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“Maltese – Il romanzo del Commissario”: questa sera la seconda puntata, parla l'attore Fulvio Figuccia

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Tempo di lettura 3 minuti Figuccia: "oggi di mafia si parla ed è cambiata anche la società civile più consapevole ed impegnata"

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di Angelo Barraco

 
MARSALA (TP) – Questa sera alle ore 21.25 andrà in onda su Rai 1 la seconda puntata della miniserie televisiva “Maltese – Il romanzo del Commissario”, il cui esordio andato in onda lunedì 8 maggio ha registrato il 30.3% di share pari a 7.433.000 spettatori, un successo clamoroso e inaspettato. La serie tv ambientata negli anni 70 è diretta da Gianluca Tavarelli e prodotta dalla Palomar, girata tra il mese di Aprile e il mese di Giugno a Trapani, Palermo e Roma e che vede il ritorno in tv di Kim Rossi Stuart dopo 12 anni  che interpreta il commissario Dario Maltese, che da Roma ritorna a Trapani, la sua terra natia, per fare i conti con il suo passato. Il ritorno avviene in occasione del matrimonio di Gianni, il suo migliore amico, interpretato dall’attore Claudio Castrogiovanni. Una fiction in cui il ricordo rappresenta la componente principale di una regressione al passato attraverso il quale il commissario fa i conti con l’abbattimento delle distanze emozionali che per molto tempo lo avevano tenuto ben lontano da quelle terre. Dopo un vissuto fatto di emozioni soffocate e tenute lontane, il ritorno a casa fa riaffiorare i ricordi dinnanzi ai suoi occhi al calar della sera e Gianni, Dario e Angelica sono i protagonisti dei suoi flashback. I due giovani vivono spensieratamente la loro adolescenza insieme alla giovane Angelica, della quale sono entrambi innamorati. Ricordiamo inoltre che sono quattro le puntate della miniserie: la prima è andata in onda l’8 maggio, la seconda il 10 maggio, la terza andrà in onda il 15 maggio e l’ultima il 16 maggio. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato Fulvio Figuccia. Il suo ruolo all’interno della fiction rientra proprio tra i flashback del Commissario Maltese –Kim Rossi Stuart- e in luoghi suggestivi come San Teodoro è stato ripreso insieme ai suoi colleghi mentre giocavano in acqua, ma anche sul golfo di Bonagia, in una festa anni ’50 presso il Baglio Fontanasalsa e mentre pescano su una piccola barca al largo del porto di Trapani. Nel novembre 2016, quando ancora il film era in fase di realizzazione, noi lo intervistammo e ci spiegò l’inizio di questa sua nuova ed entusiasmante esperienza. Oggi ce ne parla alla luce dell’enorme successo ottenuto dalla prima puntata e a distanza di poche ore dall’inizio della seconda.

Com'è stato vedersi in tv?
Un'emozione indescrivibile per me vedermi per la prima volta in tv, in prima serata, su Rai Uno. Soprattutto perché neanch'io avevo visto in anteprima le scene che ho girato,  quindi, come tutti, mi sono visto lunedì sera e poi è stata grandissima la sorpresa poiché non sapevo quando sarebbe andata in onda la scena in cui sarei comparso. Anche il solo fatto di collaborare insieme ad attori come Kim Rossi Stuart, Francesco Scianna e Valeria Solarino. Comparire nei ricordi, nei flashback del commissario Maltese 
rende tutto piú magico e onirico.

Com’è stato impersonare il Commissario Peralta da giovane, amico di Maltese?
È stato un onore impersonare da giovane il Commissario Peralta, amico di Maltese, ucciso per avere iniziato silenziosamente la sua lotta alla mafia in un periodo in cui si diceva che la mafia non esistesse e in cui i delitti di mafia erano considerati "delitti di fimmine".
 
Si parla di lotta alla mafia, di morti ammazzati in una Sicilia da sempre teatro di una mattanza senza fine…
Fa riflettere molto anche che Peralta avesse conservato fuori dal commissariato lo schedario con le sue indagini personali sulla mafia a Trapani perché, come diceva il commissario Maltese, o non si fidava nemmeno dei suoi uomini oppure non voleva metterli in pericolo.
L'assassinio del commissario Peralta convince Maltese a trasferirsi a Trapani e a prendere il suo posto per indagare sull'omicidio dell'amico di infanzia, ma soprattutto per continuare le indagini iniziate dall'amico, che negli ultimi istanti di vita è come se gli passasse il testimone, informandolo dell'inchiesta che aveva iniziato fuori dal commissariato. Quindi possiamo dire che  Peralta incarna l'eroe dello Stato, vittima della mafia, ma lasciato solo dallo Stato stesso. La differenza importantissima rispetto agli anni in cui è ambientata la fiction è che oggi di mafia si parla ed è cambiata anche la società civile più consapevole ed impegnata.

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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