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Salute

Vaccini anti Covid: Pfizer e BioNTech pronte con terza dose

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La sperimentazione mostra che la terza dose aumenta il livello degli anticorpi da 5 a 10 volte

Pfizer e BioNTech hanno annunciato che nelle prossime settimane chiederanno alle autorità regolatorie, tra cui la Fda in Usa e l’Ema nella Ue, l’autorizzazione per la terza dose del vaccino anti Covid.

La mossa arriva dopo i dati iniziali “incoraggianti” di un sperimentazione clinica, i quali hanno mostrato che una terza iniezione aumenta il livello degli anticorpi da 5 a 10 volte contro il ceppo originario e la variante Beta rispetto alle prime due dosi.

Le case farmaceutiche prevedono di pubblicare presto altri dati definitivi.

Cronaca

Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

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Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

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In evidenza

Emergenza Peste Suina Africana (PSA): misure stringenti per tre regioni italiane per contenere i focolai

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Il Commissario Straordinario per la peste suina africana, Dott. Giovanni Filippini, ha firmato l’Ordinanza n. 3/2024

La diffusione della peste suina africana (PSA) sta destando grande preoccupazione in Italia, con nuovi focolai individuati nelle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. In risposta a questa emergenza sanitaria, il Commissario Straordinario per la peste suina africana, Dott. Giovanni Filippini, ha firmato l’Ordinanza n. 3/2024, che introduce misure urgenti per la gestione dei focolai negli allevamenti suini di queste regioni.

La peste suina africana è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini domestici e selvatici, causando gravi danni economici e sanitari. Sebbene non rappresenti un pericolo diretto per l’uomo, la sua diffusione può avere conseguenze devastanti per l’industria suinicola e per l’economia agricola in generale.

Le misure di prevenzione e controllo

L’Ordinanza firmata dal Dott. Filippini prevede diverse restrizioni per contenere la diffusione del virus. L’articolo 1 stabilisce i divieti principali, tra cui il blocco dei movimenti di suini in entrata o uscita dagli allevamenti situati nelle zone di restrizione delle tre regioni interessate, con eccezioni limitate per gli animali destinati al macello. Inoltre, viene imposto il divieto di accesso agli allevamenti per chiunque non sia direttamente coinvolto nella gestione quotidiana degli animali, compresi veterinari e tecnici, a meno di autorizzazioni specifiche.

Le norme sono particolarmente severe anche per quanto riguarda l’igiene e la sicurezza: i lavoratori devono utilizzare abbigliamento monouso e sono tenuti a rispettare rigidi protocolli per evitare la trasmissione del virus. Sono vietati anche eventi come fiere e mercati suinicoli nelle zone a rischio, per ridurre al minimo il rischio di ulteriori contagi.

L’articolo 2, invece, riguarda la verifica delle condizioni di biosicurezza negli allevamenti, con ispezioni mirate da parte dei servizi veterinari locali. Queste verifiche devono garantire che gli allevamenti rispettino tutti i requisiti di sicurezza per prevenire la diffusione della malattia. Se durante le ispezioni vengono rilevate carenze gravi che non possono essere risolte in tempi brevi, il provvedimento prevede lo svuotamento degli allevamenti attraverso la macellazione o l’abbattimento degli animali, senza possibilità di risarcimento per gli allevatori in caso di gravi violazioni.

Importanza della prevenzione

La peste suina africana non è pericolosa per l’uomo, ma il virus può essere trasportato da persone, mezzi di trasporto e oggetti contaminati, facilitando così la sua diffusione. Per questo motivo, la prevenzione è essenziale. Gli allevatori devono adottare tutte le precauzioni necessarie, compresa la limitazione dei contatti tra suini domestici e selvatici, che sono i principali vettori del virus.

Implicazioni per l’industria suinicola

Le misure contenute nell’ordinanza sono cruciali per evitare che la peste suina africana si diffonda ulteriormente, mettendo a rischio l’intera filiera produttiva. La chiusura degli allevamenti, il divieto di movimentazione degli animali e la sospensione di eventi zootecnici sono azioni dolorose ma necessarie per tutelare l’industria e prevenire perdite economiche su larga scala.

L’Ordinanza resterà in vigore fino al 30 settembre 2024 e rappresenta un segnale chiaro dell’importanza di agire con rapidità e determinazione per proteggere il settore agricolo e prevenire una crisi sanitaria su vasta scala.

