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Marino, cacciata democratica di Marco Rapo: “Caro Astorre, calma e gesso. Mi dimetto da solo”

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Una uscita dal Partito democratico. Questa la lettera di dimissioni “spintanee” di Marco Rapo dal Pd:

“Sono stato deferito alla commissione di garanzia provinciale del PD per – così recita l’iniziativa – alcune mie posizioni espresse nell’ultimo consiglio comunale.Il provvedimento a firma dei Segretari regionale e provinciale del Partito si compone di quattro parti meritevoli di puntuale riflessione.Nella prima, si legge: “Le posizioni espresse dal consigliere comunale di Marino Marco Rapo non sono compatibili con i valori del Partito Democratico. (…) la sua contrarietà alla richiesta del gruppo consiliare … di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e a concederla alla senatrice Liliana Segrè.”.È la parte della mistificazione ad hoc, quella che attiene al merito della vicenda per la quale parla la mia storia fino alle ultime mie dichiarazioni che il Partito ha potuto solo decontestualizzare per ribaltarne il senso e, strumentalizzandole, creare il presupposto per la mia espulsione. Un’operazione che si giudica da sola sulla base della semplice contrapposizione del significato delle mie parole, rispetto allo stravolgimento che ne ha fatto il regionale che si è posto in termini di potenza e prepotenza, con tutto quanto ne segue sulla riconducibilità ideologica ad un siffatto uso della forza e sul carattere dei soggetti che la personificano.La seconda parte è quella che introduce la fase procedurale interna: “…abbiamo deciso di deferire il consigliere alla commissione di garanzia provinciale del partito che, siamo certi, interverrà con la massima celerità e, speriamo durezza.”. Intanto, non sarà sfuggito a nessuno che cronologicamente l’iniziativa non è affatto conseguente al Consiglio comunale ma ad un mio successivo post nel quale evidenzio la figura barbina fatta dai miei Colleghi PD firmatari del comunicato sul Mamilio.it di domenica scorsa.

Più nel merito, è evidente a tutti che se la richiesta di condanna giunge dalla più alta carica regionale, con sottolineata celerità e durezza del provvedimento invocato, non c’è Commissione che possa tenere alla quale, comunque, non mi sottoporrò sia per evitare l’imbarazzo di chi in coscienza dovesse trovarsi d’accordo con la mia posizione, sia perché la sentenza è stata già scritta.La terza parte è quella dove, infatti, l’estensore della sentenza, il Senatore Bruno Astorre in persona, da un lato non riesce a contenere tutto il suo malanimo, dall’altro smentisce la democrazia di Partito di cui, invero, sul territorio abbiamo già avuto più di una dimostrazione ma che, anche per brevità, rinvio all’occorrenza: “È nostro auspicio che l’avvocato Rapo possa trovare quanto prima formazioni politiche più vicine ai suoi valori.”.La quarta ed ultima parte, è dove il senatore esagera e questo il mia pur modesta persona non lo permette neanche a lui: “L’arco costituzionale ci offre purtroppo una certa gamma di formazioni politiche che fanno del revisionismo storico quando non addirittura dell’antisemitismo, un proprio tratto identitario.”.

Intanto, il segretario regionale dimostra un disprezzo totale delle regole e degli organismi del Partito che dirige, perché – democrazia, libertà e quindi Astorre permettendo – nessuno poteva escludere che la Commissione avrebbe potuto esprimersi diversamente dai suoi desideri se non lui stesso indicando con tanto livore una strada che difficilmente sarebbe ormai smentibile; ma soprattutto non tiene conto di ciò che il Partito Democratico, e non il Consigliere Rapo, hanno fatto di quell’arco costituzionale sia nei territori sia nei vari Governi fino all’ultimo con il M5S rispetto al quale il PD e il Senatore si erano originariamente dichiarati contrari con un netto: “Mai… senza se e senza ma”. Ed anche questa è storia che non si presta a revisioni e manipolazioni.Purtroppo, il Partito non ha colto nell’unico modo possibile la mia richiesta di battere un colpo, vale a dire quella di porsi in ascolto di ciò che da anni accade a Marino ed in generale in quasi tutti i territori che puntualmente si sono persi e ripersi. Eppure, ho fatto riferimento alle distorsioni locali di una sezione che fa comunicati non condivisi; che non opera il necessario raccordo del gruppo consiliare, solo perché la maggioranza del Partito è in dissenso con la mia posizione.

