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Osservatorio Anbi, risorse idriche: è siccità endemica per il nord Italia. Esaurite le ultime speranze di ripresa

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Gargano: “Il Piano Laghetti, che prossimamente presenteremo con Coldiretti, è una grande opportunità”

“C’è la seria possibilità che zone del bacino padano restino senz’acqua”: la lapidaria, quanto preoccupante affermazione rilasciata al Macfrut di Rimini  da Meuccio Berselli, Segretario dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, trova immediata conferma nel report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che certifica come le recenti piogge non abbiano sostanzialmente inciso su uno stato di siccità, che pare quest’anno ormai irreversibile per le regioni del Nord Italia.

“Si prospetta una stagione di grande difficoltà idrica, che i Consorzi di bonifica ed irrigazione dovranno gestire con grande professionalità ed in concerto con le esigenze dei territori – conferma Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Resta la necessità di avviare celermente un piano infrastrutturale, perché resta poco tempo per non pregiudicare l’agricoltura italiana di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici.”

“Il Piano Laghetti, che prossimamente presenteremo con Coldiretti, è una grande opportunità, perché opererà nel senso della compatibilità fra grandi esigenze del Paese: agricola, ambientale ed energetica” anticipa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

I provvedimenti per un maggior rilascio d’acqua nei maggiori corpi idrici, hanno sortito l’effetto desiderato, incrementando, però, le portate in maniera troppo esigua: il Po, pur segnando una crescita lungo tutta l’asta, resta assai lontano dalla media mensile ed a Cremona (353,6 metri cubi al secondo) rimane addirittura sotto al minimo storico, registrato a Maggio (mc./sec. 469).

Stesso andamento si registra per i laghi del Nord ad eccezione del Benaco in calo; gli altri registrano livelli in crescita, addirittura repentina per i bacini d’Iseo e di Como, pur rimanendo tutti sotto media.

In Valle d’Aosta tornano a diminuire le portate della Dora Baltea e del torrente Lys, che dimezza la portata dopo il picco della scorsa settimana (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).

In Piemonte, nonostante tutti i principali corsi d’acqua segnino una crescita rispetto alla settimana passata (Sesia, Stura di Lanzo ed Orco più che raddoppiano la portata), resta una condizione di siccità estrema nella fascia centro-orientale della regione con punte di -80% nelle piogge sui bacini Residuo Tanaro e Residuo Po-Confluenza Tanaro (la media regionale è – 41% nel mese di Aprile).

In Lombardia, il fiume Adda continua a decrescere ed oggi registra una portata inferiore di quasi il 70% rispetto al siccitosissimo 2017; segno positivo, invece, per le riserve di neve: + 63,3% rispetto alla settimana precedente.

In Veneto, dove la Regione ha dichiarato lo stato di crisi idrica, il fiume Adige è oltre 2 metri sotto i livelli del 2021 ed oltre mezzo metro più basso del 2017; si confermano in sofferenza idrica anche gli altri corsi d’acqua che, ad eccezione del Piave, segnano record negativi in confronto alle annualità precedenti (fonte: ARPAV).

In Emilia Romagna torna “rossa” la zona occidentale dei bacini tra i fiumi Parma e Trebbia, così come segnano un grave deficit, le portate dell’Enza (sotto al minimo storico) e della Secchia, scesa in una settimana dal picco di 60 metri cubi al secondo all’attuale portata pari a mc./sec. 2,8 (fonte: ARPAE).

Anche in Toscana, nonostante Arno e Sieve siano finalmente sopra media mensile, si ridimensionano notevolmente i valori di portata dei corsi d’acqua dopo i segnali di ripresa delle settimane scorse (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).

Nelle Marche sono decrescenti i livelli di tutti i fiumi (fatta eccezione per la Nera), pur rimanendo in media con gli anni scorsi (fonte: Protezione Civile Marche)

In Umbria sono dimezzati i volumi trattenuti dalla diga Maroggia (circa 2 milioni di metri cubi sotto la media delle annualità precedenti).

Nel Lazio, i livelli del fiume Tevere sono nella media (fonte: Protezione Civile regionale), mentre resta bassa la portata dell’Aniene così come del Sacco e del Liri, in calo; inferiori all’anno scorso sono i livelli del lago di Bracciano.

Si conferma invece ottima la performance della diga di Penne, in Abruzzo, al massimo della capacità d’invaso (8,80 milioni di metri cubi).

In Campania, dove il fiume Liri-Garigliano è in sofferenza, i livelli idrometrici del Sele appaiono in calo, il Volturno è in fase di assestamento ed il Sarno risulta stabile; inoltre, si segnalano in lieve calo i volumi dei bacini del Cilento. Pertanto, il rischio di siccità non può dirsi ancora rientrato nella Campania settentrionale.

