Riorganizzare gli spazi e la dislocazione degli apparecchi per garantire il distanziamento sociale, gestire gli ingressi dei clienti, utilizzo della mascherina per clienti e personale e frequente igienizzazione delle mani, con dispenser con soluzioni disinfettanti.
Queste le linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative, approvate lo scorso martedì dalla Conferenza delle Regioni, che contengono indirizzi operativi specifici validi per agenzie di scommesse, sale slot e bingo.
I gestori dovranno riorganizzare gli spazi e la dislocazione delle apparecchiature per garantire l’accesso in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone quindi assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione delle persone che, in base alle disposizioni vigenti, non siano soggette al distanziamento interpersonale.
Le linee con gli indirizzi operativi specifici per il settore giochi, dovranno essere recepite dal Governo, probabilmente in un altro DPCM.
Un settore, quello dei giochi che negli ultimi anni ha portato centinaia di miliardi nelle casse dello stato
“Chi, nel Governo, demonizza il gioco dimostra tutta la sua ipocrisia”. Ha detto Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016, in un’intervista al Riformista. “C’è una contraddizione di fondo – ha proseguito Ughi -se chi, come i 5 Stelle, demonizza il gioco e non solo riscuote miliardi di tasse dal settore, ma vara leggi che invece di favorire le piccole imprese avvantaggiano i grandi gruppi. Altra storia è la lotta al gioco patologico, che comunque rappresenta una minoranza sul totale dei giocatori. Su questo fronte il governo dovrebbe investire di più, considerando tutte le tasse che ogni anno riscuote dalle scommesse legali”. In passato, ha ricordato Ughi, “il principale obiettivo era togliere all’illegalità un mercato così grande e tutelare gli scommettitori. Legalizzando il gioco lo Stato si è riappropriato di miliardi di euro che altrimenti sarebbero finiti altrove. Al giorno d’oggi ci vorrebbe qualcuno che avesse la competenza e il coraggio e che ci mettesse la faccia per affrontare seriamente la situazione. Per ora – ha concluso il presidente di Obiettivo 2016 – non mi pare ci sia qualcuno in grado di farlo e disposto a farlo”.