al netto del terzo. In più il salto in avanti per quanto riguarda il sistema di controllo offerto a suo tempo da 3DS rappresenta una vera benedizione, persino più gradita del passaggio all’alta definizione. Certo, aggiornare anche il sistema dei salvataggi sarebbe stato un gradito cambiamento, ma tutto sommato non possiamo lamentarci. Tuttavia tra gioco base, contenuti extra e tutte le cose da fare per completare il titolo al cento per cento, ci sarà da spassarsela davvero per molte ore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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iPhone pieghevole nel 2027, un nuovo brevetto online fa esplodere i rumors

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iPhone pieghevole? Tornano i rumors. Le ultime indiscrezioni arrivano proprio da un nuovo brevetto che Apple ha registrato negli Stati Uniti. Il lancio però dovrebbe avvenire tra qualche anno, non prima del 2027. Il nome del documento, ripreso dal sito Cnet, è “dispositivi elettronici con display pieghevoli durevoli”, depositato nel 2021 ma concesso il 16 luglio di quest’anno. Al suo interno, alcune soluzioni che la Mela potrebbe seguire per realizzare l’iPhone Flip, ossia un telefono che si chiude a conchiglia, come il recente Motorola Razr 50 Ultra. Il testo elenca in modo dettagliato la presenza delle varie componenti del prodotto, dalla batteria alla ricarica wireless, connettività Bluetooth e Wi-Fi, display led o lcd, microfoni e sensori capacitivi, tattili e così via. C’è un riferimento esplicito ad un display pieghevole di 180 gradi, o completamente piatto, in linea con le declinazioni attualmente sul mercato anche a marchio Samsung e Oppo. Se sembra alquanto certo che Apple stia esplorando la possibilità di lanciarsi nel mercato dei pieghevoli, più dubbi sussistono sulle tempistiche. L’analista Ross Young ha affermato che un modello del genere è stato posticipato ad almeno il 2025. Più o meno la stessa tempistica suggerita dall’analista esperto di Apple, Ming Chi Kuo, che ha ribadito la possibile finestra di presentazione. C’è chi va anche oltre: i ricercatori di TrendForce sottolineano che le rigorose procedure di controllo qualità di Cupertino e l’aumento nella richiesta di pannelli flessibili porterà l’azienda a concludere un primo lotto di disponibilità dell’iPhone Flip non prima del 2027, quanto Samsung sarà alla nona generazione di Galaxy Z Flip. Insomma, stando alle nuove indiscrezioni nel futuro degli smartphone della Mela il dispositivo pieghevole sembra essere presente. Non resta altro che aspettare per saperne di più.

F.P.L.

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree, molto più che una semplice espansione

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione enorme e sorprendente, che conferma la posizione di FromSoftware tra i migliori team di sviluppo in circolazione nel panorama videoludico contemporaneo. Il dlc (anche se chiamarlo così è riduttivo) è ovviamente disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, quindi tutti coloro che hanno potuto giocare a Elden Ring (qui la nostra recensione), potranno cimentarsi in questa nuova avventura e proseguire il loro cammino. Ricordiamo a tutti coloro che sono interessati a intraprendere questo nuovo viaggio che per entrare nell’universo offerto da Shadow of the Erdtree è necessario aver ucciso Radahn e Mohg. Una volta fatto ciò si deve interagire col bozzolo di Miquella, parlando prima con un NPC che si troverà proprio lì davanti. Essendo una macro-area da visitare dopo l’endgame, il livello di difficoltà dei nemici al suo interno è piuttosto sostenuto. Questo vuol dire che provare a esplorare stando al di sotto di un livello medio che si aggira attorno al 140, o addirittura di parecchio inferiore, si va incontro alla morte anche coi nemici più insignificanti. Prendere sotto gamba il livello è un errore da non fare in quanto per chi volesse provare l’ebbrezza di addentrarsi nel “nuovo mondo”, l’impatto sarà assolutamente traumatico. Gli antagonisti sono capaci di uccidere con uno o due colpi e le zone più avanzate, assieme a quelle segrete e ai boss facoltativi, risultano quasi impossibili da completare. Eppure Elden Ring Shadow of the Erdtree, così come il gioco principale, non è mai scorretto col giocatore. Ovviamente il titolo impartirà dure lezioni ancora una volta, ma quando si inizierà a comprendere il gioco delle minacce che piagano la Terra delle Ombre, affrontare ogni ostacolo sarà fonte di assoluta soddisfazione. Differentemente da quanto i più possano pensare, l’aumento di livello non è la chiave per poter dominare sul campo di battaglia. Stavolta From Software ha applicato una sorta di sistema di potenziamento interno all’espansione che funziona grossomodo come i pezzi di maschera già visti in Sekiro. Va da sé che le reali differenze durante l’avanzamento, e soprattutto durante gli scontri coi boss, si notano solo raccogliendo i frammenti sparsi per la mappa di gioco, taluni ben nascosti o accessibili solo dopo alcune fasi di sbarramento. Una volta fermi ai Luoghi di Grazia, si potrà consultare il menù arricchito con una nuova voce che consente di migliorare in modo permanente alcune delle statistiche passive. Questa scelta adottata per Elden Ring Shadow of the Erdtree ha una duplice funzione: non rendere il contenuto troppo semplice anche per i veterani e obbligare i giocatori a esplorare davvero a fondo ogni angolo di mappa. L’esperta FromSoftware non ha però reso semplice l’accesso a tutte le aree, e in questa espansione si percepisce un senso della scoperta ancora più meraviglioso e sbalorditivo, reso tale da un design delle aree molto più articolato e complesso.

