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Anguillara Sabazia, acqua potabile e tutela dei diritti e della salute dei cittadini: PD – Sinistra in Comune e siAmo Anguillara presentano una mozione

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ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Maggiore trasparenza e maggiore impegno in merito alla fornitura di acqua potabile e a tutela dei diritti e della salute dei cittadini. Questo l’impegno che i Consiglieri comunali Michele Cardone, Matteo Flenghi e Enrico Stronati chiedono alla nuova amministrazione comunale con una mozione che ora dovrà essere votata dal Consiglio comunale.

Di seguito il testo della Mozione:

Alla Presidente del Consiglio
Sig.ra Catia De Carolis

Al Sindaco
Avv.to Angelo Pizzigallo

Mozione ai sensi dell’art. 38 del Regolamento

Oggetto: mozione per impegnare l’Amministrazione comunale a maggiore trasparenza e maggior impegno in merito alla fornitura di acqua potabile e a tutela dei diritti e della salute dei cittadini

Premesso che:

• l’acqua potabile è un bene pubblico fondamentale;
• il territorio della città di Anguillara è servito da 5 acquedotti, i più grandi sono quelli
del Biadaro, del Montano e di Ponton dell’Elce;
• il servizio idrico della nostra città è gestito in-house dal Comune con il supporto di ditte esterne specializzate;
• non è noto attualmente all’opinione pubblica chi e come sia assicurata la qualità
dell’acqua erogata dagli acquedotti comunali, in particolare quelli che per fornire acqua potabile utilizzano sofisticati impianti di trattamento, acquistati dall’Ente nel biennio 2013-2014;

Considerato che:

• da anni, ormai, l’Italia ha il primato europeo di consumo di acqua in bottiglia pro capite (stimate in circa 12 miliardi di litri d’acqua minerale) i cui contenitori vanno ad incrementare la quantità di rifiuto generato, comportando sia un problema ambientale sia maggiori costi di gestione del trattamento dei rifiuti prodotti;
• l’acqua minerale in bottiglia ha, peraltro, un costo al litro nettamente superiore a
quello che esce dal rubinetto rappresentando, quindi, un ulteriore danno economico per i cittadini;
• nel luglio 2016 è scaduta la convenzione avviata nel 2011 che assicurava la presenza
delle “Case dell’Acqua” che consentivano alla cittadinanza di avere sempre alcuni punti di erogazione di acqua potabile in caso di emissione di ordinanza di non potabilità;

Constatato che, per quanto attiene all’acquedotto del Biadaro – preso ad esempio per sostanziare la presente ma replicabile per ognuno dei principali acquedotti della città – consultando il sito del Comune, si ottengono le seguenti informazioni:

