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Redazione Lazio

REGIONE, APPROVATO NUOVO PIANO DI RICONVERSIONE DEI VIGNETI

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Tempo di lettura 2 minuti Il piano prevede contributi comunitari di 12.350 euro ad ettaro, anziché 9.350 come stabilito negli anni passati.

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Chiara Rai

I viticoltori del Lazio hanno tempo fino al 30 gennaio per presentare la domanda di contributo previsto dal nuovo piano per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti approvato dalla Regione.  Il piano prevede contributi comunitari di 12.350 euro ad ettaro, anziché 9.350 come stabilito negli anni passati. Si tratta di un’ottima possibilità per i viticoltori e produttori di vino, di incentivare la progressiva sostituzione dei vigneti con varietà di uve di qualità maggiore al fine di ottenere prodotti sempre più prestigiosi. Oltre a questo, si aggiunge la possibilità di consentire la meccanizzazione delle principali operazioni colturali. Angela Birindelli, assessore alle Politiche agricole della Regione Lazio ha sottolineato l’importanza di non lasciar cadere i contributi previsti dal piano: “E’ un vantaggio importante per i nostri viticoltori – ha aggiunto Birindelli – per riqualificare i vini del Lazio e proporli sui mercati a prezzi più competitivi e remunerativi”. Ai Castelli Romani i vigneti ricoprono ancora una superficie abbastanza ampia, si parla di circa sei mila ettari in totale e di questi, ben 1.400 ettari appartengono al Frascati Doc. Quest’ultimo, col nuovo disciplinare, può comprendere varietà di vitigni Malvasia di Candia e del Lazio, da soli o congiuntamente, fino al 70 per cento mentre per Greco, Grechetto e Bombino fino al 30 per cento. Nell’area Castellana, diversi vigneti sono stati espiantati e ancora gran parte non sono stati ancora meccanizzati e “rinnovati”. Dal prossimo anno inoltre, la vendemmia seguirà i criteri del Docg – Denominazione d'origine controllata e garantita – che, tra l’altro prevede, la vendita di vino soltanto in bottiglia munita di sigillo di garanzia e controllate partita per partita nella fase dell'imbottigliamento. Dunque, poter riconvertire e “riabilitare” i vigneti del Lazio prediligendo determinate varietà in favore di altre,  è vista come una grande opportunità sia dal presidente del consorzio Frascati Doc Mauro De Angelis che da quello dei Colli Lanuvini Antonio Posti. “ E’ un’opportunità ottima – dice De Angelis – ho auspicato uno sforzo da parte dei produttori a reimpiantare i vigneti del Frascati con logiche che prediligano la qualità piuttosto che la quantità. Di fatti, gli attuali disciplinari obbligano a dei vigneti di qualità, certo, fare questo senza alcuna prospettiva economica è durissima per i viticoltori e produttori, è per questo che mi auguro che a stimolare questo rinnovamento siano anche le cantine dando prospettive ai produttori. La vita media di un vigneto è di circa 50 anni e le cantine, in questo senso, mi auguro abbiano una visione lungimirante perché è un peccato che queste risorse non vengano utilizzate. Si dovrebbe puntare alla valorizzazione della bottiglia e ritrasferire parte della redditualità ai produttori ”. Per Luigi Caporicci,  il presidente della Gotto d’oro, una delle più importanti cantine del Lazio che ha sede ai Castelli Romani, il nuovo piano è un’opportunità da cogliere al volo: “E’ un’occasione importante – dice Caporicci – che permettere la possibilità di poter utilizzare nuove tecnologie di meccanizzazione e nuovi metodi e soprattutto di ridurre i costi di produzione. Sono convinto che questa ulteriore possibilità offerta dalla Regione, giova a migliorare l’immagine del vigneto Lazio”. Anche il presidente del consorzio Colli Lanuvini, Antonio Posti si augura che le adesioni al piano siano numerose: “Ho inviato la comunicazione alle aziende – dice Posti – è finalmente possibile adeguare le varietà che abbiamo e in alcuni casi ad esempio sostituire determinate varietà con altre. Ad esempio si può sostituire la Malvasia di Candia con  la Malvasia Puntinata, adeguando così la produzione di varietà delle uve al mercato odierno”.

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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