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Cronaca

Cremona, celebrazioni monteverdiane: Il festival si conclude il 24 giugno con il Vespro della beata Vergine

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Tempo di lettura 2 minuti 450 anni della nascita di Claudio Monteverdi, il compositore cinquecentesco che nella città lombarda ebbe i natali

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di Gianfranco Nitti

CREMONA – Un anno speciale il 2017 per Cremona, ricorrendo infatti i 450 anni della nascita di Claudio Monteverdi, il compositore cinquecentesco che nella città lombarda ebbe i natali. Per festeggiare la ricorrenza, Cremona ha organizzato numerose celebrazioni musicali e artistiche. Un flusso di proposte che vede nuove produzioni, concerti unici, mostre e la crociera musicale lungo le terre amate da Monteverdi: Cremona, Mantova, Venezia. Il tutto organizzato dal Comitato promotore, nato nel 2015 e composto dal Comune di Cremona, dalla Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, dalla Fondazione Museo del Violino, dal Dipartimento di musicologia e beni culturali dell’Università degli Studi di Pavia, dall’Istituto Superiore di Studi Musicali Claudio Monteverdi, dalla Fondazione Stauffer e dall’Archivio di Stato. Fanno parte inoltre del Comitato il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Lombardia e il Comune di Mantova. Ne è scaturito un ricco programma di eventi che abbraccia numerosi filoni, ognuno dei quali ha il proprio punto di riferimento nelle istituzioni che partecipano al Comitato. L’intera città è coinvolta: musica negli spazi pubblici, nei palazzi storici anche privati, nelle chiese barocche, giardini e cortili “nascosti”, musica per tutti e in ogni luogo.

Il Festival Monteverdi è stato inaugurato il 5 maggio con un Orfeo operistico, una importante produzione affidata ad Accademia Bizantina, diretta da Ottavio Dantone, e al regista Andrea Cigni (5 e 6 maggio); un Orfeo poetico, le cui variazioni crossover tra parola, danza e musica sono intessute tra passato e presente dal fecondo drammaturgo e attore Valter Malosti e dagli esperti Sentieri Selvaggi di Carlo Boccadoro (12 maggio); un Orfeo narrato tra immagini, suoni e racconti dall’inarrestabile storyteller Luca Scarlini (1 giugno).


Orfeo ma non solo… Numerosi gli appuntamenti con il divino Claudio: con i suoi madrigali più celebri eseguiti dal Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini (13 maggio), con i suoi vizi e virtù plasmati dalla vivace Cappella Mediterranea di Leonardo Alarcón (19 maggio), con i suoi scherzi e lamenti intonati dall’astro nascente Francesca Aspromonte (21 maggio), con i suoi balli e combattimenti animati dalle immaginifiche marionette della celebre Compagnia Carlo Colla & Figli e da Il canto di Orfeo di Gianluca Capuano (27 maggio).


Monteverdi Festival ha onorato Nikolaus Harnoncourt, grande rivoluzionario della prassi esecutiva della musica antica, che ha dedicato a Monteverdi, come a Bach, la propria vita, con saggi e libri appassionanti, e con incisioni indimenticabili. Un fil rouge tutto bachiano, dunque, lega alcuni appuntamenti del Festival: dai mottetti eseguiti da Vozes del Ayre Español (14 maggio), invitati a Cremona per la prima volta, agli spumeggianti concerti brandeburghesi de La Risonanza di Fabio Bonizzoni (26 maggio).


Sull’onda del successo delle precedenti edizioni, il Monteverdi Festival ha poi fatto rotta per una nuova Crociera musicale sul Po il 2 e 3 giugno consolidando il trait d’union tra le tre città monteverdiane − Cremona, Mantova e Venezia. Concerti in battello, ma anche nelle città in cui si approda, per rivivere il viaggio del divino Claudio e valorizzare la forte vocazione di turismo culturale del territorio lombardo-veneto. Una vacanza per scoprire il territorio da una prospettiva insolita: un viaggio scandito dal lento scorrere dell’acqua e ritmato dalla musica.
Il Vespro della Beata Vergine con i Monteverdi Choir English Boroque Soloists diretti da Sir John Eliot Gardiner conclude quindi il festival il 24 giugno nella cornice unica del Duomo di Cremona.
 

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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