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Editoriali

Coronavirus: salvare la vita delle persone, salvare l’economia o rischiare entrambi? Si apre o non si apre? Gli spunti di riflessione del prefetto Francesco Tagliente

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di Francesco Tagliente*

“Premetto che la vita è sacra (anche per gli anziani e le persone con altre patologie che hanno la disavventura di essere contagiati dal coronavirus) e che è necessario assumere le decisioni più opportune per riavviare gradualmente le attività ed evitare ulteriori disastri per l’economia.

Il virus si è “diffuso a livello globale e a causa della pandemia nel mondo sono già oltre 3 milioni e 200 mila le persone contagiate e più di 228 mila i morti. Una condizione inedita, che rischia di mettere in pericolo l’esistenza dell’intera comunità.

Questo comporta la responsabilità, a tutti i livelli, di agire per contenere la diffusione del virus sia per salvare il maggior numero di vite umane che per evitare ancora più gravi catastrofe economiche. E questo anche emanando provvedimenti volti alla sospensione e compressione dei diritti fondamentali dei cittadini.

In Italia alla data del 29 aprile in Italia sono stati registrati oltre 205 mila casi positivi di coronavirus con circa 28 mila decessi. Che nelle ultime 24 ore ci sono stati 1.872 nuovi casi positivi e 285 decessi, e ogni giorno continuiamo a registrare migliaia di nuovi infetti e centinaia di decessi.

La comunità scientifica ha informato il Governo e ripete continuamente che se riaprissimo quasi tutto subito, il tasso di riproduzione del virus tornerebbe alto con conseguenze drammatiche sul piano sanitario ed economico perché secondo uno studio elaborato da un gruppo di scienziati (pubblicato sulla rivista scientifica Pnas) le restrizioni alla mobilità decise dal governo hanno ridotto progressivamente la capacità di contagio del 45%. E ancora che secondo gli studiosi, dall’inizio dell’epidemia al 25 marzo scorso, le restrizioni alla mobilità avrebbero evitato il ricovero ospedaliero di almeno 200 mila persone.

Il nostro ordinamento costituzionale, riconosce espressamente un particolare valore al diritto alla salute e al connesso diritto alla vita. Un diritto fondamentale, qualificato come “inviolabile” dell’individuo, oltre che un interesse primario per la collettività, quindi prevalente su tutti gli altri diritti che sono solo tra loro bilanciabili, per la semplice ragione che la vita è precondizione per il godimento di tutti gli altri diritti.

La vita quindi è sacra anche per gli anziani e le persone con altre patologie che hanno disavventura di essere contagiati.

Qualora dovessero verificarsi nuovi decessi riconducibili al mancato rispetto di ordini e discipline, oltre alle intuibili ancora più gravi conseguenze per l’economia potrebbero scaturire responsabilità anche di natura penale, civile ed amministrativa.

La negligenza, l’imprudenza, l’imperizia, ovvero l’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline può comportare responsabilità a titolo di colpa e che il nostro ordinamento penale contempla anche l’epidemia e l’omicidio colposi. Ed ancora che quando l’evento è prevedibile, potrebbe essere ravvisata anche la cooperazione colposa.

Fatte queste premesse inviterei a riflettere responsabilmente su tutti gli scenari possibili e alle potenziali responsabilità personali di una apertura tutto e subito puntando alla responsabilizzazione dei comportamenti individuali.

Solo il comportamento di ogni singola persona potrà legittimare la decisione di sostituire le restrizioni con modelli organizzativi, comportamentali e strutturali

E di tutta evidenza che questa nuova fase 2, legittimando ad uscire milioni di persone, avrà successo solo se i comportamenti individuali saranno rispettosi delle regole di contenimento del virus. In altre parole la capsula di sicurezza e prevenzione che fino ad oggi è stata la casa, diventerà ogni singola persona.

Ciascuno di noi diverrà protettore di se stesso e degli altri rappresentando la garanzia per la prosecuzione o motivo di interruzione del percorso di ritorno alla normalità che il governo ha intrapreso con le garanzie della progressività e del quotidiano monitoraggio.

*Prefetto, già Questore di Firenze e Roma