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Cronaca

Ndrangheta, infiltrazioni nel settore dei rifiuti: colpita la cosca De Stefano

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Tempo di lettura 5 minuti Imponevano il pagamento di ingenti somme di denaro a titolo di estorsione

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REGGIO CALABRIA – Alle prime ore della mattinata odierna, al termine di complesse ed articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, gli investigatori della locale Squadra Mobile hanno eseguito 5 fermi di indiziato di delitto emessi nei confronti dei seguenti esponenti di vertice ed affiliati di rilievo della famiglia DE STEFANO di Reggio Calabria, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa e varie estorsioni aggravate dalla circostanza di aver agevolato la suddetta cosca della ‘ndrangheta reggina:

1. DE STEFANO Orazio Maria Carmelo, nato a Reggio Calabria il 11/02/1959;
2. DE STEFANO Paolo Rosario, già CAPONERA Paolo Rosario, nato a Melito Porto Salvo (RC) il 21/12/1976;
3. CAPONERA Paolo, nato a Reggio Calabria il 15/12/1979;
4. PRATICÒ Giuseppe, nato a Reggio Calabria il 10/11/1965;
5. SARACENO Andrea, nato a Reggio Calabria il 28/09/1951.

L’indagine ha permesso di svelare i poliedrici interessi economici e le modalità di infiltrazione nel lucroso settore imprenditoriale dello smaltimento dei rifiuti da parte della potente cosca di ‘ndrangheta dei DE STEFANO, egemone nella città di Reggio Calabria, sia in seno alla società a partecipazione pubblica FATAMORGANA – creata dal Comune per la raccolta dei rifiuti nel comprensorio dell’A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) n. 5 e dichiarata fallita in data 10.07.2012 – sia nel settore delle società private dell’indotto ad essa collegato.

I soggetti fermati su ordine della D.D.A. di Reggio Calabria sono accusati di aver fatto parte di un’associazione mafiosa (cosca DE STEFANO) che poneva in essere articolate attività finalizzate a generare e garantire il sostanziale controllo – anche attraverso il mantenimento di stretti rapporti (dapprima accettati, poi imposti con modalità intimidatorie) con AIELLO Salvatore della società a capitale misto FATA MORGANA S.p.a. e con manager di quelle a capitale privato operanti nell’ambito economico, divenendo per tale via determinatori e garanti di più ampie dinamiche delittuose caratterizzate da molteplici attività consistenti nell’imporre il pagamento di ingenti somme di denaro a titolo di tangente, la scelta di fornitori compiacenti e l’assunzione di personale gradito.

DE STEFANO Orazio Maria Carmelo è accusato di essere dirigente della cosca DE STEFANO, vertice della linea gerarchica, interna alla stessa, a cui era stata delegata l’infiltrazione del settore della raccolta dei rifiuti e la stipula di patti spartitori con le altre cosche coinvolte nel medesimo settore; nonché di aver impartito le direttive strategiche, incaricando il nipote Paolo Rosario DE STEFANO del coordinamento e direzione dei soggetti deputati a dare esecuzione alle citate strategie e patti spartitori.
In posizione subordinata rispetto a DE STEFANO Orazio, si colloca il nipote DE STEFANO Paolo Rosario, già CAPONERA, coordinatore della cosca DE STEFANO, con il compito di gestire i profili esecutivi dell’infiltrazione da parte dell’organizzazione nel settore della raccolta rifiuti, incontrando direttamente le parti offese, tra cui AIELLO Salvatore, al quale formulava minacce e richieste estorsive, riscuotendo le somme oggetto di estorsione, dando disposizioni agli altri concorrenti nel reato e successivamente delegando in sua vece il cugino CAPONERA Paolo nelle attività connesse alla consumazione delle attività estorsive.

CAPONERA Paolo, PRATICO’ Giuseppe e SARACENO Andrea, sono accusati di essere partecipi della articolazione territoriale dell’associazione di tipo mafioso ed armata indicata in premessa (cosca DE STEFANO) – ma CAPONERA Paolo anche quale coordinatore ed organizzatore delle attività operative dei secondi e degli altri sodali coinvolti, su mandato di Orazio DE STEFANO e Paolo Rosario DE STEFANO e nel tempo della loro detenzione – e di avere svolto nell’ambito della predetta cosca DE STEFANO compiti di esecuzione delle attività delittuose dirette ed organizzate da DE STEFANO Orazio e DE STEFANO Paolo Rosario, tra le quali quelle di rilievo strategico, prima richiamate, consumate ai danni della società a capitale misto FATA MORGANA S.p.a. e di quelle a capitale privato facenti parte dell’indotto. Gli stessi ponevano in essere articolate condotte finalizzate a dare esecuzione al pianificato controllo delle predette realtà societarie operanti nell’ambito della raccolta differenziata dei rifiuti e nella realizzazione di attrezzature ad essa funzionali, consumando molteplici attività delittuose consistenti nell’imporre il pagamento di ingenti somme di denaro a titolo di tangente, la scelta di fornitori compiacenti e l’assunzione di personale gradito, tra cui lo stesso CAPONERA Paolo, PRATICO’ Giuseppe ed altri sodali.