• in data 16 febbraio 2018 è stata emessa la Determina n. 240 avente ad oggetto FORNITURA DI MATERIALE MC 20,00 “IDROSSIDO DI FERRO” DA DESTINARE AI FILTRI DELL’IMPIANTO DI POTABILIZZAZIONE DI “BIADARO”. Nella stessa si fa riferimento alla “fornitura” di 20 mc di idrossido di ferro poi, allo stesso tempo, si cita la “rigenerazione” dei moduli di massa filtrante;
• l’impegno di spesa per suddetta fornitura o attività fu pari a circa 42.350,00 Euro e fu
affidata alla ditta Hydrocon s.r.l. di Campagnano di Roma;
• in data 26.04.2018 è stata emessa l’Ordinanza di non potabilità n. 42 per “lavori di manutenzione straordinaria”;
• in data 15.05.2018, in base alle analisi condotte dalla Hydrocon s.r.l., affidataria dei
lavori suddetti, è stata emessa l’Ordinanza di revoca dell’ordinanza di non potabilità n.
46;
• in data 30.05.2018 giunse al protocollo del Comune la nota della Asl Roma 4 che confermò la conformità ai parametri di legge dell’acqua erogata dall’acquedotto del Biadaro;
• in data 28.09.2018 pervenne la nota della Asl Roma 4 che informò della presenza di
“enterococchi” e, quindi, della non conformità dell’acqua;
• conseguentemente, in medesima data, venne emessa l’Ordinanza di non potabilità n.
119;
• a seguito della suddetta Ordinanza, in data 18.10.2018 venne approvata la Delibera di Giunta n. 132 per la fornitura di acqua potabile al plesso scolastico dei Via della Mainella per un importo pari a 13.420,00 Euro (atto che, poi, generò un debito fuori bilancio trattato come “somma urgenza” nel Consiglio comunale del 21.12.2018);
• in data 15.10.2018 la ASL Roma 4 informò della conformità dell’acqua erogata
dall’acquedotto del Biadaro;
• in data 16.10.2018 venne emessa l’Ordinanza di revoca dell’ordinanza di non potabilità
n. 126;
• nel dicembre 2019 è stata emessa la Determina n. 1511 avente ad oggetto: DETERMINA A CONTRARRE, IMPEGNO DI SPESA ED AFFIDAMENTO DIRETTO PER LA FORNITURA IN OPERA DI MASSE FILTRANTI OCCORRENTI PER IL RIPRISTINO DELLA FUNZIONALITA’ DELL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO ACQUA IN LOCALITA’ BIADARO;
• nelle premesse della suddetta Determina 1511/2019 è riportato: “il Responsabile di
Area tecnica ha ravvisato la necessità di provvedere con urgenza alla manutenzione straordinaria con fornitura in opera per il ripristino funzionale delle masse filtranti mediante rigenerazione dei materiali adsorbenti presso l’impianto di trattamento acqua in località Biadaro”;
• l’importo della stessa fu pari a 42.700,00 Euro e la ditta esecutrice la HYDROCON s.r.l.
di Campagnano di Roma;
• in data 25.05.2020 è stata emessa l’Ordinanza di non potabilità per l’acquedotto del Biadaro per “effettuare dei lavori di manutenzione ordinaria, urgenti ed improcrastinabili, al sistema di filtraggio del pozzo”;

• a seguito dell’Ordinanza suddetta, con Determina n. 690 del 01.07.2020, n. 694 del
02.07.2020 e n. 894 del 21.08.2020 sono stati “spesi” circa 35 mila euro per la predisposizione e l’alimentazione dei serbatoi per l’approvvigionamento idrico emergenziale di acqua potabile distribuiti nel territorio servito dall’acquedotto del Biadaro;

Verificato, conseguentemente, che per l’acquedotto del Biadaro:

• la manutenzione affidata a ditta esterna costa circa 75 mila euro l’anno;
• per una possibile erronea conduzione del servizio di manutenzione sono stati spesi ulteriori 140 mila euro (stima per difetto) in meno di due anni;
• non risultano agli atti azioni di rivalsa nei confronti della ditta affidataria del servizio
per eventuali violazioni del contratto di gestione di cui, peraltro, non sono note le garanzie a tutela della salute e delle responsabilità in capo ai soggetti (Comune e ditta);

Premesso, inoltre, che:

• l’art. 7 del DLgs n. 31 del 2001 stabilisce che “Sono controlli interni i controlli che il gestore è tenuto ad effettuare per la verifica della qualità dell’acqua, destinata al consumo umano” e che per farlo non può avvalersi dei laboratori di analisi di cui all’art.
8, comma 7;
• l’art. 8, comma 1 del medesimo DLgs, stabilisce che “I controlli esterni sono quelli svolti dall’azienda unità locale territorialmente competente”, mentre al comma 7 (sopra citato) stabilisce che “Per le attività di laboratorio le aziende unità sanitarie locali si avvalgono delle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente”;

Considerando che:

• è noto allo scrivente che nella convenzione sottoscritta tra il Comune e la ditta precedentemente affidataria della manutenzione degli impianti di trattamento e potabilizzazione delle acque destinate al consumo umano, vi era l’obbligo per la stessa a effettuare almeno una analisi delle acque al mese, sia per quanto attiene all’acqua in ingresso all’impianto, sia per l’acqua in uscita dallo stesso (ciò al fine di verificare costantemente il corretto funzionamento del sistema di trattamento delle acque per intervenire in via preventiva allorquando semmai si riscontrassero variazioni dei parametri chimico-fisici);

