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Finnair, una nuova strategia contro la grande turbolenza: l’intervista al vice presidente Mikko Turtiainen

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La sede cemtrale della Finnair, palazzo HOTT, si erge lucido di vetrate nei pressi di Aviapolis, la periferia tra Helsinki e Vanta dedicata alle strutture aeroportuali piu importanti della Finlandia.

Mikko Turtiainen

La compagnia aerea finlandese, la sesta  tra le più longeve in attività al mondo, si avvicina alla celebrazione del proprio primo centenario di vita, nel 2023, una vigilia non molto rilassante tra guerre ed epidemie che lasciano il segno anche su questa media ma solida compagnia aerea che porta nei cieli del mondo i colori bianco e blu del piccolo Paese nordico. Facciamo il punto sulle sue prospettive con Mikko Turtiainen, vice presidente, responsabile del settore vendite globali.

Come state preparandovi per il centenario?

Come per un traguardo ed una ripartenza: speriamo di voltare una pagina per noi storica con ottimismo su progetti ed iniziative. Il 2023 sarà un anno speciale che celebreremo con uno sguardo al passato ma anche con rinnovata energia verso il futuro. Stiamo attraversando il periodo piu turbolento per il nostro settore. Il centenario ci stimola ad andare avanti: questo compleanno cade nel novembre 2023 ma stiamo predisponendo iniziative per tutto lanno.

In questa situazione di guerra e pandemia come state reagendo in termini operativi?

Stiamo adattando con flessibilita la nostra strategia operativa a situazioni di grande incertezza: restrizioni, sanzioni, chiusura di spazi aerei…Abbiamo limitato i nostri collegamenti verso lAsia, resi più lunghi dal blocco dello spazio aereo russo, pur incrementando voli per lIndia, a Mumbai da agosto, per esempio. Stiamo razionalizzando la flotta ed abbiamo completato il programa di riduzione costi per 200 mni. di euro. In merito alla struttura della nostra flotta, stiamo migliorando la comodità ed efficienza degli aerei per il lungo raggio anche avendo ridisegnato una business class apprezzata per qualità da clientela ed esperti. Il mercato asiatico resta fondamentale per Finnair, con Tokyo, Chennai, Seoul, Singapore, Hong Kong, Bangkok ma abbiamo incrementato i voli per gli USA. A causa del blocco sullo spazio aereo russo, i tempi di volo per l’Asia sono aumentati dal 10 al 40% ma abbiamo compensato ponendo l’accento su miglioramenti sui servizi di bordo. Cina, Giappone, Corea sono mercati chiave verso i quali anche il traffico merci è rilevante, essendo cresciuto nei volumi proprio negli anni della pandemia ed apportando un contributo in termini di ricavi finanziari non indifferente. Sugli USA l’incremento dei voli ha fatto registrare anche nuove destinazioni come Seattle e confermato NYC, Miami, Los Angeles, Chicago.

Sul fronte dell’incremento della spesa per i clienti?

L’aumento dell’inflazione influisce sul comportamento della clientela, specie quella per vacanze. I costi in ascesa del carburante sono evidenti ovunque ma abbiamo scelto di non imporre sovraprezzi carburante e cerchiamo soluzioni pragmatiche per non penalizzare troppo i viaggiatori.

Su quali soluzioni vi orientate?

La Finnair ha nel suo DNA la questione della sostenibilità ambientale riferita ai carburanti. Recentemente abbiamo siglato un contratto con una società americana per la fornitura di speciali carburanti più sostenibili ma non trascuriamo soluzioni minori per risparmiare carburante e quindi costi: modalità di allestimento interno degli aerei, distribuzione dei pesi, struttura delle ali.. Abbiamo l’ambizioso obiettivo strategico di raggiungere la neutralità carbonica zero entro il 2045.

In materia di collaborazione con altre compagnie aeree?

Continuiamo a sviluppare nostre intese con compagnie come Aer Lingus, American Airlines ed anche con Alaska Airlines su collegamenti con la costa occidentale USA. Si tratta di partnerships solide e costanti.

Quando prevedete di poter ritornare alla situazione finanziaria pre- crisi?