I soggetti fermati sono, altresì, accusati di estorsione aggravata e continuata in concorso, per avere, mediante violenza e minaccia, costretto AIELLO Salvatore a consegnare, a partire dall’anno 2002, una somma pari ad € 1.000,00-2.000,00 circa per ciascuna commessa e, a partire dall’anno 2005, una somma pari ad € 15.000,00 mensili agli esponenti della cosca DE STEFANO referenti per la gestione della specifica attività estorsiva o comunque delegati alla materiale riscossione; a concludere contratti con fornitori di beni e servizi indicate dai correi; ad assumere almeno sei soggetti, tra i PRATICÒ Giuseppe, fermato nella notte unitamente agli altri 4 indagati.

Su tale sfondo, le dichiarazioni rese da Salvatore AIELLO (già direttore tecnico della Fata Morgana S.p.a., ma di fatto suo amministratore), confermate dalle risultanze di pregresse investigazioni svolte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria (tra cui le attività d’intercettazione nei confronti degli esponenti della cosca DE STEFANO), hanno consentito di individuare le dinamiche criminali dello spolpamento della FATA MORGANA S.p.a. da parte della ‘ndrangheta, e più in generale delle infiltrazioni nel lucroso settore economico dei rifiuti che si regge su lauti finanziamenti pubblici, anche attraverso la creazione e gestione di società a partecipazione pubblica.

Le indagini hanno pertanto consentito di disvelare come il potente casato mafioso dei DE STEFANO di Archi di Reggio Calabria, nella sua articolazione capeggiata da DE STEFANO Orazio Maria Carmelo, sia riuscito ad intercettare ingenti risorse pubbliche destinate al servizio della raccolta dei rifiuti.

Dalle investigazioni svolte dalla Polizia di Stato, con il coordinamento della D.D.A. di Reggio Calabria, è anche emerso che qualsiasi difficoltà “ambientale” sorta nell’ambito del territorio in cui operava la società FATAMORGANA (18 comuni della provincia reggina), veniva affrontata e risolta grazie all’autorevolezza della cosca DE STEFANO che poteva far leva sul proprio prestigio mafioso riconosciuto dalle altre famiglie di ‘ndrangheta.

Non meno invasivo è stato il comportamento dei DE STEFANO nel settore dell’indotto, costituito principalmente da ditte specializzate nella fabbricazione e manutenzione dei mezzi della raccolta dei rifiuti.

Le attività criminali poste in essere dalla cosca DE STEFANO hanno finito per determinare l’inesorabile declino finanziario e la capitolazione della società mista Fata Morgana S.p.A. e delle aziende private dell’indotto.

Quanto al profilo delinquenziale dei soggetti sottoposti a fermo di indiziato di delitto, va detto che:

• DE STEFANO Orazio, occulto registra dell’intera operazione riguardante l’infiltrazione nel comparto rifiuti, è il fratello del capo storico don Paolo cl. 1943, ucciso in agguato mafioso ad Archi di Reggio Calabria il 13.10.1985. È stato latitante dal 08.03.1988 al 22.02.2004, allorché venne individuato e catturato, al termine di incessanti indagini svolte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, in un appartamento della città.

• DE STEFANO Paolo Rosario, già CAPONERA, nipote di Orazio DE STEFANO, è stato anch’egli latitante dal 18.11.2005 al 18.08.2009. Nell’anno 2002, acquisiva il cognome DE STEFANO, essendo stato riconosciuto come figlio legittimo del defunto boss DE STEFANO Giorgio Carmelo. Nel tempo, ha affermato la sua leadership criminale gestendo la latitanza dello zio DE STEFANO Orazio fino all’anno 2004, divenendone la sua “longa manus”.

• CAPONERA Paolo, primo cugino di DE STEFANO Paolo Rosario, ha favorito la latitanza di quest’ultimo e di DE STEFANO Orazio.

• SARACENO Andrea, storicamente organico alla cosca DE STEFANO, ha svolto l’incarico di responsabile dell’autoparco dei mezzi del Comune di Reggio Calabria ai tempi in cui ancora la raccolta dei rifiuti solidi urbani veniva effettuata ad opera dell’Ente Locale.

• PRATICÒ Giuseppe, zio di CAPONERA Paolo, è emerso durante le indagini per la cattura di DE STEFANO Paolo Rosario. Alcuni suoi cognati, ritenuti vicini alla famiglia DE STEFANO, vennero uccisi durante la seconda guerra di ‘ndrangheta. Sfruttando la posizione di dipendente delle società di raccolta dei rifiuti solidi urbani in città ed in provincia, ha svolto il ruolo di portavoce “privilegiato” degli interessi della cosca DE STEFANO.

L’odierna operazione di polizia – che fa luce un’ampia serie di condotte illecite poste in essere all’interno della più ampia dinamica criminale della cosca DE STEFANO – disarticola una delle linee gerarchiche di potere che compongono la struttura della suddetta consorteria della ‘ndrangheta reggina, ponendosi nell’alveo delle più recenti operazioni antimafia della D.D.A. di Reggio Calabria, denominate Sistema Reggio, Mammasantissima e il Principe, come ulteriore momento dell’azione di contrasto alla cosca DE STEFANO.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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