In Basilicata supera i 28 milioni di metri cubi, il differenziale tra i volumi delle odierne disponibilità idriche e quelle dell’anno scorso (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale).

Analogo discorso vale per la confinante Puglia, nei cui bacini mancano oltre 12 milioni di metri cubi d’acqua, rispetto al 2021.

Mentre permane una situazione idricamente positiva in Sicilia (fonte: Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto del Bacino Idrografico), in Sardegna è allerta per quasi tutti gli invasi insistenti nella fascia settentrionale dell’Isola, mentre è livello di vigilanza per quelli della zona centro-orientale; buoni dati, invece, si registrano per i bacini della fascia meridionale.

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Traffico, New York la città più congestionata al mondo nel 2023, Roma al 15° posto

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Il traffico nelle grandi città è un problema sempre più pressante, e New York si conferma la città più congestionata al mondo nel 2023, secondo il Global Traffic Scorecard di Inrix, aggiornato al primo trimestre del 2024. Gli automobilisti di New York hanno trascorso ben 101 ore bloccati nel traffico durante gli orari di punta, un dato leggermente migliorato rispetto alle 105 ore del 2022, ma comunque peggiore rispetto ai tempi pre-pandemia, quando si perdevano in media 91 ore.

Lo studio ha analizzato 947 città in tutto il mondo, mettendo in luce un problema che non riguarda solo la qualità della vita, ma ha anche un impatto economico significativo. Negli Stati Uniti, ad esempio, la congestione del traffico è costata 70,4 miliardi di dollari nel 2023, un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Questo costo deriva dal tempo perso nel traffico, che riduce la produttività e influisce negativamente sulle economie locali.

Dietro New York, altre città con gravi problemi di traffico sono Città del Messico, Londra, Parigi, Chicago e Istanbul, tutte con oltre 90 ore perse all’anno negli ingorghi. Queste città, nonostante le loro dimensioni e infrastrutture, lottano per gestire l’afflusso di veicoli nelle ore di punta.

Roma, la Capitale italiana, si trova al 15° posto in questa classifica globale, con 69 ore perse nel traffico nel 2023, un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. La velocità media a cui si riesce a percorrere un miglio (circa 1,6 km) nel centro di Roma è di 21 km/h, leggermente superiore a quella di New York, dove la velocità è di 17,7 km/h. In Europa, Roma è la terza città più congestionata, superata solo da Londra e Parigi.

Altre città italiane figurano nella classifica: Milano si posiziona al 25° posto, con 60 ore perse nel traffico e una velocità media di 22,5 km/h. Torino, invece, è al 94° posto, con 46 ore perse in un anno e una velocità media di 19,3 km/h.

Questi dati evidenziano come il traffico non sia solo una questione di disagi quotidiani, ma un problema globale che richiede soluzioni urgenti per migliorare la mobilità urbana e ridurre l’impatto economico e ambientale delle congestioni stradali.

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Torvajanica, sopralluogo di Ecoitaliasolidale al Fosso della Crocetta: Nonostante i risultati positivi, restano alcune criticità

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Un sopralluogo cruciale è stato condotto presso il Fosso della Crocetta a Torvajanica, nel Comune di Pomezia, per verificare la qualità degli interventi di bonifica e disinquinamento delle acque dei fossi che si riversano in mare. L’iniziativa, organizzata dal Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, ha visto la partecipazione del presidente Piergiorgio Benvenuti, del responsabile per il litorale romano Gaetano Di Staso, e dello staff tecnico guidato dal Dott. Paolo Amicucci, responsabile della ISAM Srl Divisione BIORGANIC.
 
**Un Apprezzamento con Riserva**
Durante il sopralluogo, gli esponenti di Ecoitaliasolidale hanno espresso soddisfazione per il protocollo adottato dal Comune di Pomezia, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Alto Lazio e finanziato dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Lazio. Il progetto, inserito nella strategia della “Blue Economy”, ha permesso di garantire interventi di alta qualità per il trattamento delle acque dei canali che sfociano nella costa. Tuttavia, c’è rammarico per il fatto che, nonostante i finanziamenti regionali siano stati offerti a tutti i 24 comuni rivieraschi e lacustri del Lazio, solo Pomezia sembra averne fatto richiesta.
 
**L’Importanza degli Interventi Biologici**
Gli interventi effettuati si sono distinti per l’uso di composti biologici, piuttosto che di sostanze chimiche o farmaceutiche. Questi prodotti hanno il compito di ripristinare i cicli vitali dell’ambiente, favorendo la ripresa della vita biologica, dal fitoplancton ai predatori primari, e aumentando le popolazioni vegetali e animali tipiche degli ecosistemi trattati.
 
