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Addio Jerry Lewis, morto il re della risata

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Tempo di lettura 4 minuti Scomparso a 91 anni il grande attore e regista comico

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Redazione

 

E' morto l'attore americano Jerry Lewis, aveva 91 anni. Il Picchiatello diceva che ''bisogna essere matti per fare il comico'', e lui aveva iniziato a 5 anni quando si era accorto che la gente rideva alle sue battute. Ma Jerry Lewis, uno dei comici più rivoluzionari del dopoguerra, era nonostante tutto diventato un monumento e i suoi 90 anni, giusto il 16 marzo del 2016, erano stati celebrati con una retrospettiva al MoMa di New York e una reunion con Martin Scorsese al Museum the Moving Image. Ora, dopo una morte varie volte annunciata come una fake news, Hollywood Reporter e Variety annunciano che Jerry Lewis, con all'attivo una quarantina di film come attore, una decina da regista, tanta tv, è scomparso davvero a Las Vegas a 91 anni per cause naturali. Lewis nacque il 16 marzo del 1926 a Newark, periferia delle Grande Mela da genitori attori di vaudeville, russi di origine ebraica, radici che gli fecero abbandonare presto la scuola, quando fu espulso dal collegio dove era iscritto per aver picchiato un insegnante che parlava male degli ebrei. Erano gli anni che precedevano la Seconda Guerra Mondiale, che evito' grazie ad un'otite che gli aveva perforato il timpano.

Il Picchiatello diceva che ''bisogna essere matti per fare il comico'', e lui aveva iniziato a 5 anni quando si era accorto che la gente rideva alle sue battute. Ma Jerry Lewis, uno dei comici più rivoluzionari del dopoguerra, era nonostante tutto diventato un monumento e i suoi 90 anni, giusto il 16 marzo del 2016, erano stati celebrati con una retrospettiva al MoMa di New York e una reunion con Martin Scorsese al Museum the Moving Image. Ora, dopo una morte varie volte annunciata come una fake news, Hollywood Reporter e Variety annunciano che Jerry Lewis, con all'attivo una quarantina di film come attore, una decina da regista, tanta tv, è scomparso davvero a Las Vegas a 91 anni per cause naturali. Lewis nacque il 16 marzo del 1926 a Newark, periferia delle Grande Mela da genitori attori di vaudeville, russi di origine ebraica, radici che gli fecero abbandonare presto la scuola, quando fu espulso dal collegio dove era iscritto per aver picchiato un insegnante che parlava male degli ebrei. Erano gli anni che precedevano la Seconda Guerra Mondiale, che evito' grazie ad un'otite che gli aveva perforato il timpano.

Fu uno dei tanti lavoretti occasionali di quegli anni a lanciarlo nel mondo dello spettacolo. Inizio' come maschera in un cinema-teatro di Brooklyn e i suoi brevi sketch fra il primo e secondo tempo furono subito notati. La sua prima tourne'e risale al 1944 e due anni dopo nasce il sodalizio con Dino Crocetti, italo-americano che prendera' il nome artistico di Dean Martin. Il successo del duo fu immediato, da una parte il fascino di Martin, dall'altra la comicita' sgraziata di Lewis. Insieme girarono 16 film fra i quali Attente ai marinai! (1952), Morti di paura (1953), Il nipote picchiatello (1955), Artisti e modelle (1955) e Hollywood o morte! (1956). Fu proprio nel 1956 che il sodalizio si ruppe e dopo un periodo meno brillante, per Lewis inizio' la carriera di 'total-filmaker': risale al 1960 il suo primo film da attore e regista, Un ragazzo tutto fare. Poi vennero L'idolo delle donne e Il mattatore di Hollywood(entrambi del 1961), Jerry 8 (1964) e il suo acclamato capolavoro, Le folli notti del dottor Jerryll (1963).

Invento' anche una tecnica di lavoro sul set. Dal momento che quasi tutti i suoi sketch erano improvvisati, Lewis-regista aveva bisogno di controllare immediatamente il lavoro fatto. Fu lui dunque a portare sul set la tecnica del video assist, che utilizzava monitor per vedere il girato in tempo reale. La tecnica e' ancora oggi abitualmente usata sul set. Osannato nei Cahiers du Cine'ma dalla critica francese, Lewis nel 1970 diresse Scusi, dov'e' il fronte?, che ottenne un clamoroso successo in Francia, ma che venne snobbato in patria, determinandone la parabola discendente.

