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di Francesco Pellegrino Lise
E' stato uno dei fenomeni di massa che ha caratterizzato la fine degli anni '90, e adesso si prepara a tornare in versione "rinnovata". Dopo 21 anni arriva infatti nei negozi il Tamagotchi originale, il portachiavi a forma d'uovo con all'interno un cucciolo virtuale da accudire che ha spopolato da oriente a occidente. A resuscitare il giochino elettronico, oggi racchiuso in un guscio di plastica più piccolo, è la stessa società che lo lanciò nel 1996, la Bandai Namco, che per ora lo ha portato solo sugli scaffali giapponesi all'equivalente di 16 euro, in linea con le 25mila lire che costava due decenni fa. Gioco di successo, nel corso degli anni il Tamagotchi è stato riproposto in una quarantina di versioni ed è diventato personaggio di videogiochi, di un'app, protagonista di film, di fumetti e di una serie animata. Al 2010 ammontavano a 76 milioni le unità vendute. La versione celebrativa del Tamagotchi ripropone i sei personaggi originali nel classico schermo Lcd, ma in un guscio più piccolo. Anche la modalità di gioco è la stessa: tre pulsanti per dargli da mangiare, curarlo, tenerlo pulito, metterlo a dormire, giocare con lui e sgridarlo alla bisogna, il tutto con l'obiettivo di renderlo felice ma soprattutto di non farlo morire. In questi 20 anni l’evoluzione del Tamagotchi non si è fermata. La versione più aggiornata è uscita a giugno 2016, si chiama Tamagotchi M!X, è a colori, e assegna ai cuccioli nati i tratti fisici di mamma e papà. Ma come è nato il Tamagotchi? Aki Maita, l’inventrice, aveva sempre voluto avere un animale domestico, un cucciolo da avere sempre vicino da amare e coccolare anche se non si ha un giardino o un ambiente adatto. Grazie a quest'idea venne alla luce il giochino elettronico in grado di simulare il dover crescere e accudire un animale. Semplice quanto geniale, a partire dal 1996, il Tamagotchi avrebbe conquistato fan di giovani e meno giovani grazie alla sua semplicità. Riuscirà a conquistare anche il cuore dei ragazzi di oggi? Oppure passerà inosservato? Per scoprirlo non resta altro che aspettare.
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