**Criticità e Prospettive Future**
Nonostante i risultati positivi, restano alcune criticità. “Abbiamo riscontrato la presenza di rifiuti e plastica nei fossi, compreso quello della Crocetta, che potrebbero raggiungere il mare in caso di mareggiata,” hanno dichiarato Benvenuti e Di Staso. Inoltre, solo due dei cinque canali del Comune di Pomezia sono stati trattati, il che ha limitato l’efficacia complessiva degli interventi.
 
**L’Auspicio per il Futuro**
Gli esponenti di Ecoitaliasolidale auspicano che nella prossima stagione balneare del 2025 si possa avviare un’azione di coordinamento più ampia su tutta la costa laziale, coinvolgendo più comuni e garantendo un’attenzione maggiore alla balneabilità e alla qualità delle acque del Mar Tirreno. “Consideriamo l’esperienza di quest’anno a Pomezia come un primo passo verso un futuro di maggiore attenzione alla qualità del nostro mare,” hanno concluso Benvenuti e Di Staso, evidenziando la necessità di un impegno più esteso e coordinato per combattere l’inquinamento marino.
Privo di virus.www.avast.com



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L’Emilia Romagna brevetta il futuro della sicurezza idraulica: dai Consorzi di Bonifica arrivano le paratoie intelligenti contro le piene improvvise

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Castellani: “Un passo avanti nella protezione del territorio contro le piene improvvise, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici”

In un momento storico segnato dalle sfide climatiche sempre più pressanti, l’Emilia Romagna si pone all’avanguardia nella gestione delle emergenze idrauliche con un innovativo sistema di paratoie intelligenti, appena brevettato dal Consorzio di Bonifica Emilia Centrale. Questo nuovo strumento, progettato per contrastare le piene improvvise, rappresenta una svolta tecnologica per la sicurezza del territorio e la gestione delle risorse idriche.

Il progetto, nato dalla profonda conoscenza del territorio e dall’esperienza consolidata nel campo della bonifica, introduce un modello di paratoia altamente performante, automatizzato e controllabile in tempo reale. Grazie a un sistema composto da motore, stazione energetica e telecontrollo, queste paratoie possono essere attivate a distanza, sia da smartphone che dalla sede consorziale, garantendo così un intervento tempestivo e preciso in caso di emergenze.

“L’Emilia Romagna si conferma all’avanguardia negli interventi a tutela del territorio e della sua popolazione”, afferma con orgoglio Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). Questa innovazione, infatti, non solo sfrutta tecnologie avanzate come i sensori di livello e l’analisi dei big data per monitorare la rete idrica, ma lo fa in maniera sostenibile, grazie all’utilizzo di pannelli fotovoltaici che alimentano l’intero sistema, riducendo così i costi energetici.

Le nuove paratoie, realizzate in acciaio inox 314, garantiscono una resistenza superiore alle intemperie rispetto alle tradizionali strutture in ferro zincato, e il loro design leggero ne facilita l’installazione e la manutenzione. La possibilità di integrare questo sistema con paratoie manuali già esistenti rappresenta un ulteriore vantaggio, permettendo un aggiornamento tecnologico senza la necessità di sostituire interamente le infrastrutture attuali.

“Abbiamo brevettato questo nuovo modello tecnologico per la sicurezza idraulica a dimostrazione che la nostra esperienza si traduce in valore per i consorziati, gli abitanti ed il comprensorio gestito”, spiega Lorenzo Catellani, Presidente del Consorzio di Bonifica Emilia Centrale, evidenziando come questo sistema rappresenti un passo avanti nella protezione del territorio contro le piene improvvise, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.

Il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano, sottolinea l’importanza di questo progresso: “Quanto realizzato in Emilia Romagna, ma estendibile all’intera Penisola, è la virtuosa testimonianza dello spirito, che permea i Consorzi di bonifica, enti di straordinaria modernità con le radici nella storia, ma lo sguardo attento al futuro”. Gargano evidenzia come questo progetto sia un esempio di eccellenza che potrebbe presto essere adottato in altre regioni italiane, contribuendo a prevenire tragedie legate alla gestione inefficace delle risorse idriche.

L’obiettivo ora è quello di estendere l’applicazione di queste paratoie intelligenti a tutto il comprensorio gestito dal Consorzio, utilizzando il sistema di telecontrollo per monitorare e gestire da remoto il loro funzionamento. Grazie a questa innovazione, il personale di campo, i “dugaroli”, potrà accedere in tempo reale alle informazioni necessarie, garantendo interventi più rapidi ed efficienti.

Questo progetto non solo dimostra l’importanza dell’integrazione tra tecnologia e conoscenza del territorio, ma segna anche un passo significativo verso un futuro in cui la gestione delle emergenze idrauliche sarà sempre più automatizzata e sostenibile, proteggendo così le comunità locali dalle conseguenze devastanti delle piene improvvise.

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