Connect with us

Cronaca

Bari e provincia, operazione "pura defluit": tra gli arrestati un dirigente del Comune di Marino

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 4 minutiEcco tutti i particolari dell'operazione [VIDEO]

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti

Redazione

BARI – Nella mattinata di ieri militari del Comando Nucleo Polizia Tributaria di Bari della Guardia di Finanza e del Comando Compagnia Carabinieri di Gioia del Colle hanno dato esecuzione a separate ordinanze emesse dall’ Ufficio G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, all’esito di complesse ed articolate attività d’ indagine – anche con operazioni tecniche di intercettazione telefonica e c.d. ambientale – relative a condotte di corruzione di pubblici ufficiali ed alterazione delle procedure di affidamento di opere pubbliche nel settore degli appalti che hanno interessato i comuni di Acquaviva delle Fonti, Altamura e Castellana Grotte.

 

Tra gli arrestati anche Marco Cuffaro, nuovo dirigente dei settori dell’Urbanistica del Comune di Marino, in provincia di Roma,  a guida Movimento Cinque Stelle. “E dopo tanto aspettare – ha commentato sul proprio profilo Fb Marco Comandini esponente politico di Marino – questo signore è stato messo a fare il dirigente ai lavori pubblici ed urbanistica, sperando sempre che sia innocente, agli inesperti della politica grillini consiglierei prudenza, anche perchè dopo le dimissioni di Costanzi quell’ufficio sembra non trovar pace, mi chiedo a queste condizioni come e quando si potrà fare un nuovo Prg come da programma elettorale. Ma poi quell’ufficio cosi’ delicato in quali mani era finito? Ai posteri la sentenza”.


Il primo provvedimento
– eseguito da militari del Comando Compagnia Carabinieri di Gioia del Colle – è stato emesso nei confronti degli imprenditori Fatigati Salvatore e Procino Tomaso, dei tecnici comunali Cuffaro Marco e Lassandro Vito Raffaele, dei tecnici-progettisti Zampiello Antonello, Boscia Giovanni Francesco e Lamanna Nicola Valerio. Nei confronti del Fatigati, del Procino, del Cuffaro e del Lassandro la misura applicata è stata quella degli arresti domiciliari, nei confronti del Lamanna dell’obbligo di dimora.