In base ai risultati di bilancio di metà anno si prevede un terzo anno di perdite; la redditività è stata ridotta dalla crescita dei prezzi dei carburanti e dagli effetti del conflitto in Ucraina. Nel trimestre aprile – giugno le perdite operative si sono attestate su 84 milioni di euro in calo rispetto ai 151 milioni di euro dello stesso periodo del 2021. Il balzo del costo carburante ha causato costi aggiuntivi pari a ca. 126 mni. di euro. Tuttavia la domanda si è quasi stabilizzata per Europa ed USA per cui per fine estate i voli dovrebbero coprire una capacità al 70% rispetto ai livelli pre-pandemia.

Come affrontate la chiusura del mercato russo?

I nostri clienti provengono da molte nazioni quindi la quota di russi non è fondamentale essendo il mix molto equilibrato e non dipende da una parte nazionale specifica.

Dulcis in fundo, che ci dice sul mercato italiano?

L’Italia occupa sempre un posto centrale nel cuore dei finlandesi e ciò si rispecchia nella buona gamma di destinazioni offerte: Roma, Milano, ma anche Napoli, Verona, Catania, Venezia, tra collegamenti annuali e stagionali. Ma anche i visitatori italiani dimostrano un crescente interesse per la Finlandia e la Lapponia in particolare, attratti da quest’ultima per le sue unicità naturali e paesaggistiche. Per chi arriva dall’Italia ad Helsinki la Lapponia è facilmente accessibile con voli frequenti  e su vari aereoporti del nord, come Rovaniemi, Kittilä, Ivalo. L’Italia rimane un mercato sempre degno di cura ed attenzione.

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Francia, nuovo Governo: Macron bloccato tra i partiti

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La Francia è intrappolata in un’impasse senza precedenti, con il presidente Emmanuel Macron bloccato in un labirinto politico che sembra non avere via d’uscita. La scelta del nuovo premier, incaricato di formare un governo che possa gestire efficacemente il Paese, si sta rivelando una sfida insormontabile. Le consultazioni con i partiti politici, iniziate la scorsa settimana, non hanno portato ad alcun risultato concreto, lasciando il Paese in uno stallo politico che giorno dopo giorno diventa sempre più difficile da risolvere.

Dopo aver incontrato il Nuovo Fronte Popolare, Macron ha ricevuto i rappresentanti della destra, nella speranza di trovare un consenso per il nuovo esecutivo. Tuttavia, il clima politico è rimasto teso e privo di progressi significativi. La presidente dell’Assemblea Nazionale, Yael Braun-Pivet, è stata la prima ad arrivare all’Eliseo, ma ha lasciato l’incontro senza rilasciare dichiarazioni, segno del profondo disaccordo che persiste.

Diverso l’approccio dei leader del Rassemblement National, Marine Le Pen e Jordan Bardella, che non hanno esitato a manifestare la loro opposizione a un eventuale governo del Nuovo Fronte Popolare, anche in assenza di ministri dell’ala sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Le Pen ha chiaramente espresso l’intenzione di chiedere una sessione straordinaria del Parlamento a settembre per valutare la possibilità di censurare il governo non appena verrà formato. “Non cambia assolutamente nulla”, ha dichiarato, evidenziando come la sfiducia nei confronti di qualsiasi esecutivo proposto sia totale.

A peggiorare ulteriormente la situazione, si è aggiunto il leader dell’ex Republicain, Eric Ciotti, che ha dichiarato la sua ferma opposizione a un primo ministro scelto dal Nuovo Fronte Popolare, preannunciando un voto di censura immediato da parte del suo gruppo. La possibilità di una seconda ondata di consultazioni non è più solo un’ipotesi remota, ma un’opzione sempre più concreta, mentre il tempo stringe.

L’attuale stallo non è solo una questione politica, ma rappresenta anche una crisi istituzionale. Gabriel Attal, il premier dimissionario, è ormai da 41 giorni alla guida del governo per gli affari correnti, una situazione senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale. Questo prolungato periodo di incertezza sta sollevando preoccupazioni non solo tra i politici, ma anche tra i cittadini francesi, sempre più disillusi e preoccupati per la mancanza di una leadership stabile.