Ritenendo, conseguentemente, che:

• è doveroso per l’Ente Gestore del Servizio Idrico, il Comune in questo caso, procedere ed assicurare che vengano costantemente e regolarmente eseguiti i controlli interni, almeno due volte al mese;
• è doveroso che tale controllo venga reso pubblico con tutti i canali informativi che la tecnologia oggi mette a disposizione;

Verificato che risulta difficile per i cittadini:

• reperire informazioni pertinenti e puntuali sulla qualità dell’acqua erogata dagli acquedotti comunali (il sito web del Comune presenza informazioni obsolete, alla data di oggi – 6.11.2020 – le analisi delle acque sono ferme al 9 marzo 2020);
• comprendere a quale acquedotto è connessa l’utenza;
• disporre di una fonte di approvvigionamento alternativa in caso di Ordinanza di non potabilità;
• essere puntualmente informati in merito alle manutenzioni e, quindi, alle sospensioni programmate del servizio;
• essere informati in merito alle sospensioni improvvise del servizio che, seppur non
preventivabili, possono comunque essere rese note con i nuovi strumenti d’informazione gratuitamente disponibili (cosa, difatti, mancata il 6 novembre 2020 per gli utenti dell’acquedotto del Biadaro rimasti senz’acqua dalle 9 sino alle 13, come verificabile sui social network della città dove molti cittadini hanno – appunto – manifestato dissenso per la mancanza di informazioni istituzionali);

Tenendo in considerazione che:

• con la Sentenza del G.d.P. di Reggio Calabria del 27.11.2000 è stato stabilito l’inadempimento contrattuale da parte del gestore del servizio idrico e la condanna dello stesso alla riduzione del 50% del canone richiesto ai clienti (cittadini) in caso di mancanza del requisito di potabilità dell’acqua (che nel caso del Biadaro si protrae, ormai, da più di 4 mesi);
• con la Sentenza del G.d.P. di Civita Castellana n. 353/2014 è stato condannato al pagamento del danno richiesto dal ricorrente il gestore del servizio idrico in quanto questi “non ha fornito la prova liberatoria di aver fatto tutto il possibile ad evitare il danno, né ha dimostrato che il medesimo sia derivato da causa ad esso non imputabile”;

Tutto ciò premesso, parte integrante della presente, il Consiglio comunale
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

  1. ad adoperarsi affinché sia assicurata una più costante qualità dell’acqua erogata dagli acquedotti comunali predisponendo, in particolare, un adeguato servizio di manutenzione i cui costi risultano essere sostenibili per l’ente visti i numerosi impegni assunti per far fronte alla presumibile errata manutenzione, come rappresentato nelle premesse;
  2. ad effettuare controlli interni, tramite la ditta appaltatrice del servizio di manutenzione
    ordinario o tramite gli Uffici comunali, almeno due volte al mese (o anche con maggiore frequenza) e a rendere pubbliche su tutti i canali informativi (sito web, social network, stampa locale, manifesti nei maggiori luoghi di aggregazione, etc) tutte le analisi delle acque di tutti gli acquedotti comunali (provenienti sia dai controlli interni anzidetti, sia da quelli esterni);
  3. ad avviare/riprendere la procedura di individuazione di un operatore economico cui affidare l’installazione degli erogatori automatici di acqua microfiltrata che possano, quanto meno, consentire alla cittadinanza di approvvigionare acqua potabile in caso di ordinanza di non potabilità;
  4. a disporre la modifica della fattura idrica affinché sia prevista, nella stessa, l’informazione in merito al nome dell’acquedotto comunale cui l’utenza risulta connessa;
  5. a disporre la definizione di una procedura amministrativa volta al riconoscimento, in
    via compensativa, della riduzione del 50% della quota fissa della fattura per il periodo di tempo in cui si determina la condizione di mancata potabilità dell’acqua;
  6. a rendere note le necessarie informazioni alla cittadinanza per poter accedere a tutte le
    informazioni concernenti l’acqua destinata al consumo umano;
  7. ad avviare un controllo interno al fine di verificare le attività manutentive poste in essere dalla ditta affidataria del servizio di manutenzione/gestione dei diversi impianti al fine di verificare eventuali violazioni contrattuali e, nel caso, ad avviare azioni di rivalsa a ristoro dei disagi cui sono stati sottoposti i cittadini nonché delle somme spese dal Comune per le azioni compensative poste in essere.

