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Litorale

Civitavecchia, accoltella il collega di lavoro per difendere il figlio

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CIVITAVECCHIA (RM) – Nel primo pomeriggio di ieri, gli agenti della Polizia di Stato hanno denunciato un 59enne di origini calabresi, responsabile di aver accoltellato un collega di lavoro durante una lite.

Nel corso delle indagini condotte dagli investigatori del commissariato Civitavecchia, diretto da Paolo Guiso, è emerso che l’uomo, insieme al figlio e ad un altro collega, tutti appartenenti ad una ditta appaltatrice di lavori di manutenzione lungo la tratta autostradale A12, si trovava a bordo del furgone di servizio all’altezza del km 44, direzione Grosseto, quando il figlio del 59enne e l’altro collega hanno iniziato a litigare.

Dopo aver accostato il mezzo lungo la corsia d’emergenza, l’uomo di origine calabrese è intervenuto in aiuto del figlio accoltellando il collega, per ben sette volte, alla schiena ed al fianco sinistro.

La vittima, ferita ma non colpita in parti vitali, è stata accompagnata da un altro collega presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Paolo di Civitavecchia:  qui  i poliziotti che presidiano l’ospedale hanno appreso le prime informazioni, grazie alle quali gli investigatori, nel giro di poche ore, hanno rintracciato il responsabile e, con la collaborazione della Polizia Scientifica a seguito di sopralluogo sul luogo dei fatti, hanno recuperato e sequestrato l’arma utilizzata dall’aggressore.

L’uomo è stato denunciato in stato di libertà per lesioni aggravate e porto d’arma bianca.

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Ambiente

Torvajanica, sopralluogo di Ecoitaliasolidale al Fosso della Crocetta: Nonostante i risultati positivi, restano alcune criticità

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Un sopralluogo cruciale è stato condotto presso il Fosso della Crocetta a Torvajanica, nel Comune di Pomezia, per verificare la qualità degli interventi di bonifica e disinquinamento delle acque dei fossi che si riversano in mare. L’iniziativa, organizzata dal Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, ha visto la partecipazione del presidente Piergiorgio Benvenuti, del responsabile per il litorale romano Gaetano Di Staso, e dello staff tecnico guidato dal Dott. Paolo Amicucci, responsabile della ISAM Srl Divisione BIORGANIC.
 
**Un Apprezzamento con Riserva**
Durante il sopralluogo, gli esponenti di Ecoitaliasolidale hanno espresso soddisfazione per il protocollo adottato dal Comune di Pomezia, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Alto Lazio e finanziato dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Lazio. Il progetto, inserito nella strategia della “Blue Economy”, ha permesso di garantire interventi di alta qualità per il trattamento delle acque dei canali che sfociano nella costa. Tuttavia, c’è rammarico per il fatto che, nonostante i finanziamenti regionali siano stati offerti a tutti i 24 comuni rivieraschi e lacustri del Lazio, solo Pomezia sembra averne fatto richiesta.
 
**L’Importanza degli Interventi Biologici**
Gli interventi effettuati si sono distinti per l’uso di composti biologici, piuttosto che di sostanze chimiche o farmaceutiche. Questi prodotti hanno il compito di ripristinare i cicli vitali dell’ambiente, favorendo la ripresa della vita biologica, dal fitoplancton ai predatori primari, e aumentando le popolazioni vegetali e animali tipiche degli ecosistemi trattati.
 
**Criticità e Prospettive Future**
Nonostante i risultati positivi, restano alcune criticità. “Abbiamo riscontrato la presenza di rifiuti e plastica nei fossi, compreso quello della Crocetta, che potrebbero raggiungere il mare in caso di mareggiata,” hanno dichiarato Benvenuti e Di Staso. Inoltre, solo due dei cinque canali del Comune di Pomezia sono stati trattati, il che ha limitato l’efficacia complessiva degli interventi.
 
**L’Auspicio per il Futuro**
Gli esponenti di Ecoitaliasolidale auspicano che nella prossima stagione balneare del 2025 si possa avviare un’azione di coordinamento più ampia su tutta la costa laziale, coinvolgendo più comuni e garantendo un’attenzione maggiore alla balneabilità e alla qualità delle acque del Mar Tirreno. “Consideriamo l’esperienza di quest’anno a Pomezia come un primo passo verso un futuro di maggiore attenzione alla qualità del nostro mare,” hanno concluso Benvenuti e Di Staso, evidenziando la necessità di un impegno più esteso e coordinato per combattere l’inquinamento marino.
Privo di virus.www.avast.com



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Costume e Società

Ardea, dopo 60 anni storico ritorno per il “Pomodoro Pantano”

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Quello che veniva chiamato “Lo Stortone” proprio per la forma irregolare che lo contraddistingue tornerà al centro delle tavole

Era ormai un prodotto finito nelle memorie di quei pochi che lo avevano coltivato subito dopo la guerra. Con una ricerca attenta unita alla voglia di riscoprire vecchi sapore e vecchie tradizioni, il Comune di Ardea, nel cuore di quell’agro pontino, figlio di una delle più importanti bonifiche della Storia, e cuore nevralgico dell’agricoltura laziale, ha recuperato uno dei prodotti autoctoni più importanti della zona: il Pomodoro Pantano di Ardea.
È stato per decenni una delle fonti di ricchezza dei coltivatori ardeatini e pometini, con quella doppia valenza, “pomodoro da insalata” e nel contempo “da passata”.
Il pomodoro pantano scomparso da oltre sessant’anni torna alla ribalta ed il comune di Ardea lo celebra con la “Prima Sagra del Pomodoro Pantano” che si terrà dal 30 agosto al 1 settembre in via Laurentina al km. 32,500.

