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Esteri

Inferno a Kabul: ressa all’aroporto, tre morti. I capi talebani s’insediano in Capitale

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“Pandemonio assoluto” e “almeno tre” corpi senza vita, per la ressa fuori dall’aeroporto di Kabul. E’ la testimonianza sul terreno di Sky News.

I soldati britannici, viene riferito, cercano di aiutare uomini, donne e bambini stretti nella calca di chi tenta disperatamente di entrare nello scalo afgano per provare a fuggire, dopo la presa del potere da parte dei talebani.

L’ambasciata Usa in Afghanistan ha emesso un avviso di sicurezza consigliando ai cittadini americani di evitare di recarsi all’aeroporto di Kabul. Nel suo avviso sul proprio sito web, l’ambasciata ha avvertito di “potenziali minacce alla sicurezza fuori dai cancelli” dell’aeroporto. “Stiamo consigliando ai cittadini statunitensi di evitare di recarsi in aeroporto e di evitare i cancelli aeroportuali in questo momento a meno che non si ricevano istruzioni individuali da un rappresentante del governo degli Stati Uniti per farlo”, ha affermato.

Intanto il mullah Abdul Ghani Baradar e altri leader dell’ufficio politico talebano sono arrivati nella tarda serata di ieri a Kabul da Kandahar. Secondo alcune fonti, i leader talebani di diverse parti del Paese si stanno radunando nella capitale per avere consultazioni sul futuro governo dell’Afghanistan.

La delegazione dell’ufficio politico del Qatar guidata dal mullah Baradar era arrivata a Kandahar il 18 agosto. Il leader talebano avrebbe incontrato diversi capi politici, tra cui Abdullah Abdullah, nell’ambito dei negoziati. I talebani sono sotto pressione dalla comunità mondiale affinché annuncino una configurazione provvisoria per porre fine all’incertezza politica.

Baradar sta avviando colloqui per formare un nuovo governo “inclusivo”, secondo quanto riferisce una fonte del movimento citata dall’agenzia Afp. La fonte ha detto che Baradar incontrerà “leader della Jihad e politici”.

“Voglio differenziare due aspetti. Abbiamo contatti operativi con i talebani, perché con loro dobbiamo ad esempio discutere come facilitare l’arrivo delle persone all’aeroporto. Ma questo è diverso e separato dalle discussioni politiche. Non ci sono discussioni politiche con i talebani e non c’è alcun riconoscimento”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una conferenza stampa in Spagna. E’ tempo di mettere in pratica – ha sottolineato ancora – gli impegni del Forum sui reinsediamenti. “Chiedo a tutti i Paesi che hanno partecipato alla missione in Afghanistan, europei e non, di offrire abbastanza quote per i reinsediamenti e percorsi sicuri, in modo che si possa garantire rifugio a quanti ne hanno bisogno. Siamo pronti ad aiutare gli Stati membri dell’Ue” che accoglieranno. Von der Leyen ha annuncianto che porrà il tema dei “reinsediamenti al G7”.

I nuovi amministratori talebani nella provincia occidentale afghana di Herat hanno vietato le lezioni miste di ragazze e ragazzi nelle università governative e private su questo territorio. Lo riferisce l’agenzia afghana Khaama Press. In una riunione di tre ore tra insegnanti universitari, proprietari di istituzioni private e rappresentanti dei talebani, questi ultimi hanno annunciato che d’ora in poi studenti dei due sessi non potranno assistere insieme alle lezioni. Diversi professori hanno avvertito che, poiché le università private non si possono permettere il costo di organizzare corsi separati, migliaia di ragazze rischiano di non poter più frequentare le lezioni. Nella provincia di Herat ci sono 40mila studenti universitari e 2mila professori.

Il volto del nuovo dominio talebano in Afghanistan si sta mostrando in tutto il suo drammatico terrore. Un terrore diffuso casa per casa, dove gli islamisti vanno a ‘visitare’ ex attivisti, artisti e persone che si erano schierate in passato contro il regime. “Notizie ufficiose” riportate dall’ong italiana Emergency sul posto, ma non sono le prime a circolare sui talebani che vanno di porta in porta a ricordare che ora comandano loro. Comanda l’Emirato islamico che ha riportato indietro il Paese di 20 anni. E anche se la situazione è tornata stabile a Kabul, gli operatori di Emergency raccontano che le raffiche di armi semiautomatiche continuano giorno e notte nella capitale. E cresce il caos all’aeroporto, dove da giorni gli scontri “sono una realtà ancora viva e presente” e si parla di diecimila persone che cercano di prendere voli di evacuazione.

Clarissa Ward, l’inviata della Cnn in Afghanistan che ha continuato per giorni a coprire gli eventi nelle strade di Kabul anche dopo l’arrivo dei Talebani, ha lasciato la notte scorsa il Paese. Lo fa sapere lei stessa in un tweet. “Appena atterrata a Doha con la squadra e quasi 300 evacuati afghani – scrive la giornalista -. Enormi ringraziamenti a tutti voi per il vostro sostegno, all’aeronautica militare Usa per averci portato fuori e al Qatar per averci accolti. Noi siamo quelli fortunati”.

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Cronaca

Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Cronaca

Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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Esteri

Biden pronto ad autorizzare l’uso di armi a lungo raggio dall’Ucraina contro la Russia

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La visita del nuovo premier britannico Keir Starmer a Washington potrebbe segnare una svolta nella strategia militare occidentale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarebbe sul punto di approvare l’utilizzo da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lungo raggio per colpire obiettivi russi, secondo fonti europee, purché tali armi non siano fornite dagli Stati Uniti. Questo tema cruciale sarà al centro del primo incontro ufficiale tra Biden e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, previsto per venerdì alla Casa Bianca.

Londra ha già espresso la propria disponibilità a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontano dal confine ucraino, ma vuole il via libera esplicito di Biden per garantire una strategia coordinata con gli alleati, in particolare con la Francia, che produce un missile simile. Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia ancora preso una decisione definitiva, ascolterà attentamente l’opinione di Starmer durante l’incontro.

Se Biden darà il via libera, l’Ucraina potrebbe rafforzare le proprie posizioni nelle aree di confine già sottratte alla Russia, come dimostrato durante l’incursione nella regione di Kursk. Tuttavia, il presidente americano ha esitato a permettere l’uso di armi statunitensi in questo contesto, preoccupato dalle possibili ritorsioni della Russia, che potrebbe intensificare la cooperazione con l’Iran per attaccare le forze americane in Medio Oriente.

Giovedì, funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che non è imminente una decisione sull’uso dei missili tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense (ATACMS). Tuttavia, Biden ha lasciato intendere che una maggiore flessibilità potrebbe essere in arrivo, rispondendo martedì alle insistenti richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Stiamo lavorando su questo”.

Il via libera da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei all’uso di armi a lungo raggio potrebbe rappresentare l’ultima accelerazione dell’assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere quale sarà la reazione della Russia, che giovedì ha avvertito esplicitamente che l’uso di tali armi richiederebbe l’assistenza tecnica e satellitare occidentale. Questo, secondo il presidente Vladimir Putin, equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto.

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