Le condotte oggetto di contestazione concernono:
–             l’istigazione alla corruzione – con la dazione, non accettata ed oggetto di denuncia ai militari dell’ Arma, della somma di euro 5.000,00 e la  promessa di ulteriore corresponsione di denaro (“dieci/ventimila euro”) – posta in essere, in tempi diversi, dal PROCINO e dal FATIGATI – quest’ ultimo amministratore/gestore di APULIA s.r.l. – anche su istigazione dello ZAMPIELLO, nei confronti del vice-sindaco del comune di Acquaviva delle Fonti per indurlo a favorire l’ a.t.i. “APULIA s.r.l. – PI GROUP s.r.l.” nell’ aggiudicazione della gara d’ appalto per i lavori di recupero del Teatro comunale di Acquaviva delle Fonti (bando del 2 ottobre 2015, importo di euro 3.248.314,00) nonché per l’affidamento di futuri contratti di evidenza pubblica
–            la turbata libertà della gara d’ appalto sopra indicata, aggiudicata all’ a.t.i. “APULIA s.r.l. – PI GROUP s.r.l.” dalla commissione presieduta dal CUFFARO – dirigente dell’ Ufficio Tecnico Comunale di Acquaviva delle Fonti – attraverso mezzi fraudolenti consistiti dapprima nella nomina del LASSANDRO, dirigente dell’ Ufficio Tecnico del comune di Gioia del Colle,  quale componente della commissione aggiudicatrice – concordata dal FATIGATI, dallo ZAMPIELLO e dal PROCINO con il CUFFARO – e successivamente mediante l’attribuzione di punteggi di favore all’ offerta tecnica presentata dall’ l’ a.t.i. “APULIA s.r.l. – PI GROUP s.r.l.”
–            la turbata libertà della gara d’ appalto indetta dal comune di Acquaviva della Fonti relativa all’affidamento, mediante procedura negoziata, dell’incarico di progettazione definitiva dei lavori di “riutilizzo a fini irrigui della acque reflue affinate licenziate dal depuratore a servizio dell’ abitato di Acquaviva delle Fonti”, aggiudicata dal CUFFARO, quale  Responsabile unico del procedimento, allo Studio ROMANAZZI, BOSCIA e ASSOCIATI s.r.l., società della quale il BOSCIA era amministratore/socio, mediante preventive illecite intese tra il CUFFARO, il FATIGATI, il PROCINO ed il LAMANNA, quest’ ultimo nella qualità di amministratore/legale rappresentante di L.S. INGEGNERIA s.r.l., ed altri concorrenti ammessi alla presentazione delle offerte.
All’ esecuzione delle misure nei confronti del LASSANDRO e del PROCINO hanno collaborato anche militari della Tenenza di Gioia del Colle della Guardia di Finanza. Le misure nei confronti del CUFFARO, del FATIGATI e dello ZAMPIELLO sono state eseguite in Roma.
Il secondo provvedimento applicativo di misure coercitive è stato eseguito congiuntamente da militari del Comando Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e dai Carabinieri della Compagnia di Gioia del Colle ed ha interessato le persone di SALLAKU Bertin, TISCI Roberto Ottorino (per entrambi è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere), FATIGATI Michele, FORTE Giacinto e C.G., con applicazione per costoro della misura degli arresti domiciliari. Le condotte oggetto di contestazione hanno riguardato:
–            l’istigazione alla corruzione – con la dazione, non accettata ed oggetto di denuncia ai militari dell’ Arma, della somma di euro 2.000,00 e la  promessa di ulteriore corresponsione di denaro (“dieci/quindicimila euro”) – posta in essere, in tempi diversi, dal SALLAKU, amministratore/gestore di BESA COSTRUZIONI s.r.l., e dal TISCI, quale intermediario/agevolatore delle illecite condotte, nei confronti del vice-sindaco del comune di Acquaviva delle Fonti per indurlo a favorire l’ indicata società nella aggiudicazione della gara d’ appalto per i lavori di “ampliamento dell’ impianto per il riutilizzo a fini irrigui delle acque reflue licenziate dal depuratore di Acquaviva delle Fonti”, intervento ammesso al finanziamento della Regione Puglia per l’ importo di euro 2.000.000,00 e per il quale era imminente la pubblicazione del bando
–            la dazione al FORTE, sindaco del comune di Altamura, della somma in contanti di euro 15.000,00 da parte del SALLAKU e del FATIGATI, con la complicità del TISCI,  quale atto di corruzione per indurre il pubblico ufficiale a favorire BESA COSTRUZIONI s.r.l. nell’ aggiudicazione di gare d’ appalto in procinto di essere indette dal comune di Altamura, tra le quali quella relativa ai lavori di “riutilizzo a fini irrigui delle acque reflue affinate licenziate dal depuratore a servizio dell’ abitato di Altamura”, intervento al quale il comune era stato ammesso con riserva del finanziamento da parte della Regione Puglia; la dazione della somma – accettata dal FORTE – veniva eseguita il 28 marzo scorso all’ interno della sede sociale di BESA COSTRUZIONI s.r.l., in Altamura, dove il FORTE si era portato insieme al collaboratore TOTA Francesco
–            la dazione al signor C.G. , dirigente responsabile del Settore VI – Lavori Pubblici del Comune di Castellana Grotte, della somma in contanti di euro 6.000,00 quale atto di corruzione posto in essere dal SALLAKU affinchè il pubblico ufficiale   favorisse gli interessi di BESA COSTRUZIONI s.r.l. nella fase di predisposizione del bando di gara relativo all’ appalto “per interventi di ripristino funzionale ed adeguamento alla normativa vigente di settore della scuola secondaria di primo grado “Silvia Viterbo”” e nello  svolgimento della gara d’ appalto relativa alla “rifunzionalizzazione delle infrastrutture per il trattamento, lo stoccaggio ed il riutilizzo delle acque reflue depurate”, già indetta dal comune di Castellana Grotte.
E’ stato eseguito nei confronti di FATIGATI Salvatore il sequestro preventivo della somma di euro 5.000,00 oggetto di illecita dazione, non accettata dal pubblico ufficiale destinatario.
Sono state eseguite, e sono tuttora in corso di svolgimento, operazioni di perquisizione – che hanno condotto al sequestro di ingenti somme di denaro contante – presso uffici della Regione Puglia e dei comuni interessati, abitazioni, studi professionali e sedi aziendali nei confronti non solo delle persone interessate dai provvedimenti coercitivi ma anche di altre persone sottoposte ad indagine.