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Redazione
“La provocazione del coordinamento ‘Cultura bene comune’ è il sintomo inequivocabile delle gravi conseguenze della gestione discrezionale del bilancio attuata dalla Giunta Polverini”. Lo dichiara in una nota Giulia Rodano, consigliere regionale di Italia dei Valori e membro della Commissione Cultura della Regione Lazio. “I pagamenti degli operatori del comparto culturale costituiscono un tema cruciale per il Lazio” dichiara Rodano. “Quasi sempre si tratta di imprese di piccole dimensioni, con limitate disponibilità finanziarie, che spesso hanno anticipato il pagamento degli spettacoli e degli eventi svolti. Questo ritardo perdurante nell’erogazione dei finanziamenti regionali rischia di provocare il vero e proprio fallimento delle aziende e dei loro titolari: ai quali purtroppo, come per ogni altro cliente, le banche chiudono l’accesso al credito”.
“Questo stato di cose non è però affatto casuale”, aggiunge Rodano “ma è il risultato della gestione di bilancio nell’era Polverini. I finanziamenti alla cultura sono spesso soggetti a tagli nei periodi di restrizione finanziaria, ma mai abbiamo avuto una simile indifferenza per le sorti di questo settore. Eppure negli anni scorsi, la cultura e lo spettacolo sono stati proprio uno dei campi in cui tanti giovani si sono inventati il lavoro e l’impresa. Ma oggi rischiano di perdere l’uno e l’altra. Anche nel passato ci sono stati problemi nei pagamenti e nei finanziamenti, ma si era cercato di sostenere comunque le attività culturali, nella consapevolezza che anche con risorse limitate si potevano raggiungere risultati importanti. Ma ormai siamo sotto la soglia della sopravvivenza. E non solo nel settore dello spettacolo. Basta guardare i tagli subiti dagli interventi sui beni culturali e sul sistema dei musei e delle biblioteche locali”.
“In più” conclude Rodano “oggi la situazione per chi opera in questo settore viene aggravata dalla totale incertezza del futuro. La Regione non ha ancora reso noto come dividerà e spenderà le pochissime risorse a disposizione per il 2012. E siamo già a febbraio. Nell’ultimo anno abbiamo sollevato più volte la situazione, sia con denunce pubbliche che con gli strumenti della interrogazione consiliare. Ma naturalmente non abbiamo avuto risposta”.
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