Connect with us

Cronaca

Pisa, Ancri sempre in campo per promuovere la cultura del rispetto del Tricolore

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti

L’ANCRI (Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana) di Pisa ha reso omaggio al Tricolore anche donando due Bandiere al Polo scolastico “Dino Carlesi” di Pontedera. La manifestazione di onore e rispetto verso il Simbolo delle Repubblica richiamato tra i principi fondamentali dalla nostra Costituzione è avvenuta in occasione della inaugurazione del Polo Scolastico “Dino Carlesi” a Pontedera. È stata la Vice Presidente della sezione ANCRI di Pisa Sabrina Chiellini, in rappresentanza del presidente Mario Cerrai e del consiglio dell’Associazione, a rappresentare gli insigniti al Merito della Repubblica.

Alla cerimonia, oltre alla rappresentante dell’ANCRI e al sindaco di Pontedera Matteo Franconi, sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, l’Assessora regionale all’Istruzione Alessandra Nardini e il Consigliere regionale Andrea Pieroni, il Presidente della Provincia Massimiliano Angori, tutta la giunta di Pontedera, Rappresentati istituzioni scolastiche e delle Forze e Corpi di Polizia oltre all’architetto Alberto Bartalini, il progettista della Scuola e ideatore del Teatro del silenzio di Andrea Bocelli.

Da anni l’Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito Italiano (ANCRI) porta avanti programmi di promozione della cultura del rispetto delle bandiere. L’obiettivo prefisso dal Presidente dell’ANCRI Tommaso Bove è quello di coinvolgere il maggior numero di politici, Istituzioni, Enti territoriali, Associazioni, mondo della scuola e cittadini, per assicurare al Tricolore il massimo rispetto e decoro che gli spetta.

Una attività, di promozione della cultura condivisa , che inizia a dare risposte significative se si considera che, come scrive oggi il Prefetto Francesco Tagliente sul Giornale di Pistoia, sono sempre di più i cittadini che segnalano rappresentanti di Uffici pubblici e privati irriguardosi verso i Simboli della Repubblica; Rappresentanti dei Comuni, che indossano la Fascia Tricolore con tenute non consone alla dignità e al decoro di un’insegna di funzione di così alto valore simbolico; Istituti scolastici con Bandiere in uno stato di degrado inaccettabile; organismi di diritto pubblico che abbandonano il Tricolore sui pennoni a brandelli.Come spesso accade – scrive Tagliente – quando il livello di degrado scende al di sotto la soglia di normale tollerabilità, i primi a reagire sono proprio i cittadini. E nei tre casi segnalati sono stati i cittadini che con mail, messaggi o post sui social hanno manifestato il disappunto chiedendo di rispettare il decoro delle Bandiere.“Dobbiamo tenere tutti presente – aggiunge Tagliente che è anche delegato alle relazioni istituzionali dell’ANCRI – che il Tricolore è il simbolo della nostra patria, della nazione, del popolo italiano e delle libertà conquistate. È il simbolo dei sentimenti più nobili e rappresenta l’unità nella Nazione. È il simbolo che ha accompagnato il cammino del nostro Paese nei momenti luminosi e in quelli bui. Anche se non ce ne accorgiamo, anche senza vederlo, il nostro Tricolore lo abbiamo cucito sulla pelle fin dalla nascita. Emerge e si manifesta in circostanze particolari per darci forza, passione e coraggio, specie quando la comunità si trova a vivere momenti d’incontenibile euforia (un grande successo sportivo) o un’emergenza dai risvolti drammatici, in cui i legami sociali si riscoprono più solidi. Quel Tricolore che nel 2006 ha portato l’Italia al centro del mondo sventolando a Berlino, che ha fatto il giro del mondo dopo la vittoria degli Europei, che abbiamo visto sventolare dal podio di Tokyo e dagli altri contesti internazionali, toccando le corde più profonde di milioni di italiani, purtroppo su molti nostri edifici, soprattutto scolastici, pende in condizioni avvilenti”.