Il Regno delle Ombre è una mappa affascinante e con un design complesso e raffinato che conquista. Tuttavia è doveroso fare una menzione speciale ai dungeon/legacy, che presentano le medesime qualità. Anche qui il team di From Software è riuscito a creare livelli pieni di anfratti, percorsi alternativi, uscite, scorciatoie e connessioni all’interno di architetture colossali e uniche. Tra quelle esplorate ce ne sono due in particolare che abbiamo apprezzato. Autentiche opere di ingegneria studiate nei minimi dettagli: dalla disposizione dei nemici a quella delle sezioni interconnesse con una naturalezza disarmante. Un altro aspetto positivo positivo di Elden Ring: Shadow of the Erdtree riguarda la significativa riduzione del numero di mini-dungeon. Ora ce ne saranno di meno, ma più interessanti, elaborati e complessi. Spesso con meccaniche uniche e con boss sempre differenti, che garantiranno uno stimolo costante per quanto concerne l’esplorazione. Altro punto di forza della produzione sono i boss. In Elden Ring: Shadow of the Erdtree ce ne sono circa una decina, e sono tutti assolutamente straordinari sia per design che per le meccaniche di combattimento. E’ davvero sorprendente vedere come il team di From Software continui a sorprendere la sua fan base con creature così imponenti e ricche di personalità, capaci di proporre battaglie uniche, intense e sempre molto complesse da affromntare. Oltre a quanto detto, quest’espansione di Elden Ring ha un altro merito, ovvero: riuscire a sorprendere anche per il numero smodato di armi, talismani e magie aggiuntive, oggetti peraltro pensati per modificare sensibilmente lo stile di qualunque giocatore. Si vede chiaramente che l’intento di FromSoftware nella Terra delle Ombre è stato chiaramente uno solo: offrire un gran quantitativo di strumenti adatti a ogni genere di build, dotati di mosse e poteri così unici da spingere i giocatori a testarli anche se non necessariamente ottimali. E se da una parte alcune combinazioni del gioco base restano spettacolarmente efficaci e difficilmente sostituibili, riteniamo che FromSoftware abbia davvero trovato la chiave di volta qui, perché è stato praticamente impossibile non cambiare varie volte specializzazioni ed equipaggiamento dinanzi a certe novità. Ci sono ben otto categorie di armi del tutto nuove, e alcune di queste coprono delle mancanze significative del gioco base. A tutto ciò va anche sommato un discreto numero di ottime nuove stregonerie e un mix incredibile di incantesimi Il risultato finale? Un vero paradiso per chi ama sperimentare con statistiche ed equipaggiamento. Tirando le somme, questo Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione incredibile, un lavoro di grande pregio che torna in parte alle origini dei souls, senza però tradire lo spirito del gioco base né abbandonare le caratteristiche che lo hanno fatto amare da così tanti giocatori. Si tratta di un lavoro impressionante, capace di stupire sia per il suo incredibile map design sia per la varietà delle novità introdotte. Impossibile, davanti a un’opera simile, non confermare il già notevole voto del gioco base. Impossibile lasciarselo sfuggire se avete amato il titolo originale.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9,5

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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