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Cronaca

Roma, Asl Roma 3: Formare i formatori al benessere nell’apprendimento

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Dopo l’esperienza Covid-19 è stata compiuta, da parte delle strutture del Servizio Sanitario Regionale una riflessione sul senso di una maggiore e più adeguata formazione su tutto il personale delle Aziende Sanitarie e dei Medici di Medicina Generale.
Ieri, nella sala Tevere della Regione Lazio, la Asl Rm3, capitanata dalla dottoressa Francesca Milito, direttore generale, e orchestrata dal dottor Emilio Scalise, dirigente medico Responsabile dell’U.O.S. Formazione ed Aggiornamento del Personale, ha promosso un corso AGENAS volto a “FORMARE I FORMATORI AL BENESSERE DELL’APPRENDIMENTO”.
Una proposta attenta che comprende le necessità di una continua formazione in grado di recepire sul campo le eventualità difficoltà facendone per prima cosa prima esperienza e tramutandole poi in un valore aggiunto.

nella foto il dottor Giuseppe Fucito (ph L.I.)

Quello che si evince, già dalle prime battute, resta fondamentale per il proseguo della narrazione della giornata odierna: la criticità genere un’esigenza. “Nel post-emergenza sanitaria mondiale da Covid-19 – ribadisce Scalise- è diventato di attualità il metodo formativo andragogico cioè la formazione rivolta agli adulti in antitesi alla pedagogia che si rivolge ai giovani senza esperienza”. Un metodo formativo applicato con successo dopo i conflitti mondiali, ad adulti già con esperienza lavorativa vittime di stress post-traumatico come attualmente tanto personale in sanità dopo l’emergenza Covid-19.
Quello che va focalizzato, dice il dottor Marco Sparvoli, psicologo dell’SPDC dell’Ospedale San Camillo, deve essere necessariamente finalizzato a fornire non solo “conoscenze” ma “competenze” e a tale situazione bisogna giungere con la consapevolezza piena di chi, aggiunge, “debba essere formato, con quali obiettivi, chi può e chi deve formare, cosa sia necessario insegnare per formare per giungere poi a come formare ed insegnare” ma poi, aggiunge, diventa rilevante e fondamentale “curare i curanti”
Un impegno forte e che presuppone, come spiega in seguito la dottoressa Norma Sardella, dirigente psicologo della Asl RM3, che “la formazione e la sicurezza non siano piegate al budget” in quanto l’investimento sul patrimonio umano resta ancora oggi la prima fonte di ricchezza di una azienda.
Focalizza poi in seguito la necessità di “realtà co-condivise” capaci, spiega nel dettaglio, di “fare gruppo, fare corpo” un’entità composta da varie membra che che si muova nella interessa di un’unica corporeità.

nella foto, da sx, la dottoressa Maria Rita Noviello, la dottoressa Norma Sardella ed il dottor Emilio Scalise (ph. L.I.)