“Abbiamo voluto, ci spiega l’assessore Fulvio Bardi, delegato alla Attività Produttive, riportare in auge uno dei simboli della nostra agricoltura ricostruendo una filiera capace di donare ricchezza e prestigio ad uno dei simboli del nostro territorio”.
“Una scelta, aggiunge il sindaco Maurizio Cremonini, che punta al rilancio di uno dei settori che è stato per decenni il volano della nostra economia”.


Grazie all’associazione Cercatori di Semi di Ardea – Pomezia in due anni, con la collaborazione di coltivatori locali, questo prodotto è stato reintrodotto nei luoghi che l’hanno visto protagonista per decenni.
Una notizia che non può che rendere felici tutti colori che puntano ad un rilancio delle biodiversità di cui sono ricchi la nostra regione ed il nostro paese.
“Con orgoglio le dico, ci spiega con gioia l’assessore Bardi, che con delibera di Giunta abbiamo creato il primo marchio D.O.CO., denominazione d’origine comunale, proprio a sancire l’unione del Pomodoro Pantano con la nostra città e con la sua Storia”.


Grazie ad Arsial, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio, e quei pochissimi appassionati e coltivatori locali si è riusciti a recuperare questi preziosissimi semi, prima tra tutti Elisa Chinellato che ha regalato i semi conservati da suo zio.


E venerdì il taglio del nastro della “Prima Sagra del Pomodoro Pantano” riuscirà a farci riscoprire questo antico sapore figlio di un Agro Pontino ricco ancora oggi di centinaia di biodiversità agricole.

“Pensi, ci dice sorridente l’assessore Bardi, ne sentivo parlare da bambino ed oggi riuscire a riportarlo sulle tavole dei miei concittadini mi riempie di una gioia immensa e mi offre davvero la possibilità di far comprendere, anche alle nuove generazioni, quali risorse di ricchezza offre ancora il comparto agricolo che troppo spesso viene messo all’angolo sulle scelte di prospettiva lavorativa”

Quindi quello che veniva chiamato “lo stortone” proprio per la forma irregolare che lo contraddistingue tornerà al centro delle tavole di tutti noi magari, aggiunge, sempre il sorridente assessore Fulvio Bardi, “con un pezzo di palontella (altro prodotto tipico della città di Ardea n.d.s.) per riscoprire in pieno tutte le delizie della nostra cucina”.
Quindi ricordate l’appuntamento venerdì 30 agosto a partire dalle ore 18,00 ad Ardea per la prima Sagra del Pomodoro Pantano che accompagnerà per tutto il week end la ricca estate Ardeatina.

“Dimenticavo, ci dice alla fine della chiacchierata l’assessore Bardi, ci saranno degustazioni di piatti tipici a base di pomodoro curati da chef stellati ma un regalo per tutti: la distribuzione gratuita di sementi antiche da parte dell’Azienda Agricola Santa Teresa che ci ha aiutato proprio al rilancio di questo antico prodotto”.

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Castelli Romani

Smantellata banda di latinos: operava tra Ostia e i Castelli romani

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Si tratta di sei uomini provenienti da Colombia, Cuba, Cile e Argentina

Una banda di criminali latinos, specializzata in furti a negozi e abitazioni tra Ostia e i Castelli Romani, è stata smantellata dai carabinieri grazie a un’operazione congiunta delle stazioni di Cecchina, Castel Gandolfo e Ostia.

Il gruppo, composto da sei uomini provenienti da Colombia, Cuba, Cile e Argentina, aveva trasformato un appartamento nella zona di Castel Fusano in un vero e proprio deposito di refurtiva, un “tesoro” accumulato con colpi mirati e pronto per essere diviso tra i membri della banda.

L’indagine è partita dopo una serie di furti avvenuti in un’abitazione ad Albano Laziale e in altre due nel comune di Ardea. Analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza, i carabinieri sono riusciti a identificare l’auto utilizzata per i furti, una Lancia Y presa a noleggio. Le ricerche si sono estese a tutta la Capitale e alla provincia, portando gli investigatori fino a via Eugenio Donadoni, dove si trovava la base operativa del gruppo.

All’interno dell’appartamento, i carabinieri hanno trovato una grande quantità di oggetti rubati: 51 orologi di varie marche, 16 borse firmate, abbigliamento di lusso, due console PlayStation 5 e numerosi gioielli. Oltre alla refurtiva, sono stati rinvenuti arnesi da scasso, una pistola ad aria compressa priva del tappo rosso e oltre 6.000 euro in contanti, segno evidente delle attività illecite del gruppo.

La banda, che utilizzava abitazioni temporanee e vetture a noleggio per spostarsi e dividere i bottini, seguiva un modus operandi già noto alle forze dell’ordine. Nonostante le numerose operazioni di contrasto, i latinos continuano a proliferare a Roma, diventando sempre più organizzati e pericolosi. Questa volta, però, l’operazione dei carabinieri ha permesso di fermare il gruppo e di sequestrare la refurtiva, che sarà ora inventariata con l’obiettivo di restituirla ai legittimi proprietari.

L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha impedito che la banda potesse godere dei frutti delle proprie azioni criminali, dimostrando ancora una volta l’importanza di un lavoro investigativo accurato e capillare. Roma, purtroppo, continua a essere un terreno fertile per questo tipo di criminalità organizzata, ma l’arresto di questi sei uomini rappresenta un passo importante nella lotta contro i furti che minacciano la sicurezza dei cittadini e delle loro proprietà.

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