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La proposta della pace, a un anno dalla guerra
Volodymyr Zelensky lavora a un piano in 10 punti per porre fine al conflitto che ormai da oltre 300 giorni devasta l’Ucraina.
Con l’intenzione – secondo il Wall Street Journal, che cita diplomatici Ue e ucraini – di presentarlo intorno al 24 febbraio prossimo, primo anniversario dell’invasione e periodo in cui si teme di più l’arrivo in Ucraina di una nuova offensiva russa su vasta scala
Fino a quella data, l’idea di Kiev è massimizzare le riconquiste territoriali con “più vittorie possibili”, per poi presentarsi più forti ad un eventuale tavolo negoziale. Per il giornale americano, il leader ucraino ne ha già parlato con Biden durante la visita a Washington. E del piano di pace di Kiev “ne abbiamo parlato” anche coi partner del G7, ha riferito il segretario di Stato americano Antony Blinken. “Posso solo dirvi che stiamo valutando ciò che ha proposto” Zelensky, ha aggiunto il capo della diplomazia Usa, secondo cui la formula di Kiev è “un buon inizio”, ma senza specificare quanto tempo ci vorrà a Stati Uniti e Ucraina per valutare congiuntamente il piano.
Per quanto però si possa parlare di pace, per ottenerla bisogna che ci sia la volontà di entrambi i fronti. E dal Cremlino si sono affrettati a dire che a loro non risulta che da parte ucraina ci siano piani di pace, perché Kiev “non tiene conto della realtà attuale”. Se da una parte infatti l’incontro Zelensky-Biden ha suggellato ancora di più un’alleanza vitale per l’Ucraina, dall’altra ha infiammato le tensioni tra Usa e Mosca, con l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, che giudica la visita del presidente ucraino un segnale che Usa e Ucraina “non sono pronti per la pace”, definendo a questo punto “probabile uno scontro fra Russia e Stati Uniti”.
Con il conflitto pronto ormai a varcare le porte del 2023, persino Vladimir Putin ha usato per la prima volta la parola “guerra” parlando dell’offensiva militare giovedì in conferenza stampa. Un dettaglio che non è passato inosservato e che ha scatenato reazioni anche in Russia. Tanto che un deputato del comune di San Pietroburgo, Nikita Yuferev, ha chiesto l’apertura di un procedimento nei confronti dello zar, le cui parole possono “essere ritenute legalmente responsabili della diffusione di falsità sulle azioni dell’esercito russo”.
Parole a parte, il presidente russo prepara la guerra nei fatti, convinto dei “progressi significativi sulla via della smilitarizzazione” dell’Ucraina, secondo il portavoce Peskov. Lo zar ha ordinato ai capi dell’industria della difesa di garantire che l’esercito russo riceva tutte le armi e le attrezzature “nei tempi più brevi possibili” per combattere in Ucraina. Mentre il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko arriverà sabato in Russia dopo la recente visita di Putin a Minsk. Mosca prepara poi la vendetta contro il price cap europeo sul gas, mentre il ministro all’Energia e vicepremier russo, Aleksandr Novak, ha annunciato l’intenzione di dirottare le forniture di gas dall’Europa verso altre aree del mondo, benché il mercato europeo resti “rilevante”.
Intanto continuano a cadere le bombe in tutta l’Ucraina, con le autorità ucraine che riportano attacchi su Kharkiv e a Kherson, dove due civili sono morti e un asilo è rimasto danneggiato in un attacco degli invasori. Kiev ha registrato una “enorme” carenza di elettricità, fino al 50% del fabbisogno, con la capitale ucraina colpita da blackout di emergenza. Dall’altra parte del fronte, i filorussi hanno denunciato l’esplosione di un’autobomba dei “terroristi di Kiev” a Melitopol, che ha provocato due feriti. Giovedì invece l’ex vice premier e direttore generale dell’agenzia spaziale russa Roskosmos, Dmitry Rogozin, insieme al governatore dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr), Vitaly Khotsenko, sono rimasti feriti a Donetsk durante bombardamenti delle forze ucraine.
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