Tutte situazioni che a parità di considerazione dei consiglieri avrebbero necessitato l’intervento del Partito e forse della Commissione ma con destinatari diversi. Tutti fatti non smentibili, se non con la macchina del fango che prontamente si è messa in moto.

Invece è intervenuto a chiamata papà Bruno ma con entrata scomposta e non degna nemmeno del suo ecumenismo per il quale se ti deve fare fuori – politicamente si intende – lo fa soft, con democristiana maniera, anziché col machete. Ma, soprattutto, la domanda è: perché cacciare Marco Rapo anziché ammonire una Sezione che notoriamente non funziona?Infine, davvero senza polemica ma per tornare all’unico elemento di pregio della vicenda, ossia quello concettuale storico e politico, merita un passaggio l’Anpi di Marino la quale è la richiedente della ormai famosa mozione abbasso Mussolini e viva Segre, al punto tale che i consiglieri nel loro comunicato ne hanno quasi negato la paternità nonostante la sottoscrizione. Intendiamoci, niente di male nel fatto che l’Anpi possa avere trovato il proprio interlocutore per una iniziativa in Consiglio comunale; solo che se adesso, come ha fatto, trascrivendo integralmente il comunicato con il quale il PD provinciale avvia il procedimento nei miei confronti, compie, sì, un’azione partigiana ma di un parteggiare che stride gravemente con gli incidenti di percorso del Partito Democratico. Lo dico davvero a loro tutela, non avendo motivo per essere in contrapposizione, affinché si premurino che con lo stesso metodo piddino anche l’Anpi regionale o nazionale non abbia a processarli. Anzi gli propongo di rimuoverlo perché i partigiani di adesso non sono quelli impavidi di allora.Giunto a questo punto del mio percorso in un Partito che ha smesso da tempo di rappresentare l’unica speranza di una politica riformista, è con decisione affatto difficile e sofferta che rassegno le dimissioni da iscritto.

La mia distanza dal PD è divenuta incolmabile. Figuriamoci se un domani, dopo il Governo con i 5S, dovesse tornare utile o necessaria un’altra oscillazione verso destra anche a Marino. No, troppo disinvolto revisionismo per essere quello di un Partito sedicente di sinistra; non mi appartiene.

Marino, 18 maggio 2020 Marco RapoConsigliere Comunale di Marino”

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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Cronaca