Jerry Lewis, nonostante i guai fisici, ha vissuto gli ultimi anni da arzillo vecchietto. Aveva subito l'impianto di quattro bypass coronarici ed era stato operato di cancro alla prostata. Soffriva anche di diabete e fibrosi polmonare ma a Las Vegas, dove viveva con la seconda moglie, ha tenuto fino all'ultimo spettacoli dal vivo e seminari sul buonumore. Vincitore di Golden Globe, Bafta e del Leone d'oro alla carriera a Venezia, nel 1999, Lewis nel 2009 ha ottenuto dall'Academy il Jean Hersholt Humanitarian Award ma mai nessun Oscar per i suoi film. Numerose sono state anche le polemiche che lo hanno riguardato. Criticato dalle associazioni dei disabili per le sue parodie nei confronti degli affetti da distrofia muscolare, fece anche scalpore in televisione per i suoi epiteti contro i gay. Una volta si scaglio' anche contro le donne comiche che – disse – lui vedeva solo come "macchine sforna bambini". Subi' anche una denuncia per porto abusivo d'armi, nel 2008 all'aeroporto di Las Vegas. Aveva con se' una pistola che sostenne essere un regalo di un fan. Non tutti ridono alle battute di Lewis, ma la migliore recensione del lavoro del comico newyorkese e' stata scritta dal collega Dice Clay: "Non e' il ridere il punto. Il punto e' la commedia". Per apprezzare Jerry Lewis occorre prenderne il bello e il brutto e apprezzarne il brutto – le battute al limite dell'offensivo e i suoi modi sgraziati e qualche volta irritanti – esattamente come la piu' sincera delle risate che ci ha regalato.
 

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Duro colpo a Hamas: ucciso Yahya Sinwar, il leader del massacro del 7 Ottobre

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Il capo del gruppo islamista, responsabile del peggiore attacco contro il popolo ebraico dalla Shoah, è stato eliminato durante uno scontro a fuoco a Gaza. Netanyahu: “Il conto è stato pagato”, ma la tensione nella regione resta alta

Mercoledì è stata segnata la fine della caccia all’uomo che ha terrorizzato Israele per decenni. Yahya Sinwar, il leader di Hamas responsabile del massacro del 7 ottobre 2023, il più grave attacco contro il popolo ebraico dai tempi della Shoah, è stato ucciso in uno scontro a fuoco con l’esercito israeliano (IDF). La sua morte segna un momento cruciale nel conflitto tra Israele e Hamas, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha definito l’operazione “il pagamento di un conto in sospeso”.

La caccia a Sinwar: un colpo quasi casuale

La caccia a Sinwar, durata un anno e dieci giorni, si è conclusa in modo quasi accidentale. L’operazione in corso non era specificamente mirata a lui, ma a gruppi di terroristi nell’area di Tel Sultan, a Rafah, nel sud di Gaza. Le forze della brigata 828 dell’IDF si sono trovate nel mezzo di uno scontro a fuoco in cui un edificio è stato colpito da un tank, causando un crollo parziale. Solo dopo la bonifica dell’area e la rimozione delle macerie, i soldati si sono resi conto che uno dei corpi apparteneva proprio a Sinwar, riconoscibile anche grazie al volto rimasto relativamente integro.

La conferma definitiva è arrivata grazie all’arcata dentale e agli altri dati biometrici, già in possesso delle autorità israeliane, che avevano arrestato Sinwar in passato. Le immagini del suo corpo, circolate velocemente sui social, hanno diffuso la notizia della sua morte, descrivendo il “macellaio di Khan Younis” con il cranio fracassato e coperto di polvere.

Reazioni internazionali: Netanyahu e Biden parlano al mondo

In serata, Netanyahu ha tenuto un discorso rivolto alla nazione, dichiarando: “Il responsabile del massacro più grande del popolo ebraico dalla Shoah è morto. Il conto è stato pagato.” Ha poi esortato i terroristi di Hamas a deporre le armi e liberare gli ostaggi, offrendo la salvezza in cambio della resa. Netanyahu ha anche fatto un appello ai civili di Gaza, parlando dell’inizio di “un nuovo giorno dopo Hamas” e prospettando un futuro libero dalla tirannia dell’organizzazione terroristica.

Dall’America, il presidente Joe Biden ha parlato di “un bel giorno per Israele, per gli Stati Uniti e per il mondo”. Ha paragonato l’evento alla cattura di Osama Bin Laden nel 2011, sottolineando il senso di sollievo che questa operazione porta, sperando anche in un accordo politico per la fine del conflitto a Gaza.

Hezbollah e Iran: la resistenza continua

Mentre Israele celebra la vittoria, le tensioni continuano a crescere. Il gruppo libanese Hezbollah, sostenuto dall’Iran, ha annunciato l’inizio di una “nuova fase di escalation” nel confronto con Israele, affermando di aver utilizzato per la prima volta missili a guida di precisione contro le truppe israeliane. Da parte sua, l’Iran ha reso omaggio a Sinwar, definendolo “un martire” e simbolo della resistenza, un esempio per i giovani che continueranno a combattere per la “liberazione della Palestina”.

Un futuro incerto

Mentre il mondo osserva, l’uccisione di Sinwar segna un momento cruciale nel conflitto tra Israele e Hamas, ma la strada verso la pace è ancora lunga e incerta. Con la resistenza che continua e la minaccia di nuove escalation, la comunità internazionale resta impegnata nel cercare una soluzione diplomatica. La premier italiana Giorgia Meloni ha auspicato che la morte di Sinwar segni l’inizio di una nuova fase, chiedendo il rilascio immediato degli ostaggi e un cessate il fuoco.

