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Salute

Riapertura scuole, incontro tra Ministro Speranza e vertici OMS: “Più azioni comuni e coordinamento”

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“Se apriamo le economie, abbiamo bisogno di aprire le scuole. Oms Europa e Roberto Speranza hanno presieduto il 31 agosto una videoconferenza con i 53 paesi che vi fanno parte dedicata allo sviluppo di modalità di riapertura in sicurezza delle scuole ai tempi del Covid-19 proteggendo le comunità”.  Così Hans Kluge, direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Europa, su Twitter, aveva presentato l’incontro organizzato su iniziativa del ministro della Salute italiano, Roberto Speranza. La riunione in videoconferenza è stata dedicata a sviluppare un quadro comune di riferimento per scuole sicure in tempo di Covid-19, e sono state discusse le azioni messe e da mettere in atto per garantire ai ragazzi di tutta Europa un ritorno a scuola in totale sicurezza.

Oms: scuole sicure

 «La riapertura delle scuole in sicurezza è un grande tema globale su cui lavoriamo col massimo dell’attenzione, perché il diritto all’istruzione e il diritto alla salute devono camminare insieme» ha ribadito il ministro Speranza, ricordando che « su richiesta dell’Italia si è tenuta una riunione dell’Oms sul tema del ritorno fra i banchi di scuola», incontro co-presieduto con Hans Kluge, , che ha aggiunto: «Dobbiamo sostenere i nostri insegnanti mentre navighiamo insieme nell’ignoto. Ancora una volta l’Italia è in prima fila per elaborare strategie utili a combattere il coronavirus. Grazie al ministro Roberto Speranza, oggi 53 Paesi si sono confrontati con l’Oms sulla riapertura delle scuole in sicurezza. Questa è la nostra priorità».“Abbiamo convenuto che esiste un’ampia gamma di misure che possono essere prese in considerazione per la riduzione del rischio negli ambienti scolastici”, recita la nota congiunta emessa al termine della riunione. “Dalle misure protettive relative all’igiene delle mani – scrivono Kluge e Speranza – alle distanze fisiche, all’uso di mascherine ove appropriato e allo stare a casa in caso di malattia sono le pietre angolari di un’istruzione scolastica sicura all’interno della realtà Covid 19″. Sottolinea il comunicato: “Ci impegniamo a lavorare in tutti i settori per soddisfare le esigenze dei bambini”. Il Covid-19 ha creato la più grande interruzione dei sistemi educativi nella storia, colpendo quasi 1,6 miliardi di studenti in più di 190 paesi e la regione europea non ha fatto eccezione. La maggior parte dei paesi ha chiuso le scuole per favorire il contenimento del virus. Sebbene ciò sia stato vitale, mentre ci accingiamo alla riapertura delle scuole dobbiamo determinare come farlo in modo sicuro“. Ed ancora: “La chiusura delle scuole può avere un effetto profondo sulla salute e sul benessere dei bambini. Sebbene i bambini possano contrarre e trasmettere il Covid-19, sono stati in gran parte risparmiati dagli effetti diretti sulla salute del virus, con la maggior parte dei casi lievi o asintomatici. Nonostante ciò, continuano a essere influenzati negativamente dalla chiusura delle scuole, sia in termini di istruzione che di salute mentale, sviluppo sociale, con il rischio di trovarsi anche in un ambiente familiare violento“. – Speranza e Kluge hanno sottolineato come sia “realistico preparare e pianificare la disponibilità dell’apprendimento online per integrare l’apprendimento scolastico nel prossimo anno scolastico. Ciò sarà necessario durante le chiusure temporanee, può essere un’alternativa per bambini ed educatori con problemi di salute, può essere necessario durante la quarantena episodica e può integrare l’apprendimento scolastico in circostanze in cui i bambini alternano la presenza scolastica per rispettare le esigenze di distanziamento fisico nelle aule più piccole. L’importante collegamento tra i settori della salute e dell’istruzione continuerà a crescere mentre affrontiamo la nuova realtà post-COVID-19″. Tra gli obiettivi comuni stabiliti durante l’incontro c’è l’istituzione di una ” coalizione tra gli Stati membri per informare sulle nostre azioni e andare avanti congiuntamente per attuare le migliori misure possibili sull’offerta di un’istruzione scolastica sicura per tutti; un accordo per dati unificati per sapere di più sull’impatto del Covid-19 sui bambini, le loro famiglie e le comunità per meglio informare sulle politiche future; preservare l’equità come principio guida fondamentale per garantire che le popolazioni svantaggiate non siano ulteriormente svantaggiate“. La nota si conclude con la conferma dell’obiettivo di “fornire ai cittadini un quadro fattibile e realistico per gestire la riapertura delle scuole”.