Nella mattinata è particolarmente toccante la narrazione della dottoressa Maria Rita Noviello, medico oncologo: “Formare chi deve accettare la morte” è il tema davvero delicato che affronta.
Ma lo fa con la serenità che la porta ad affermare con forza che “l’essere umano è di per se essere mortale” e quindi tutta la narrazione del nostro tempo che cerca di “cancellare” dapprima la morte narcotizzando la stessa paura di morire non fa altro che togliere quella naturalità che la morte stessa ha insita in sé. Un principio davvero semplice e chiaro dentro questa sua narrazione che è figlia di una esperienza diretta vissuta con i suoi pazienti “i miei migliori insegnanti sui concetti di vita e morte”, dice nella commozione. “Noi medici, aggiunge, dobbiamo avere il coraggio di valorizzare la vita” anche perché quello che va tolto dal pensiero comune è il concetto errato che fa equivalere l’arte medica, il “medicinus” con il ruolo di “aggiustatore”; tutto ciò, aggiunge, contrasta con quello che è il nostro reale ruolo: “noi medici dobbiamo essere promotori di benessere”.
Due i momenti focali della tarda mattinata
Dapprima l’intervento del dottor Pier Luigi Bartoletti, segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale che ricorda come il “successo” dell’esempio delle USCAR Lazio durante la pandemia derivi principalmente, dice testualmente “dal mettere il cuore e le orecchie per ascoltare quelli che sono i bisogni formativi” capaci poi di essere esempio per tutti. “una formazione dinamica, che è stata in grado di far funzionare il sistema anche durante uno dei momenti più bui della medicina – delinea il coordinatore dei Corsi MMG Giuseppe Fucito.

intervista al dottor PIER LUIGI BARTOLETTI, segretario provinciale FEDERAZIONE ITALIANA MEDICI DI MEDICINA GENERALE (VIDEO REALIZZATO DA L.I.)

Nel concludere il suo intervento fa notare che la prima problematica che va superata, per arrivare davvero ad un Sistema Sanitario eccellente sia quella mancanza di collegamento tra territorio e l’ospedale e questo può avvenire quando i medici di medicina generale diverranno “sentinelle in grado di condividere i casi clinici e smettano di essere i cosiddetti medici della ricetta” e questo può avvenire solo difendendo con forza il sistema pubblico l’unico in grado di sopportare i bisogni reali delle persone.
Di seguito interessante il commento dell’avvocato ed ex magistrato cassazionista Italo Amorelli, uno dei decani dell’ordine romano, presidente del Lions Club Accademia, che partendo dall’inciso contenuto nell’art. 32 della Carta Costituzionale “il diritto alla salute come fondamentale diritto dell’individuo” afferma con forza la necessità che i medici tornino a comprendere, con maggiore forza, “leggendo, capendo, tenendo a mente, spiegando” quello che la loro professione ma, soprattutto, il “Giuramento di Ippocrate” impone loro e a ciò fanno eco le parole della psicologa dottoressa Maria Pia Malizia che riafferma la necessità dell’apprendimento come veicolo di sviluppo e di miglioramento.

nella foto, da sx, la dottoressa Maria Pia Malizia, l’avvocato Italo Amorelli, il dottor Emilio Scalise, la dottoressa Maria Rita Noviello ed il dottor Pier Luigi Bartoletti (ph L.I.)

La mattina si chiede poi con il racconto di Arianna Camilloni, PSF infermiere coordinatore UOS formazione e aggiornamento del personale: racconta i terribili giorni del Covid-19 non nascondendo la sua emozione che coinvolge l’intera sala e le più di 150 persone collegate in videoconferenza.

Arianna Camilloni

Due i concetti che esprime con forza: l’approccio più concreto alla salute tramite la “salutogenesi” in grado di occuparsi delle fonti stesse della salute, delle risorse generali e del senso di coerenza e poi la “patogenesi” per verificare al meglio tutte quelle alterazioni dello stato fisiologico che portano poi allo stabilirsi ed allo svilupparsi di una patologia.
Ma resta l’amarezza nelle sue parole: è pur vero che durante il periodo Covid-19 si sia parlato degli “angeli con il camice bianco” ma le troppe violenze che avvengo verso tutto il personale sanitario fanno riflettere a fondo.

nella foto, da sx, Davide Conforti, Claudio Rossi e il dottor Emilio Scalise (ph L.I)

