Connect with us

Roma

ANGUILLARA, IL VERDE E I RICORDI LASCIANO IL POSTO AL “FINTO” PROGRESSO

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minuti Guidi: "l'abbattimento di questi alberi non richiede autorizzazioni della Forestale"

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Emanuel Galea / Angelo Parca

Pare che finalmente sia scoccata l’ora di inizio dei tanto agognati lavori di messa in sicurezza sulla via Anguillarese. Un inizio triste, quantomeno per un vecchio albero di pino,  che senza possibilità di appello è stato abbattuto. Il pino faceva da guardiano all’incrocio tra la via Anguillarese e via Ponte Valle Trave ed era conosciuto  dalla maggior parte dei residenti come “il pignetto”. Uno degli ultimi testimoni dell’Anguillara “di una volta”, quella per intenderci che per molti residenti del luogo fa ormai parte dei ricordi dell’infanzia. Così come, volendo fare un analogismo, gli abitanti del quartiere capitolino conosciuto come l’Alberone  riconoscevano l’identità del proprio rione nella quercia plurisecolare situata sulla via Appia Nuova tra Ponte Lungo e l’Appio Latino. Era un qualcosa di grande e poderoso, la sua ombra d'estate, gli uccellini che a frotte cinguettando davano il benvenuto ai viandanti sulla via Appia Nuova. Anche quest’albero fu abbattuto, ma a differenza del “pignetto” era malato. E a differenza dell’attuale amministrazione di Anguillara, si pensò bene di piantarne immediatamente uno più giovane, affidandogli il compito di continuare a rappresentare il rione romano, così come aveva fatto per tanto tempo l’antica quercia. Il “pignetto” di Anguillara non risulta che fosse malato, eppure gli è stato imposto di soccombere per fare posto a che cosa? “Esiste una cosa chiamata zollatrice ad esempio, la suddetta macchina non taglia l'albero ma lo preleva con la sua zolla di terreno in maniera tale che possa essere ricollocato nello stesso luogo od altrove, questo avrebbe permesso di salvare il pino – scrive F.F., un residente del luogo, sulla pagina FB del gruppo Anguillara. Il cittadino prosegue poi affermando il concetto di perdita di identità legato all’abbattimento del povero albero – una volta eravamo un paese che poteva dire andiamo alla Mandola….  oggi diciamo andiamo a fare una passeggiata dietro a dove stava la paninoteca. Fino a ieri dicevamo ‘si trova lì…  al Pignetto’ da domani diremo ‘si trova lì… alla prima rotatoria’. La strada per essere borgata mi sembra oramai spianata”.   Ora all’incrocio è rimasto solo soletto l’unico semaforo esistente in tutto il comprensorio cittadino e sembra funzionare pure bene, tanto che non risultano incidenti automobilistici di particolare rilievo per questo incrocio. Tale circostanza viene confermata telefonicamente  dal Comandante della Polizia Municipale Francesco Guidi il quale conferma che l’incrocio in questione non rientra tra i punti in cui statisticamente avvengono la maggior parte degli incidenti automobilistici, ma che esistono due progetti esecutivi già in atto che prevedono la predisposizione di una rotatoria che andrà a sostituire il semaforo. E riguardo l’abbattimento del “Pignetto” dichiara che sono stati abbattuti, anche nel recente passato, altri alberi di pino e che l’abbattimento di questa specie non richiede autorizzazioni da parte della Forestale o di altro Ente, in quanto non appartenente a specie autoctone. Peccato, per chi ha deciso questo scempio di alberi, che il problema posto non sia quello relativo a questioni di autorizzazioni o a questioni riconducibili alla mera propaganda politica. Bensì a questioni legate all’amore per valori come il rispetto dell’ambiente, l’identità e il mantenimento della memoria storica legata alle proprie origini e ad altri sani valori che la società moderna ha ormai dimenticato. Quindi, stabilito che allo stato attuale dei fatti non esiste e non è mai esistita una pericolosità rilevante per questo incrocio, non si comprende il bisogno di dover smantellare un semaforo abbattendo pure un albero icona di un intero quartiere, per fare posto ad una rotatoria che dovrebbe migliorare una situazione. Manca un presupposto: la situazione da migliorare. Una seconda rotatoria, secondo i piani illustrati dal Consigliere Di Gioia, andrà poi piazzata al posto di un’edicola che attualmente si trova davanti ad un supermercato in Via Pizzo Moronto, sempre lungo l’Anguillarese. E a suo tempo, per fare posto a quest’edicola, tanto per cambiare, furono abbattuti altri alberi. Ora l’edicola sfrattata sarà trasferita nel piazzale dove ogni Lunedì si tiene il mercato e più precisamente al posto di due bagni chimici che saranno arretrati dentro la macchia verde (vedi foto).  A questo punto molti cittadini si augurano che non venga disboscata pure questa macchia verde per far posto ai due bagni.  

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti