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Rotary Club Viterbo: l’emozionante pomeriggio dei ragazzi speciali di “con-tatto”

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VITERBO – Un’emozione incredibile ha accompagnato l’arrivo dei gruppo di pellegrini di “Con-tatto”, il progetto realizzato dal distretto Rotary 2031 e Asl Torino, a cui hanno dato supporto il Rotary Club Viterbo e l’associazione Via Francigena in Tuscia Viterbo, assistiti lungo il percorso dal Corpo Italiano di San Lazzaro, gruppo Civitas Romae.

Nei giardini di Palazzo dei Priori, accolti dal padrone di casa, il sindaco Arena con l’assessore De Carolis e il consigliere Buzzi, era presente il Gruppo Avis Viterbo e l’associazione Eta Beta, con la presidente Burla, alcuni consiglieri e ragazzi.


“Ci aspettavamo un percorso bello, ma fare questo tratto da Montefiascone a Viterbo, con dei colori bellissimi, i fiori, il verde, ci ha davvero riempito il cuore” commentano gli accompagnatori, che hanno anche ringraziato la Polizia locale per la scorta nel tratto urbano.
Tante le occasioni offerte dall’intenso pomeriggio, iniziato con i saluti e l’accoglienza istituzionale, culminata con i doni. Il sindaco, la presidente Tartaglia e il prefetto Rotary Scorzino hanno donato a Carmelo Velardo, Luca Rivoira, del Distretto Rotary 2031, e Roberto Keller, Asl Torino, un piatto in ceramica realizzato da Cinzia Chiulli, raffigurante un albero, simbolo metaforico del percorso della vita. A tutti i ragazzi l’assessore De Carolis ha invece consegnato i “piedini”, simbolo del pellegrino, sempre in ceramica griffata dall’artigiana viterbese, offerti da Bruna Capitani, la cognata del regista Giorgio, torinese d’origine, che, venuta a conoscenza del progetto ha voluto partecipare in prima persona. Per i ragazzi anche la pergamena del 100° chilometro dalla tomba di Pietro, consegnata da Alessandra Croci, per conto dell’Associazione Via Francigena in Tuscia Viterbo. Tutte le realtà coinvolte sono state poi premiate con targhe evento e gagliardetti del Rotary torinese.
Un breve riposo concesso ai 12 ragazzi con disturbo dello spettro autistico, e ai loro accompagnatori, ospitati in varie realtà cittadine, e di nuovo nel centro storico, accolti da Gianni Cesarini e dallo staff di Viterbo Sotterranea, che dopo aver donato cartoline e magneti raffiguranti la città hanno portato il gruppo alla scoperta del Museo dei Templari, dei suoi sotterranei e della cisterna etrusca restata intatta nei secoli. Una visita che ha appassionato i ragazzi, incantati da armature, bandiere e castelli e ogni traccia degli storici cavalieri.
Un ultimo passo verso San Pellegrino, per la firma del sasso del viandante, un’opera che Cinzia Chiulli compone assemblando rocce dedicate ai pellegrini transitati da Viterbo. Infine la cena, sotto gli archi dello storico quartiere, ospitati dall’Osteria dal Sor Bruno, che ha concluso l’intensa giornata con una tradizionale cena a base di piatti tipici viterbesi.
“E’ stata davvero una giornata bellissima – conclude Simona Tartaglia, presidente Rotary Club Viterbo -. Abbiamo aderito con gioia e condividere con loro questa esperienza è stato emozionante. Saluto gli amici rotariani coinvolti, certi che ci ritroveremo, ed auguro a tutti ‘buon cammino’, verso la tomba di Pietro, sperando che riusciranno ad incontrare Papa Francesco”.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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