Un “istrionico” ma concreto Claudio Rossi, accompagnato dal giovanissimo Davide Conforzi, ci raccontano la formazione del personale amministrativo che è, sotto alcuni punti di vista, il lato nascosto del mondo della Sanità ma nel contempo è anima stessa del Servizio.
Claudio Rossi racconta la sua esperienza ultra quarantennale nel mondo della sanità: “in ogni mio atto amministrativo ho sempre messo al centro il malato e credo che per chi oggi svolge tale attività debba essere sempre e comunque il principio base”.
Lo dice con quella forza emotiva e con la sua capacità di far comprendere come “l’ansia dell’atto amministrativo” non debba essere mai presente in chi agisce avendo la “persona al centro del proprio agire”.
“Potrà essere banale il mio pensiero ma esistono due tipi di impiegati: quello che fa l’impiegato e l’impiegato stesso” e nell’esempio della strada con buche spiega al meglio il suo concetto; “il primo le salta, il secondo costruisce a lato una strada in grado di raggiungere l’obiettivo ed una volta compiuto ciò si appresta a coprire le buche de disservizi che possono essersi generati dentro una procedura”.
Un atteggiamento che costruisce ricchezza e la sua speranza guardando negli occhi Davide Conforti è quella di poter essere riuscito a trasferire le sue esperienze e il suo modo di lavorare.
Entrambi orgogliosamente affermano di avere scelto di lavorare in ospedale con senso di responsabilità e di solidarietà.
La giornata si conclude poi con due esperienze che, apparentemente, poco legano con il mondo della sanità: la danza e l’arte figurativa.

nella foto, da sx, la dottoressa Giorgia Celli, la dottoressa Noemi Romana Bernardi ed il dottor Emilio Scalise (ph L.I.)

Giorgia Celli, psicologa, psicoterapeutica e ballerina, assieme a Noemi Romana Bernardi, psicologa clinica e psicoterapeutica, raccontano le proprie esperienze di danzaterapia: “dimmi come danzi la tua vita” è il loro incipit all’intervento perché attraverso di questo si ottengo esperienze di trasformazione in grado di ricreare, attraverso i movimenti autentici e primordiali, quella armonia nei corpi che riporta, prima di tutto, stabilità alle emozioni.
Una “sana follia” che riesca a liberarci da pregiudizi, preconcetti, paure e tabù dove tutti i sensi dell’uomo vengono esaltati.

la dottoressa Vincenza Ferrara (ph L.I.)

Vincenza Ferrara, docente esperta in Strategie di Pensiero Visivo dell’università La Sapienza, e Metello Iacobini responsabile di Ematologia Pediatrica presso il Policlinico Umberto I di Roma, “una apparente strana coppia” raccontano l’esperienza vissuta attraverso la sperimentazione e la ricerca VTS (Visual Thinking Strategies) ponendosi come obiettivo lo studio e l’applicazione di metodi innovativi per l’utilizzo dei patrimoni culturali come strumento per l’apprendimento, la promozione e l’inclusione sociale, il miglioramento delle relazioni interpersonali, la mediazione culturale e la salute è riuscita a ricreare una rete di rapporto umani ed lavorativi all’interno di una struttura, quella dell’Ematologia Pediatrica dell’ospedale Umberto I, “logorata” da un clima decisamente pressante trattandosi di oncologia pediatrica.
I risultati ottenuta dalla dottoressa Ferrara ed dal dottore Iacobini dimostrano come una maggiore sinergia, una miglioramento delle relazioni interpersonali hanno creato questa rete tra le diverse componenti della struttura realizzando un tangibile e concreto miglioramento.

il dottor Metello Iacobini (ph L.I.)

Una giornata davvero piena di spunti e di considerazioni.
Quello a cui teniamo maggiormente è ricordare come le persone che oggi abbiamo incontrato restino, al di là del camice, al di là dello sportello, degli esseri umani capaci di comprendere e verso i quali, come utenti, abbiamo il dovere di rapportarsi con rispetto ed attenzione, la stessa che, da sempre, loro hanno nei nostri riguardi.

intervista alle dottoresse norma sardella e MARIA RITA NOVIELLO ED AL DOTTOR EMILIO SCALISE (VIDEO REALIZZATO DA L.I.)