La morte di Yahya Sinwar rappresenta un duro colpo per Hamas, ma lascia dietro di sé una scia di interrogativi su quale sarà il futuro della Striscia di Gaza e se si potrà mai raggiungere una pace duratura nella regione.

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Scontri al confine Israeliano-Libanese: Hezbollah lancia razzi, Croce Rossa sotto attacco e rischio escalation

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Razzi lanciati da Hezbollah, violenze sui soccorritori e tentativi di infiltrazione militare respinti

L’escalation del conflitto tra Israele e Gaza ha visto un’ulteriore aggravamento nelle ultime ore, coinvolgendo anche la frontiera tra Israele e Libano. Hezbollah, il gruppo libanese sostenuto dall’Iran, ha rivendicato il lancio di razzi contro le truppe israeliane nel villaggio di Maroun al-Ras, vicino al confine tra i due paesi. Gli scontri tra Hezbollah e le forze israeliane si sono intensificati, con il gruppo libanese che ha dichiarato di aver combattuto contro soldati israeliani che cercavano di infiltrarsi vicino a un altro villaggio di confine.

Contemporaneamente, Israele ha annunciato di aver intercettato cinque razzi provenienti dal Libano, lanciati verso diverse regioni settentrionali tra cui l’Alta Galilea e la Baia di Haifa. Le forze israeliane hanno risposto agli attacchi, intensificando i bombardamenti nell’area.

La Croce Rossa libanese ha inoltre denunciato un grave incidente avvenuto nel sud del Libano, dove alcuni dei suoi soccorritori sono stati feriti durante un attacco a una casa bombardata due volte. La squadra era stata inviata in coordinamento con le Nazioni Unite per cercare di soccorrere le vittime, ma è stata colpita durante il raid, causando feriti tra i paramedici e danni a due ambulanze.

Hezbollah ha rivendicato diversi attacchi contro le forze israeliane nelle ultime 24 ore, affermando di aver fatto esplodere ordigni esplosivi contro i soldati israeliani nei pressi del villaggio di Ramia. I combattimenti sono durati circa un’ora, e il gruppo ha segnalato attacchi sia in Libano che all’interno del confine israeliano.

Parallelamente, le tensioni internazionali continuano a crescere. L’Iran e Hezbollah hanno smentito qualsiasi coinvolgimento diretto nell’attacco di Hamas del 7 ottobre, negando le accuse avanzate da documenti segreti israeliani. La missione iraniana presso le Nazioni Unite ha respinto le notizie che suggeriscono un coordinamento con Hamas per l’attacco, mentre Hezbollah ha ribadito di non essere a conoscenza dell’operazione.

Nel frattempo, emergono nuove rivelazioni sui piani di Hamas, secondo documenti sequestrati dall’esercito israeliano. Anni prima dell’attacco del 7 ottobre, Hamas avrebbe pianificato un’azione molto più devastante, simile all’11 settembre, con l’abbattimento di grattacieli a Tel Aviv e l’uso di attacchi coordinati da terra, mare e aria.

La situazione rimane estremamente volatile, con il rischio di un ulteriore allargamento del conflitto.

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Uragano Milton: la Florida di fronte alla peggior tempesta in 100 anni

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DeSantis: “Decidete ora per salvare voi stessi e le vostre famiglie”

L’uragano Milton potrebbe essere il più devastante a colpire la Florida nell’ultimo secolo. Il presidente Joe Biden ha avvertito che l’uragano potrebbe avere effetti “catastrofici”, chiedendo ai cittadini di rispettare gli ordini di evacuazione. Più di un milione di persone sono già state invitate a lasciare le loro case.

Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha esortato i residenti a prendere decisioni immediate per garantire la propria sicurezza. Milton, inizialmente di categoria 5, è stato declassato a categoria 4, ma resta estremamente pericoloso.

Il Centro nazionale uragani (NHC) prevede che l’uragano toccherà terra mercoledì sera, lasciando poche ore per l’evacuazione. Le strade sono congestionate, con traffico intenso e code ai distributori di benzina. L’urgenza è alta.

Il presidente Biden, per gestire meglio la crisi, ha posticipato il suo viaggio in Germania e Angola. Ha anche dichiarato lo stato d’emergenza per facilitare l’invio di aiuti federali alla Florida.

Incalza il bilancio dell’uragano Helene

Nel frattempo, il sud-est degli Stati Uniti è già devastato dall’uragano Helene, che ha causato almeno 232 vittime, un bilancio che potrebbe ulteriormente crescere. Milton, che segue Helene a breve distanza, aggrava la situazione rendendo le operazioni di soccorso ancora più critiche.

Gli sforzi di preparazione e soccorso sono in pieno svolgimento, con l’obiettivo di limitare il più possibile le perdite e i danni.

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