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Paralisi del sonno, svegli ma immobili: di cosa si tratta?

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“Mi svegliai alle 3:00 del mattino, il mio cane abbaiava, e decisi di aprirgli la porta per farla uscire; da lì feci  fatica a riaddormentarmi. Si fecero le 5.00 del mattino, ricordo che a quell’ora ero abbastanza insonnolito, infatti provai a prendere sonno, quando però ad un certo punto avvertii dei passi, che piano piano si avvicinavano sempre più verso la mia camera. In un certo momento notai una figura nera davanti al mio letto che faceva movimenti strani, sembrava stesse “danzando”. Non riuscivo a muovermi, all’inizio avevo paura però non troppa, perché pensavo fosse mio fratello più piccolo che di solito faceva scherzi del genere. Il giorno seguente mi diressi verso camera del mio fratellino, e gli chiesi, il perché alle 5:00 del mattino era in camera mia, ma lui mi rispose che verso quell’ora dormiva e che non era entrato in camera….cominciai ad avere i brividi. Cosa era successo? Perché non riuscivo a muovermi, era solo un sogno?”.

 Questo è il racconto di un ragazzo che per la prima volta ha avuto la cosiddetta “Paralisi del sonno”.

Ma che cos’è una paralisi del sonno?

La paralisi del sonno fa riferimento  ad una condizione in cui una persona, più abitualmente al risveglio (ma anche all’addormentamento; Nel periodo che precede il sonno o il risveglio), è cosciente ma incapace di utilizzare qualsiasi parte del corpo: non riesce a parlare né a muovere braccia, gambe, testa e collo.

 È un evento considerato “normale” durante la fase del sonno REM (dove nonostante sia presente un’intensa attività mentale, che ci permette di sognare, vi è una paralisi muscolare che coinvolge tutti i muscoli tranne quelli oculari) ma che viene considerata un disturbo quando si manifesta nel momento in cui il soggetto è sveglio.

 Secondo gli studi, interessa circa il 7,6% della popolazione, provocando, nella persona e in chi lo assiste, sentimenti di ansia e paura. Cosa bisogna fare se succede?

Durante un episodio del genere, la persona può avere delle allucinazioni, visualizzando immagini angoscianti (come esseri demoniaci che gravano sul petto), può provare paura e ansia, insieme ad una sensazione di soffocamento.

Le cause di questa “paralisi del sonno” possono essere:

 disturbi d’ansia, scarsa qualità e/o quantità del sonno,  consumo di alcol, farmaci o altre sostanza che modificano la percentuale di sonno NREM/REM e eventi traumatici o stressanti; Ma può soprattutto presentarsi in soggetti che hanno una privazione cronica di sonno, in persone con una sindrome ansioso-depressiva o un disturbo da attacchi di panico; rappresenta, inoltre, uno dei sintomi della narcolessia. Nei casi in cui non fosse collegata a quest’ultima si parla di paralisi del sonno Isolata.

Per far sì che si abbassi il livello di frequenza delle paralisi, è molto importante seguire una corretta igiene del sonno e tenere un ritmo sonno-veglia il più possibile regolare.

Spesso può essere utile una terapia posizionale evitando il decubito supino (tronco in appoggio sugli avambracci, gambe piegate, muscoli addominali profondi contratti) durante il sonno visto che la paralisi si verifica più frequentemente in questa condizione.

Invece nella paralisi del sonno isolata è molto raro il ricorso alla terapia farmacologica.

 Nei casi in cui è associata a narcolessia, invece, può  essere indicato il ricorso ad antidepressivi per ridurre il numero degli episodi di paralisi,  è indicata, inoltre, la terapia cognitivo-comportamentale.

Purtroppo molti di noi, soffrono di queste “paralisi del sonno”, ma non se ne parla molto frequentemente.

Gente che non dorme per paura, per ansia; Gente che invece, si abitua a episodi del genere.

“Faccio fatica a dormire, prendo sonno solo alla luce del giorno, figure nere sopra di me, o nell’angolo della camera o addirittura vicino al mio letto…non so come fare; Mi disturba non dormire di notte”.

Sentiamo tanti ragazzi, tanti amici, familiari parlarne; Certi che dopo tanti tentativi per risolvere questo problema, non sono riusciti a scioglierlo. 

Quante cose può fare il nostro cervello, quante cose da scoprire. L’importante è conoscere.

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