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Nuovo boom di contagi per il Covid in Italia: sono 1.367 (contro gli 878 di ieri) quelli registrati nelle ultime 24 ore. E’ il dato più alto dagli inizi di maggio. Sono 13 i morti, in aumento rispetto ai quattro di ieri. I tamponi sono stati 93.529, quasi 20 mila più di ieri, secondo i dati del ministero della Salute.
Dopo quello di oggi, il dato più alto degli ultimi mesi si era avuto domenica scorsa, con 1.210 contagi in un giorno. E’ raddoppiato l’incremento delle persone attualmente positive al Covid, che nel complesso sono ora 20.753. L’incremento è di 1.039 persone a fronte delle 519 di ieri. Il dato si registra per la forte spinta del numero delle persone in isolamento: anche qui 1.039.
Calano di tre unità i ricoveri (in tutto 1.055) e aumentano di tre quelli in terapia intensiva (da 66 a 69). I guariti sono 314 per un totale di 206.329. Il totale delle vittime è di 35.458 (+13). Solo una regione, la Valle d’Aosta, non fa registrare nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore. Quella con più positivi torna a essere la Lombardia (269), seguita da Lazio (162), Toscana (161), Veneto (147), Campania (135) ed Emilia Romagna (120).
“Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, visti l’elevato numero di contagi 1.367 (Lombardia (269), Lazio (162), Toscana (161), Veneto (147) e Campania (135)) e il forte incremento dei decessi (13 morti) considera seriamente preoccupante la situazione in atto. – Ha dichiarato il Prof. Romano Pesavento Presidente CNDDU Valutiamo positivamente l’avvio della somministrazione dei tamponi al personale scolastico, anche se reputiamo importante che il tampone venga fatto anche agli studenti, veicolo primario di diffusione del virus.
Ricordiamo – prosegue Pesavento – come formulato dall’OMS che il tampone faringeo o naso-faringeo serve per diagnosticare la presenza del virus nell’organismo e quindi dell’eventuale infezione in corso e non ne garantisce l’immunità successiva. Quindi posteriormente all’accertamento si potrebbe comunque contrarre la malattia e propagarla.
In considerazione di quanto segnalato e dell’enorme numero dei contagi, chiediamo urgentemente al Ministero dell’Istruzione di tutelare la salute di tutti i docenti e in maniera particolare di quelli fuori sede, in quanto più esposti ai rischi di salute e disagi connessi all’emergenza gravissima in corso (concessione utilizzazione e assegnazione provvisoria; smart working; etc.). Si precisa che la maggior parte degli insegnanti in alcune classi di concorso ha un’età media di gran lunga superiore ai 50 anni e lavora a più di 1.000 km dalla propria residenza.
Il CNDDU ritiene fondamentale il valore della salute umana e dei lavoratori; inoltre considera prioritario un’attenta valutazione da parte degli esperti (CTS) dei rischi relativi a una massiccia affluenza di persone all’interno di strutture (gli istituti scolastici) che non fossero realmente in condizione di garantire almeno un contenimento del COVID19″.
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