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di Roberto Ragone
Più volte da queste colonne abbiamo denunciato ciò che secondo noi non va, in Italia. Soprattutto, quello che non va, in Italia, è che siamo soggetti ad una sorta di masochismo nazionale, barchetta di carta sulle onde di un mare agitato e sempre nemico. Lo sgombero del palazzo occupato da più di quattro anni da persone – di qualunque colore, ceto, appartenenza, non ha alcuna rilevanza, l’occupazione è illegale e illegittima – non aventi diritto ad abitare ad un passo dal centro, gratis e senza controllo, occupazione che ha provocato anche il fallimento della proprietà di un immobile del quale lo Stato, il Comune e comunque le autorità preposte all’incasso hanno sempre preteso il pagamento dei relativi tributi: lo sgombero, dicevamo, di una costruzione divenuta un ghetto in cui bisognava parlare con un ‘responsabile’ – manco a dirlo, di colore – per poter entrare, e nel quale immobile una giornalista della televisione è stata tempo fa aggredita perché avrebbe voluto fare un servizio in diretta; lo sgombero di questo grande fabbricato, ridotto, come possiamo immaginare, ai minimi termini, ha provocato grande sdegno nella Sinistra & Associati, convinti, come sono, che in Italia si debba procedere non secondo le leggi, ma seguendo una logica buonista e distruttiva.
È chiaro che a tutti piacerebbe abitare gratis a due passi da Stazione Termini, senza pagare affitto, luce, acqua: il gas no, quello lo tirano, in bombole, addosso ai poliziotti comandati alla bisogna, vero cuscinetto fra un governo insufficiente e i problemi che lo stesso – governo – non è capace di risolvere. Allora, per più di quattro anni s’è fatto finta di niente, e c’era chi protestava. Ma, si sa, a rimestare in certi materiali poco profumati c’è il rischio che la puzza aumenti. Dopo tutto Roma è piena di stabili ‘okkupati’ o a canone zero o poco più… Uno più, uno meno, che differenza fa? Ma quando, come certi sindaci che incominciano ad abbattere case abusive, seguendo i precetti delle leggi dello Stato, iniziano gli sgomberi, allora succede il prevedibile. Non è tollerabile che in una nazione civile si debba assistere a scene come quelle che abbiamo visto nei vari Tiggì. E che oltretutto si debba subire la condanna mediatica delle forze dell’ordine che hanno fatto il loro dovere. Parliamo di evasione fiscale? Bene, perché non parliamo di occupazioni abusive? Il concetto è sempre lo stesso, l’indebito arricchimento, o a danno dello Stato, o a danno dei privati. Il furto, insomma, come quelli che mettono in crisi l’Atac perché viaggiano gratis: e guai a chiedere il biglietto, c’è da rischiare una coltellata, o peggio.
Vien da pensare che il guasto della nostra penisola venga proprio da certa sinistra, che tollera o impone comportamenti al di là della legalità, incitandone la messa in atto; e che poi, a livello più alto, qualcuno, o tutti, chiudano un occhio per convenienza. Convenienza elettorale, convenienza politica, convenienza sociale, convenienza al disordine, all’emergenza, cosa in cui la nostra nazione è maestra. Siamo bravissimi a fronteggiare costose e irregolari emergenze, in nome del momento drammatico, e assolutamente incapaci di programmare opere di prevenzione molto meno costose nel tempo. Ma, si sa, nell’emergenza, c’è sempre qualcuno che ‘emerge’… Così, tutti addosso alla Raggi, al M5S, alla loro amministrazione, già squalificata perché insufficiente.
Si può essere o no d’accordo con i Cinquestelle, ma l’attacco che stanno subendo in vista delle prossime consultazioni elettorali è sotto gli occhi di tutti, e ci ricorda un fatto simile, protagonista, o bersaglio, Berlusconi, poi stoppato in volo da Napolitano. Senza dire che gli alloggi per fronteggiare l’emergenza sgombero – 40 villette, e magari tanti nostri homeless ne potessero disporre! – sono stati offerti a chi doveva lasciare il palazzone ‘okkupato’, ma sono stati rifiutati perché poco comodi, lontani dal centro, o perché istigati da una certa parte politica. Meglio inscenare una bella bagarre, così i giornali ‘sinottici’ – ivi compreso il giornale dei vescovi, che, anche loro, ‘bagnano il pane’ – potranno per mesi parlare male della Raggi, della polizia violenta, della cattiva amministrazione di Roma Capitale, del Movimento Cinquestelle, eccetera. Viene da pensare, dicevamo che l’Italia soffra di masochismo nazionale. Ma non è così. La realtà è molto peggiore. Siamo in mano ad una politica autoreferenziale, complice delle multinazionali, orientata solo al potere fine a sé stesso, strumentale al governo e a governare, senza guardare il ‘buon’ governo, quello che fa crescere la nazione. Ci bombardano di dati e di numeri e di statistiche di dubbia sincerità, che dovrebbero ‘dare fiducia’ al cittadino, spingendolo a spendere, per innescare quella ripresa fantasma di cui già parlava il prof. Monti, una delle cui frasi celebri è: “Vediamo la luce in fondo al tunnel”. Ma questo tunnel quanto è lungo? Sono già quattro governi, e ancora non ne siamo usciti. Se mai ne usciremo, con queste premesse.
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