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Cronaca

Sfida all’influenza: strategie quotidiane per un autunno in piena forma

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Oltre al vaccino, ecco come rafforzare le difese immunitarie e ridurre il rischio di ammalarsi

Con l’arrivo dell’autunno e il conseguente abbassamento delle temperature, aumenta il rischio di contrarre l’influenza stagionale. Mentre la vaccinazione rimane uno strumento efficace di prevenzione, esistono numerose altre strategie che possono aiutare a mantenere il sistema immunitario forte e ridurre le probabilità di ammalarsi. Ecco alcuni consigli pratici per affrontare al meglio la stagione influenzale:

  1. Alimentazione bilanciata: Una dieta ricca di frutta e verdura di stagione fornisce vitamine e minerali essenziali per il sistema immunitario. Particolare attenzione va data agli alimenti ricchi di vitamina C (agrumi, kiwi, peperoni), vitamina D (pesce grasso, uova), e zinco (frutta secca, legumi). Integrare la dieta con probiotici può anche contribuire a rafforzare le difese naturali dell’organismo.
  2. Idratazione adeguata: Bere abbondante acqua aiuta a mantenere le mucose idratate, creando una barriera più efficace contro virus e batteri. Si consiglia di consumare almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, aumentando l’apporto in caso di attività fisica o ambienti riscaldati.
  3. Attività fisica regolare: L’esercizio moderato stimola il sistema immunitario. Anche solo 30 minuti di camminata veloce al giorno possono fare la differenza. È importante, tuttavia, non eccedere, poiché l’attività fisica intensa può temporaneamente abbassare le difese.
  4. Sonno di qualità: Il riposo adeguato è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema immunitario. Si raccomandano 7-9 ore di sonno per notte, mantenendo orari regolari e creando un ambiente favorevole al riposo.
  5. Gestione dello stress: Lo stress cronico può indebolire il sistema immunitario. Tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga o semplicemente dedicare del tempo a hobby piacevoli possono aiutare a mantenere bassi i livelli di stress.
  6. Igiene personale: Lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi rimane una delle misure più efficaci per prevenire la diffusione di virus. Evitare di toccarsi occhi, naso e bocca con mani non lavate.
  7. Arieggiare gli ambienti: Aprire le finestre per alcuni minuti più volte al giorno, anche in inverno, aiuta a ridurre la concentrazione di virus e batteri negli ambienti chiusi.
  8. Abbigliamento adeguato: Vestirsi a strati permette di adattarsi facilmente ai cambi di temperatura, evitando sia il surriscaldamento che il raffreddamento eccessivo del corpo.
  9. Integratori naturali: Sotto consiglio medico, può essere utile integrare la dieta con echinacea, propoli o vitamina C per sostenere il sistema immunitario.
  10. Evitare il fumo e limitare l’alcol: Il fumo danneggia le vie respiratorie, mentre l’eccesso di alcol può indebolire il sistema immunitario.

È importante ricordare che queste misure non sostituiscono la vaccinazione antinfluenzale, ma possono essere utilizzate in combinazione con essa per una protezione più completa. La vaccinazione rimane particolarmente raccomandata per le categorie a rischio, come anziani, bambini piccoli e persone con patologie croniche.

In caso di sintomi influenzali, è sempre consigliabile consultare il proprio medico di fiducia e rimanere a casa per evitare di contagiare altre persone. Con l’adozione di queste semplici ma efficaci strategie, è possibile affrontare la stagione influenzale con maggiore serenità e resilienza.

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Cronaca

Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

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Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

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Salute

Emergenza Peste Suina Africana (PSA): misure stringenti per tre regioni italiane per contenere i focolai

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Il Commissario Straordinario per la peste suina africana, Dott. Giovanni Filippini, ha firmato l’Ordinanza n. 3/2024

La diffusione della peste suina africana (PSA) sta destando grande preoccupazione in Italia, con nuovi focolai individuati nelle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. In risposta a questa emergenza sanitaria, il Commissario Straordinario per la peste suina africana, Dott. Giovanni Filippini, ha firmato l’Ordinanza n. 3/2024, che introduce misure urgenti per la gestione dei focolai negli allevamenti suini di queste regioni.

La peste suina africana è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini domestici e selvatici, causando gravi danni economici e sanitari. Sebbene non rappresenti un pericolo diretto per l’uomo, la sua diffusione può avere conseguenze devastanti per l’industria suinicola e per l’economia agricola in generale.

Le misure di prevenzione e controllo

L’Ordinanza firmata dal Dott. Filippini prevede diverse restrizioni per contenere la diffusione del virus. L’articolo 1 stabilisce i divieti principali, tra cui il blocco dei movimenti di suini in entrata o uscita dagli allevamenti situati nelle zone di restrizione delle tre regioni interessate, con eccezioni limitate per gli animali destinati al macello. Inoltre, viene imposto il divieto di accesso agli allevamenti per chiunque non sia direttamente coinvolto nella gestione quotidiana degli animali, compresi veterinari e tecnici, a meno di autorizzazioni specifiche.

Le norme sono particolarmente severe anche per quanto riguarda l’igiene e la sicurezza: i lavoratori devono utilizzare abbigliamento monouso e sono tenuti a rispettare rigidi protocolli per evitare la trasmissione del virus. Sono vietati anche eventi come fiere e mercati suinicoli nelle zone a rischio, per ridurre al minimo il rischio di ulteriori contagi.

L’articolo 2, invece, riguarda la verifica delle condizioni di biosicurezza negli allevamenti, con ispezioni mirate da parte dei servizi veterinari locali. Queste verifiche devono garantire che gli allevamenti rispettino tutti i requisiti di sicurezza per prevenire la diffusione della malattia. Se durante le ispezioni vengono rilevate carenze gravi che non possono essere risolte in tempi brevi, il provvedimento prevede lo svuotamento degli allevamenti attraverso la macellazione o l’abbattimento degli animali, senza possibilità di risarcimento per gli allevatori in caso di gravi violazioni.

Importanza della prevenzione

La peste suina africana non è pericolosa per l’uomo, ma il virus può essere trasportato da persone, mezzi di trasporto e oggetti contaminati, facilitando così la sua diffusione. Per questo motivo, la prevenzione è essenziale. Gli allevatori devono adottare tutte le precauzioni necessarie, compresa la limitazione dei contatti tra suini domestici e selvatici, che sono i principali vettori del virus.

Implicazioni per l’industria suinicola

Le misure contenute nell’ordinanza sono cruciali per evitare che la peste suina africana si diffonda ulteriormente, mettendo a rischio l’intera filiera produttiva. La chiusura degli allevamenti, il divieto di movimentazione degli animali e la sospensione di eventi zootecnici sono azioni dolorose ma necessarie per tutelare l’industria e prevenire perdite economiche su larga scala.

L’Ordinanza resterà in vigore fino al 30 settembre 2024 e rappresenta un segnale chiaro dell’importanza di agire con rapidità e determinazione per proteggere il settore agricolo e prevenire una crisi sanitaria su vasta scala.

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