Connect with us

Roma

ROMA PROVINCIA, IL MIO SGUARDO LIBERO, 41 VOLTI PER LA LEGALITA'

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minuti La mostra fotografica è dedicata al giornalista Giuseppe D’Avanzo

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

A.P.

Quarantuno volti di persone che operano nella e per la legalità. Parte da qui la mostra fotografica ‘Il Mio Sguardo Libero – Volti per la Legalità”, promossa dall'Associazione culturale “A Voce Alta” e organizzata dalla Provincia di Roma e da Grandi Stazioni – Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.

L’esposizione raccoglie un ventaglio di personaggi che sono entrati a far parte della vita quotidiana attraverso i media. Con i volti più noti ci sono anche tutte quelle persone ‘comuni‘ che lottano quotidianamente contro la criminalità organizzata e che per sfidarla sono state vittime di ritorsione. La lista di queste persone è molto lunga e comprende magistrati, scrittori, attori, giornalisti, imprenditori, rappresentanti di associazioni, fondazioni, insegnanti, sacerdoti e istituzioni che si battono contro la criminalità organizzata, per la difesa dei diritti civili e di quella parte della società socialmente ed economicamente  più debole.

La mostra fotografica è dedicata al giornalista Giuseppe D’Avanzo. Il progetto ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, una medaglia di rappresentanza.

L’esposizione sta girando tutta l'Italia. A novembre era a Napoli, a marzo a Genova. Roma è la terza tappa. Seguiranno Torino, Lamezia Terme, Caserta, Milano ed altre città. Ad ogni tappa, si aggiungono nuovi “volti” fotografati da Fiorenza Stefani.
Roberto Saviano, Benedetta Tobagi, Nicola Gratteri, Umberto Ambrosoli, don Luigi Ciotti, Antonio Ingroia. Sono solo alcuni dei 41 soggetti immortalati da Fiorenza Stefani per la mostra fotografica. A Roma, i volti fotografati in questi giorni sono quelli di Franco La Torre, dei registi Pasquale Scimeca e Paolo Bianchini.

Grazie alla collaborazione tra Provincia di Roma e Grandi Stazioni, si è deciso di non organizzarla all’interno di una sede istituzionale, bensì di portarla nel cuore della città, in uno dei luoghi più vivi e frequentati di Roma, e cioè la Stazione Termini.

La mostra viene ospitata all’interno dell’Atrio della Stazione Termini, a Piazza dei Cinquecento a Roma e sarà visitabile liberamente da oggi fino al 30 aprile.
Durante il periodo tutte le scuole superiori di Roma e Provincia potranno prenotare visite guidate totalmente gratuite.
Il catalogo della mostra sarà in vendita presso la libreria che si trova nell'atrio della Stazione Termini.

Hanno partecipato all’inaugurazione della mostra:
il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti;
il responsabile sviluppo e relazioni istituzionali di Grandi Stazioni Paolo Lo Bascio;
Tano Grasso, presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane (FAI);
Don Aniello Manganiello, dal 1994 al 2010 parroco di Santa Maria della Provvidenza a Scampia, dove è stato anche un punto di riferimento importante per tutto il quartiere;
Raffaele Cantone, magistrato napoletano attualmente presso l’Ufficio del Massimario della Suprema Corte di Cassazione di Roma.
Il dottor Cantone si è occupato come magistrato anticamorra della DDA di Napoli delle indagini sul clan camorristico dei Casalesi fino al 2007.

"È soprattutto nei periodi di debolezza economica – ha affermato stamattina il presidente  Zingaretti – che proliferano gli affari della criminalità organizzata. Per questo l' attenzione sui fenomeni mafiosi deve essere mantenuta sui massimi livelli di guardia. La cultura della legalità deve diventare patrimonio di tutti. Una mostra in un luogo simbolo di Roma come la stazione Termini permette a chi parte e a chi arriva nella nostra città di trovare una testimonianza viva di una scelta di campo, quello della legalità; una galleria di volti di cittadini che scelgono di impegnarsi in prima persona”.

“Una delle cose che ha devastato questo Paese  – ha aggiunto Zingaretti – è l' illusione della convenienza dell' egoismo. Queste persone invece propongono il modello di vita della condivisione. Roma da 2-3 anni viene vista come una  piazza dove le mafie possono investire nella criminalità. Basta vedere i negozi della città che cambiano continuamente proprietario, gestione e metodo. Io sono convinto che di queste cose bisogna parlare, lo abbiamo fatto con la fiaccolata contro le mafie a luglio e pochi giorni fa con l' istituzione della Consulta antimafia della provincia. Tutti insieme siamo molto più forti della mafia."
 

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

Continua a leggere

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti