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Frascati (Rm) – L’ultima diretta Facebook sulla pagina ufficiale del Frascati Scherma è stata a dir poco scoppiettante. Il protagonista assoluto è stato Valerio Aspromonte che ha spiegato la decisione di appendere il fioretto al chiodo e di dedicarsi esclusivamente alla vita da maestro. “Supportato dal mio gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, avevo già elaborato l’idea di completare il quadriennio olimpico e poi smettere. D’altronde da un anno e mezzo ho iniziato ad allenare un’atleta fortissima come Camilla Mancini e questo impegno si è aggiunto a quello sempre più intenso coi bimbi del “Pio XII” (il “polo” romano del Frascati Scherma, ndr). Per fare questo, devo impiegare tanto tempo per studiare cose nuove e guardare video di altri atleti per conoscerne le caratteristiche. Nella mia vita schermistica sono sempre stato abituato a dare il mio 110% e in questo momento ho preferito scegliere di darlo nell’insegnamento e non nell’attività agonistica. Credo sia stato il momento giusto per farlo: ho raggiunto livelli ottimi da atleta ed è anche giusto non buttare una carriera come la mia “alle ortiche”. E’ meglio lasciare un bel ricordo piuttosto che trascinarsi per qualche anno nel finale di carriera. Negli anni mi sono un po’ logorato fisicamente, ma anche mentalmente e quindi questa era la scelta giusta da prendere”. Trovare un “nuovo Aspromonte” sembra essere un’impresa complicata: “Non vedo ragazzi che mi somigliano, tante volte il mio carattere è stato ingombrante e da giovane ero molto meno serio degli atleti attuali. Ci sono due fiorettisti che mi piacciono tantissimo e sono Guillaume Bianchi (anche lui atleta del Frascati Scherma, ndr) e Tommaso Marini: esprimono una bella scherma e un certo tipo di carattere in pedana, frutto di una buona e sana strafottenza”. Il percorso di Valerio Aspromonte nel mondo della scherma inizia nel lontano 1995: “Un giorno vinsi una garetta nella mia scuola di Grottaferrata, la “Virgo Fidelis”. La presenza di Sasà Di Naro (poi diventato suo maestro, ndr) fu decisiva per la mia scelta. Le gare che più ricordo con maggior piacere sono la vittoria nel mondiale Giovani in Corea del Sud che rappresentò il mio primo importante successo e poi successivamente il trionfo in una gara di Coppa del Mondo Assoluti a Venezia, una delle due tappe della competizione che ho vinto in carriera. L’oro olimpico a squadre di Londra 2012? E’ stata un’emozione fortissima, ma ciò che ricordo con maggior piacere è stato tutto il percorso per arrivare a quel titolo”. Nel ripercorrere alcuni passi della sua prestigiosa carriera, Aspromonte ha anche parlato del giapponese Yuki Ota: “E’ stata la mia bestia nera, non sono riuscito mai a batterlo, ma forse anche perché ne ho avuto sempre un grandissimo rispetto. Ora è presidente federale giapponese e tutto quello che sta facendo ora da dirigente lo rende ai miei occhi ancor più speciale”.
Per Valerio Aspromonte c’è stato anche il “tributo” in diretta Facebook del presidente Paolo Molinari: “Non abbiamo mai parlato della sua possibilità di fermarsi come atleta, ma credo che il passaggio di Valerio alla carriera magistrale sia stato naturale e che fosse nell’aria. Sta facendo bene in questo nuovo percorso e ci mette tanta passione. Il lavoro che hanno portato avanti al “Pio XII” lui con Sasà Di Naro e recentemente con Guido De Bartolomeo è stato veramente notevole. Da atleta ci ha regalato grandi emozioni che rimarranno per sempre nella storia del nostro club. Abbiamo vissuto pure un momento molto difficile in cui c’è stata l’ipotesi che andasse via, ma lui è uno dei simboli più importanti del Frascati Scherma e siamo felici di aver speso tante energie per trattenerlo”.
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