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Welfare, “La porta accanto”: 10 cooperative romane in rete per l’innovazione sociale

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ROMA – Si è svolto questa mattina presso la Sala Consiliare del Municipio Roma III il secondo appuntamento di presentazione di Innovainrete, una rete costituita da 10 storiche cooperative romane con lo scopo di scardinare un approccio parcellizzato e frammentario relativo alla presa in carico della persona, un’azione creativa che dà voce al desiderio di generare cambiamenti connettendo le persone con i territori e le Istituzioni.
 
Nell’ambito dell’incontro è stata lanciata La Porta Accanto il primo dei progetti di Innovainrete: progetto finanziato dalla Regione Lazio che si prefigge l’obiettivo di sviluppare 10 COT solidali (Centri Operativi Territoriali) fortemente radicati nel territorio, capaci di mettere in relazione il cittadino e gli operatori locali preposti ai servizi socio-sanitari. Il progetto  nasce dalla necessità di mettere in relazione quartieri, municipi, persone: spesso infatti il cittadino ha la percezione che non vi sia una visione comune e che le realtà preposte ai servizi operino in totale autonomia.
 
“Obiettivo della Regione – ha tenuto a sottolineare il rappresentante per la Direzione regionale per l’inclusione sociale presente all’incontro – ė rafforzare  la coprogettazione degli interventi di inclusione sociale. La collaborazione con gli ETS ė il modo migliore per costruire reti efficaci e rispondere alle sollecitazioni e alle sfide complesse”.
 
Sfide complesse interamente calate nei territori da cui arrivano poi le testimonianze dirette a riprova di quanto il modello possa essere funzionale, come nel caso di Casal Boccone: “La Porta accanto di Casal Boccone è stato un valore aggiunto per tutta la comunità: per le famiglie ospitate avere un aiuto concreto all’interno della struttura è stato veramente importante e prezioso.” Ha dichiarato Magdalena Gavrilescu, rappresentante della comunità di Casal Boccone.
 
Proprio grazie alla stretta relazione con le risorse presenti sul territorio, i COT infatti sono in grado di offrire servizi specialistici alle famiglie, ai minori, agli adolescenti, agli anziani e rappresentano uno spazio aperto ai bisogni, un luogo che raccoglie idee, propone azioni, costruisce reti, cerca risposte per superare il disagio e agire sulla qualità del vivere.
 
Anche il simbolo di questa iniziativa, la porta appunto, rappresenta in maniera metaforica l’obiettivo prefissato: creare un punto di contatto con i bisogni delle persone in una capitale che vive di frenesia e che invece necessita di luoghi deputati all’ascolto dove il cittadino venga messo al primo posto. Porta che continua ad essere aperta a nuove collaborazioni, come quella che sta per partire grazie alla firma di un protocollo con il Forum del Terzo settore del Lazio.
 
Plauso a apertura all’iniziativa lanciata dalle 10 cooperative è arrivata, oltre che dalla Regione, anche dagli altri rappresentanti istituzionali presenti.
 
“Il progetto sperimentale La Porta accanto – ha dichiarato Maria Concetta Romano, Assessore alle politiche Sociali e Servizi alla Persona, Politiche Sanitarie, Protezione Civile – ha una particolare rilevanza nel contesto attuale del nostro Municipio, perché portiamo avanti un obiettivo comune  in termini di tutela e supporto dei diritti delle fasce di cittadini più svantaggiati in collaborazione con i servizi sociali del Municipio e I Servizi sanitari del distretto 3 Asl Roma 1.”
 
Apprezzamento rimarcato anche da Paola Ilari, Assessore alle Politiche Educative e Scolastiche: “La scelta fatta con InnovaInRete – ha affermato- è una scelta che ci rende felici. Una rete è un Noi ed è sempre più forte di una singola realtà. Se poi la rete si attiva per mappare e raccogliere gli specifici bisogni di un territorio, fare inclusione e creare comunità è sempre un valore aggiunto per arginare tutte le diseguaglianze e non lasciare indietro nessuno.”
 
Tra i presenti all’iniziativa di questa mattina, dopo quella che si è tenuta il 16 novembre presso il V Municipio, Elisa Paris, Presidente Cooperativa Nuove Risposte e di InnovaInRete, Carla Patrizi, Presidente Cooperativa Sociale Idea Prisma 82, ed Enrico Fratini, Presidente Cooperativa Sociale Il Brutto Anatroccolo, Francesca Danese, portavoce del Forum terzo settore Lazio .
 
Innovainrete è la rete formata da: Arca di Noè, Il Brutto Anatroccolo, Cospexa, H – Anno Zero, Idea Prisma 82, Magliana Solidale, Meta, Nuove Risposte, Il Piccolo Principe e Prassi e ricerca.
 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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