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Anguillara, ai Giardini del Torrione va in scena la grande musica dei MishMash e di Mauro Di Domenico

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Con il fado portoghese dei Poemas de Mar ed un pubblico attento e vivace venerdì 22 giugno si è registrata ai Giardini del Torrione ancora una serata di grandi emozioni per la manifestazione “Atmosfere nel Palazzo e nei Giardini”.
 
La manifestazione organizzata dal Comune di Anguillara Sabazia, con il cofinanziamento di Regione Lazio a valere dell’Avviso Pubblico per il sostegno a progetti di valorizzazione del patrimonio culturale attraverso lo spettacolo dal vivo e la collaborazione di Aisfor, Dmo Beltur e Pro Loco Anguillara, prosegue accompagnando gli spettatori in un viaggio musicale intorno al mondo.
 
Tutti gli appuntamenti hanno infatti segnato una tappa nel cammino delle radici musicali comuni.
 
E l’appuntamento del 29 giugno alle 21 è un po’ l’emblema di questa ricerca etnomusicale che sta alla base della seconda edizione della manifestazione che vede la direzione artistica di Mauro Di Domenico.
 
E’ di scena infatti il gruppo musicale “MishMash” – termine che racchiude significati legati al concetto di “mescolanza” o “melange” –  composto da musicisti appartenenti a quattro differenti fedi religiose. Il gruppo – Marco Valabrega al violino, Daniele Valabrega alla viola, Bruno Zoia al contrabbasso, Nicola Pignatiello alla chitarra, Mohssen Kasirossafar alle percussioni persiane – propone una versione molto originale del complesso di suoni che abitano il Mediterraneo, il mondo mediorientale, i Paesi dell’Est.
 
Gli spunti principali sono nel repertorio klezmer, nelle romanze giudeo-sefardite che abbracciano un territorio dalla Spagna alla Turchia, nei brani tradizionali e di autori contemporanei di area persiana con scelte di arrangiamento che ricreano quel sapore “vagabondo” che da sempre caratterizzano simili repertori. Per completare il percorso multi etnico si unisce allo spettacolo la cantante italo-turco Yasemin Sannino  che con la sua interpretazione riesce a far vibrare i suoni e canti del MishMash ensemble regalando una performance spettacolare e nello stesso tempo enormemente spirituale.
 
Domenica 30 giugno alle 21 sale sul palco lo stesso direttore artistico della manifestazione Mauro Di Domenico con il suo spettacolo “Nati in riva al mondo”.  “Riprendo un mio vecchio progetto che misi in piedi con la collaborazione e la guest di Luis Sepúlveda e Angel Parra e gli Inti Illimani. E’ una sorta di viaggio tra il mondo latino e il Mediterraneo, questo ponte virtuale tra la musica latino-americana e il nostro bacino, chiaramente in una versione aggiornata ai tempi che viviamo. E’ un progetto che di per sè è in continuo divenire e che si nutre di ispirazioni e che, come tale, non può non comprendere anche omaggi doverosi ad artisti con i quali ho avuto l’onore di lavorare tra i quali l’intramontabile Pino Daniele e il genio di Ennio Morricone”.
 
Compositore, chitarrista, arrangiatore, autore, partenopeo, Di Domenico nella sua lunga carriera artistica ha lavorato spalla a spalla con una lunga serie di artisti di fama internazionale.
 