Nel frattempo, la tensione tra i partiti continua a crescere. Il Nuovo Fronte Popolare, ansioso di imporre la candidatura di Lucie Castets, non sembra disposto a scendere a compromessi. Il socialista Olivier Faure ha già messo in guardia contro una “messa in scena” orchestrata da Macron, mentre l’Insoumis Manuel Bompard ha parlato di “manovre” presidenziali per impedire alla sinistra di governare. Bompard ha avvertito che qualsiasi nomina diversa da quella di Castets potrebbe portare a un’escalation di tensioni, con proteste di piazza e, in ultima istanza, alla destituzione dello stesso Macron.

In questo contesto di crescente frustrazione e incertezza, il presidente Macron ha ancora pochi giorni per trovare una soluzione, prima di partire per la Serbia per una visita ufficiale. Con la cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici all’orizzonte, sembra sempre più probabile che la nomina del nuovo premier debba ancora attendere, prolungando ulteriormente l’impasse politica che sta paralizzando la Francia.

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Israele e Hamas: accordo rischia di fallire

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L’accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco è sull’orlo del fallimento e non esiste uno schema alternativo che possa essere presentato al suo posto.

Lo hanno riferito a Politico due alti funzionari Usa e due israeliani. “Non sappiamo se Sinwar vuole l’accordo”, ha detto una fonte, “se non lo vuole, c’è la possibilità che l’Iran attacchi e la situazione degeneri”. Mentre gli Usa spingono per un vertice al Cairo venerdì, un funzionario israeliano ha affermato: “Non è affatto sicuro che ci sarà un vertice, se ci fosse, non ci sarebbe nulla di cui parlare finché Israele resterà sulla sua posizione”. 

In un attacco con un drone israeliano a Sidone è stato ucciso Khalil el-Moqdah, fratello di Mounir el-Moqdah, un comandante delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, il braccio armato di Fatah palestinese, secondo quanto scrive il quotidiano L’Orient le Jour online citando un annuncio fatto nel campo palestinese di Ain el-Héloué, nei pressi di Sidone. Suo fratello Mounir è uno dei leader palestinesi di Fatah in Libano. È stato ripetutamente accusato da Israele di contrabbando di armi alle Brigate dei Martiri di al-Aqsa nella Cisgiordania occupata.

“Hezbollah ha lanciato questa mattina 50 razzi nel centro della città di Katzrin. Hezbollah spara indiscriminatamente contro i civili israeliani. Come ogni Paese che protegge i propri cittadini, agiremo di conseguenza”, ha dichiarato su X il portavoce dell’esercito Daniel Hagari.

Intanto i media libanesi riferiscono di un attacco di un drone israeliano a un veicolo nel campo profughi palestinese di Mieh Mieh, vicino alla città costiera di Sidone. L’Idf non ha ancora rilasciato dichiarazioni.

L’ esercito israeliano continua a operare nell’area di Rafah, nel sud della striscia di Gaza, e nelle ultime 24 ore ha eliminato decine di terroristi, distruggendo infrastrutture e individuando numerosi armamenti. Lo ha riferito il portavoce dell’Idf aggiungendo che l’aeronautica israeliana ha colpito circa 30 obiettivi terroristici nella Striscia, incluse postazioni di lancio e di osservazione.

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Vaiolo delle scimmie: l’Argentina blocca una nave in porto

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Tutto l’equipaggio è in quarantena, nessuno può sbarcare

Restano in quarantena gli oltre venti membri dell’equipaggio della nave per il trasporto di cereali Ina Lotte, battente bandiera liberiana, bloccata dalle autorità sanitarie argentine nel Rio del Paranà, nei pressi di Puerto San Lorenzo, nella provincia di Santa Fe, per un caso sospetto di vaiolo delle scimmie.

L’imbarcazione aveva lasciato l’Atlantico del nord il 12 luglio dopo essere entrata in un porto russo e olandese e due settimane dopo era arrivata in Brasile, dove è rimasta oltre una settimana nello scalo di Santos, prima di riprendere il largo verso l’Argentina.

Secondo quanto riportano le tv locali, il personale medico salito a bordo ieri sera ha sottoposto ad un test almeno un membro dell’equipaggio che presentava sintomi compatibili col virus.

Nessuno potrà sbarcare dalla nave fino a quando non si conosceranno gli esiti degli esami.

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