Finlandia, un posto di riguardo per l’Italia nelle parole del presidente Stubb

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale, in visita ufficiale, il Presidente della Repubblica di Finlandia, Alexander Stubb, intrattenendolo successivamente a colazione. Stubb era accompagnato da una delegazione del suo paese, con l’ambasciatore in Italia, Matti Lassila.
Era presente all’incontro il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri – Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.
Si tratta della prima visita ufficiale di Stubb in Italia nel suo ruolo di Presidente della Repubblica finlandese ma lo stesso Stubb, negli indirizzi di saluto a Mattarella ha ricordato la sua familiarità con l’Italia, ed in particolare Firenze, ove aveva un prestigioso incarico nell’ambito dell’Istituto Europeo. Come ha ricordato arche Mattarella, citando la partecipazione di Stubb, lo scorso febbraio, and un convegno a Firenze in onore dello scomparso Premio Nobel per la pace, Martti Ahtisaari.
Nel pomeriggio, il Presidente Stubb è stato ricevuto a Palazzo Chigi dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.  Nel corso dei colloqui è stata sottolineata la situazione della sicurezza in Europa e l’imminente vertice della NATO.
“L’Italia è per molti versi un fattore chiave nella sicurezza e nella politica europea”, ha dichiarato, tra l’altro, Stubb. I colloqui hanno permesso di confermare le profonde sinergie tra Italia e Finlandia nel comune quadro UE e NATO. Sono state ripercorse le opportunità di rafforzamento delle relazioni economiche e della cooperazione in ambito sicurezza e difesa, ma anche sui principali temi dell’agenda internazionale ed europea, inclusa la gestione della migrazione irregolare. L’incontro ha costituito, inoltre, un’occasione di confronto in vista del Vertice NATO di Washington, confermando l’importanza di proseguire nel sostegno all’Ucraina e di perseguire un approccio a tutto campo in relazione alla sicurezza euro-atlantica.
Al centro dei colloqui anche uno scambio sulle principali dinamiche politiche e strategiche in corso, e sull’importanza di promuovere un modello di sviluppo e cooperazione da pari a pari verso il continente africano, nello spirito del Piano Mattei.
Il programma della visita del 3 e 4 luglio ha incluso, inoltre, un incontro con il mondo imprenditoriale ed una discussione in una tavola rotonda sulla politica estera e di sicurezza presso l’Istituto Affari Internazionali, con la partecipazione. della direttrice, Nathalie Tocci e del Presidente Ferdinando Nelli Feroci, alla presenza di alcuni esperti, ricercatori e soci collettivi dell’Istituto. Al centro del dibattito alcuni importanti temi di attualità per l’Europa, come la guerra di aggressione della Russia in Ucraina e le sfide alla sicurezza nel nostro continente. “L’Ucraina sta combattendo anche la nostra guerra e alla fine diventerà un membro dell’Ue e della Nato”, ha affermato Stubb. “La posizione della Cina in Russia è così forte che basterebbe una telefonata di Xi Jinping per fermare la guerra”, ha aggiunto.
Nelle parole di Stubb “l’Italia ha un posto speciale nel mio cuore. Gli anni a Firenze mi hanno insegnato a conoscere la cultura e le persone italiane. Ecco perché è stato particolarmente bello tornare qui per rappresentare la Finlandia come Presidente della Repubblica. Grazie Italia! “
https://youtu.be/JMw8Qg4gGBk?feature=shared
https://youtu.be/t2E38qhViqI?si=UZWOS1-FRqYy-QFw&sfnsn=scwspwa
Privo di virus.www.avast.com



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Castelli Romani

Rocca Priora, ufficializzata la giunta a guida Claudio Fatelli

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Nasce la giunta di Claudio Fatelli ma nello stesso tempo divampano dalla piazza e dai social numerosi polemiche.
L’ anomalia, a leggere i commenti, risiederebbe nel vicesindaco che, seppure non eletto in Consiglio Comunale, riceve una carica di prestigio negli stessi giorni in cui il Senato approva, in prima lettura, la cosiddetta legge sul Premierato commentata dalla stessa premier, Giorgia Meloni, con le seguenti parole: “… un primo passo per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati …”.

Nel dettaglio le deleghe attribuite con decreto del Sindaco n. 2 del 19 giugno 2024;
Giuseppe Mariani vicesindaco con deleghe ai lavori pubblici e infrastrutture, mobilità e viabilità; politiche Sanitarie e casa della salute;
Federica Lavalle assessore alle politiche sociosanitarie, welfare, politiche culturali e scolastiche, marketing territoriale e turismo, politiche per la terza età, politiche giovanili , politiche di partecipazione cittadina, sport;
Flavia Testa assessore al bilancio e programmazione, personale e formazione interna, sviluppo economico, attività produttive, commerciali e mercati, informatizzazione e digitalizzazione dell’ente, rapporti internazionali scambi e gemellaggi;
Flavio Pucci assessore all’urbanistica e territorio, manutenzione del patrimonio comunale, manutenzione stradale e decoro, valorizzazione centro storico, sicurezza e protezione civile;
Daniele Pacini assessore alle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti, patrimonio mobiliare e immobiliare comunale, valorizzazione dei beni confiscati, politiche di decentramento dei servizi, parchi e giardini.

Lo stesso sindaco, in un comunicato diffuso dalle pagine dell’ufficio stampa, dichiara inoltre che “… giovedì celebreremo il primo Consiglio Comunale nel quale eleggeremo anche il presidente del Consiglio Comunale che, per investitura unanime, sarà il consigliere Franco Spoto …”.

Alla nuova giunta di Rocca Priora giunga l’augurio di un buon lavoro

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