Figlio del tenore Lello Di Domenico, si è diplomato in chitarra classica col maestro Eduardo Caliendo. Ha frequentato i corsi del chitarrista Alirio Díaz, approfondendo la conoscenza della musica latinoamericana, e quelli di Paco Peña dal quale ha appreso la tecnica del flamenco. Ha collaborato a lungo, spesso anche in veste di direttore musicale, con Massimo Ranieri e con Mauro Pagani. Ha all’attivo diverse collaborazioni con il regista Maurizio Scaparro, in particolare per i lavori Napoli a Venezia, Don Chisciotte, Pulcinella, Liolà e Le mille e una notte. Nel 2007 è uscito il suo “Di Domenico plays Morricone – The Images Soul”, doppio album con brani originali e una rilettura dei grandi successi di Ennio Morricone, il quale compose per l’occasione un brano esclusivo.. E’ del 2013 è uscito  Borderline Stories, distribuito dalla Edel, con una prefazione di Giuseppe Tornatore e con numerosi ospiti illustri quali Murray Abraham, Shel Shapiro, Enrico Lo Verso, Roberto De Simone, Pedro Cano, Nabil Badine, Badara Seck. Nel  2017 è uscito l’editore Rogiosi pubblica il suo libro “Una chitarra tra Napoli e il mondo” a cura di Donato Zoppo e con prefazione di Ennio Morricone. Il cd allegato contiene registrazioni live da documenti personali del chitarrista con Eduardo Caliendo, Massimo Ranieri, Inti Illimani, Musicanova, Carlo D’Angiò, Nuova Compagnia Canto Popolare. Nel 2018 Di Domenico ha ricevuto nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma il Premio Internazionale Medaglia d’Oro “Maison Des Artistes”. Contemporaneamente è stata pubblicata una sua raccolta di trascrizioni Morricone for Classical Guitar per l’editore Volontè & Co. Nel 2018 ha pubblicato il cd “Essenza”, omaggio al repertorio di Pino Daniele con brani rielaborati per orchestra. All’album partecipano Phil Palmer, Danny Cummings, Mel Collins, Paolo Jannacci, Mauro Pagani, Carlo Marrale e Matteo Saggese, mentre la presentazione al disco è di Phil Manzanera (Roxy Music).
 
Tra gli ultimi lavori di Mauro Di Domenico il libro “Quando incontri una leggenda. Storia di un’amicizia con Ennio Morricone” con prefazioni di Mauro Pagani e Peppe Vessicchio. Il volume racconta i ventisette anni di incontri e collaborazioni tra Di Domenico e Morricone.  Scene di vita che rivelano i tratti umani di un gigante del Novecento, e che lasciano il lettore divertito, e anche un po’ commosso, di fronte agli intrecci di vicende e personaggi che hanno animato la scena musicale italiana.
 
 
Privo di virus.www.avast.com



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San Cesareo, spara ai Carabinieri con una Smith e Wesson cal. 357: immobilizzato e arrestato

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I militari erano intervenuti a supporto di un ufficiale giudiziario impegnato nell’esecuzione di uno sfratto d’immobile

I Carabinieri della Compagnia di Palestrina hanno arrestato un 62enne, domiciliato a San Cesareo, già sottoposto alla misura alternativa della detenzione domiciliare, gravemente indiziato dei reati di tentato omicidio, porto di arma clandestina, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. 

Questa mattina, i militari della Stazione di San Cesareo sono intervenuti a supporto di un ufficiale giudiziario impegnato nell’esecuzione di uno sfratto d’immobile sito nel Comune di San Cesareo via Maremmana Terza cv. 3/A ove attualmente dimorano i parenti prossimi dell’indagato. Arrivati sul posto i Carabinieri notavano anche il 62enne che, alla loro vista, si recava all’interno di un garage di pertinenza dell’abitazione dove prelevava una pistola a tamburo (risultata essere una Smith e Wesson cal. 357 con matricola abrasa) con cui, una volta tornato in prossimità dell’ingresso dell’immobile, esplodeva due colpi di arma da fuoco verso i Carabinieri, senza colpirli. Questi ultimi bloccavano immediatamente l’uomo ponendolo in sicurezza e disarmandolo. La successiva perquisizione consentiva di rinvenire nella sua disponibilità, in particolare in un marsupio indossato nelle fasi dell’aggressione, un coltello a serramanico e 21 proiettili aggiuntivi. Su disposizione della Procura della Repubblica di Tivoli l’uomo è stato successivamente accompagnato in carcere, in attesa dell’udienza di convalida.

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