Tagliente ricorda il caso di “Una passeggera che ha scritto alla Direzione dell’Aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino lamentando che, ritornata a Roma dopo un viaggio all’estero, all’uscita del Terminal 3 di Roma Fiumicino, non ha potuto fare a meno di osservare le due Bandiere, italiana e europea, presenti in corrispondenza del parcheggio in condizioni a dir poco, vergognose: colori sbiaditi, tessuto liso e stracciato. Ha anche illustrato con delle foto il degrado delle Bandiere domandandosi se sia possibile presentare così il Simbolo per eccellenza del nostro Paese e se è mai possibile che chi arriva in Italia possa vedere, come prima immagine, la nostra Bandiera in quelle condizioni. Con la sua accorata segnalazione ha precisato di essere ritornata in Italia da un Paese dove all’uscita dall’Aeroporto ha visto numerose Bandiere del Paese, belle, integre e con i colori accesi che sventolavano ovunque. Ha concluso la sua segnalazione chiedendo alla direzione dell’Aeroporto quando è prevista la sostituzione.Come è sempre un cittadino – scrive Tagliente – a denunciare il degrado del Tricolore a Cascina (PI). Fa molto male leggere sulla pagina Facebook “Sei di Cascina” il disappunto di un cittadino che il 2 settembre scrive “A distanza di nove mesi dalla segnalazione … le condizioni della Bandiera esposta sull’edificio dell’istituto scolastico omnicomprensivo Borsellino di Navacchio sono peggiorate. Ora è uno straccio. Quella Bandiera è il simbolo del nostro paese, tenerla in queste condizioni significa privarla di ogni valore ma anche violare una legge dello stato che disciplina la sua affissione. Il preside non avrebbe dovuto permettere un tale irrispettoso scempio del Tricolore. Inutile pretendere di insegnare educazione civica, e poi dare un esempio pessimo ai ragazzi”.

Dalla stessa pagina FB, da un post del 14 settembre – precisa Tagliente – apprendiamo con grande gioia che la segnalazione è stata accolta e le Bandiere sostituite. Tagliente cita anche la segnalazione di rappresentanti dei Comuni, che indossano la fascia tricolore con tenute non consone alla dignità e al decoro di un’insegna di funzione di così alto valore simbolico. “Le immagini di alcuni rappresentanti dei Comuni, che indossano la Fascia Tricolore con tenute non consone alla dignità e al decoro di un’insegna di funzione di così alto valore simbolico, evidenziano – sebbene in buona fede – una sensibilità istituzionale molto approssimativa. Con una franchezza che è, anzitutto, segno di stima personale e di profonda considerazione per il mondo delle municipalità italiane – scrive il delegato alle relazioni istituzionali dell’ANCRI – ho sentito il bisogno di sottoporre all’attenzione del presidente dell’ANCI la diffusa tendenza a sottovalutare il ruolo della forma esteriore nelle occasioni ufficiali, snaturandone la rilevanza e riducendo la Fascia Tricolore alla stregua di un mero distintivo di qualifica. Nel giudicare le persone, ho sempre diffidato delle apparenze, a meno che tali persone rivestano una carica elettiva, la più nobile espressione, a mio avviso, della partecipazione di un cittadino alla vita del Paese”. “Ritenendo che mancanza di rispetto per il decoro del Tricolore può essere collegata anche al fatto che le prescrizioni di legge (D.P.R. 7 aprile 2000, n. 121) sono prive di sanzione – conclude Tagliente – il 4 dicembre 2021, come Delegato ai rapporti istituzionali dell’ANCRI, ho scritto anche ai Presidenti dei Gruppi parlamentari di Camera e Senato chiedendo una norma sanzionatoria per il mancato rispetto delle disposizioni sul decoro delle Bandiere. Con l’occasione ha rivolto un appello anche a tutti i parlamentari. Nell’immediato il riscontro è andato oltre le previsioni e le aspettative con la risposta favorevole di quasi tutti gli schieramenti politici, ma di fatto non risulta assunta alcuna iniziativa parlamentare. Ho chiesto il soccorso dei parlamentari convinto che la mancanza di rispetto per il decoro del Tricolore accade – lo voglio ripetere – anche perché le prescrizioni di legge (D.P.R. 7 aprile 2000, n. 121) sono prive di sanzione, diversamente da quelle sulla dignità del Tricolore (vilipendio, danneggiamento, disprezzo, dileggio, distruzione, imbrattamento ecc.), tutelate dalla legge penale.