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5 anni faon
Con Bleeding Edge i ragazzi di Ninja Theory provano ad allontanarsi dal seminato, percorrendo la strada del brawler multiplayer online. Microsoft, essendo il gioco in esclusiva su Xbox One e Pc, ci ha gentilmente fornito un codice per testare il videogame e nelle prossime righe vi esporremo la nostra analisi. Ma che cos’è questo Bleeding Edge? Il titolo non è assolutamente un FPS. Non è un battle arena, ma nemmeno un MOBA in terza persona. La produzione può essere definita come un “hero arena” in cui il combattimento a muso duro diventa l’unico vero protagonista sul palcoscenico. Scontri quattro contro quattro, due modalità di gioco, tre classi e undici eroi: sono questi gli ingredienti alla base di Bleeding Edge, ingredienti che lo rendono un uragano di azione al cardiopalma fatto di rapide partite dalle quali diventa sempre più difficile staccarsi. Fra combo di fendenti rigorosamente in corpo a corpo, schivate, parry e contrattacchi fulminei, l’unico momento per riprender fiato è il breve intervallo di tempo che separa la morte dal respawn, mentre ciascuna sconfitta, per quanto amara, insegna nuove importanti lezioni. Ma cosa rende questo titolo così diverso dai generi sopra citati? Bleeding Edge è diverso da tutti grazie alla diversificazione delle meccaniche di gioco: come già accennato, gli eroi sono suddivisi in tre categorie, offensivi, tank e supporto, ognuno dei quali con quattro abilità utilizzabili (3 più la classica ultimate che si attiva a tempo), la schivata e la possibilità di sfruttare un hoverboard per muoversi più velocemente per la mappa. Altra novità è caratterizzata dallo stile del combattimento vero e proprio. Si gioca 4vs4, attualmente in due modalità, Dominio e Celle Energetiche. Nel primo caso bisogna conquistare delle zone di controllo a tempo e ottenere più punti degli avversari, ovviamente anche le uccisioni accumulano punti. Nella seconda modalità, invece, basterà raccogliere le celle energetiche sparse per la mappa e consegnarle in specifici luoghi, facendo attenzione a non venire uccisi per non perdere le stesse celle ottenute.
Ma come si gioca? Ogni eroe presente nell’Officina mette sul piatto una combo base che può essere una scarica di pugni, un turbine di lame o una sventagliata di pallottole, assieme a tre immancabili abilità con tempi di “cooldown”, attacchi da sfruttare con parsimonia per sterminare gli avversari più duri. Prendiamo per esempio il ninja Daemon: oltre a disporre della fidata nodachi con cui affettare le sue prede, può scattare rapidamente per chiudere il gap, lanciare manciate di shuriken dalla distanza e, addirittura, diventare completamente invisibile per svariati secondi. Giocando solamente in 4vs4 è chiaro che bisogna necessariamente ragionare su come suddividersi. Giocare di squadra è fondamentale e pretendere di vincere con tre o quattro personaggi offensivi senza un curatore equivale ad andare incontro a morte certa, così come sperare di giocarsela per conto proprio. Il team deve quindi collaborare, muoversi in sintonia e comunicare. In breve in Bleeding Edge non si vince se non si gioca insieme e se non si scelgono personaggi in grado di lavorare in maniera sinergica. Le pure meccaniche di combattimento sono molto divertimenti e soddisfacenti, anche se abbiamo constatato qualche piccolo problema di bilanciamento con alcuni eroi e abilità, dovute anche a una nuova caratteristica, le mod. Ogni personaggio può infatti disporre di tre slot mod da inserire, queste possono essere “fabbricate” con gli appositi punti e permettono di dare dei vantaggi sul danno, la vitalità o su alcune abilità. Anche se è molto probabile che uscirà una build meta per ognuno, è comunque positivo che ci sia la possibilità di cambiare lo stile di combattimento. In ogni caso, la sostanza non manca, e il potenziale per crescere e fare bene in prospettiva sembrerebbe esserci tutto. Il problema sta tuttavia nella forma con cui Bleeding Edge si è presentato sul mercato: con appena due modalità, undici eroi e soltanto cinque mappe disponibili, la quantità di contenuti al lancio appare oggettivamente risicata. Allo stato attuale, Bleeding Edge sembra essere una scommessa affascinante, ma forse anche un filo azzardata da parte di Ninja Theory. Ancora una volta agli sviluppatori inglesi non sono mancati né il coraggio né tantomeno l’apprezzabile voglia di uscire fuori dagli schemi, osando proporre qualcosa di sorprendentemente lontano dai loro canoni: il risultato è uno strano picchiaduro online a squadre con sfumature da MOBA, che se da un lato si distingue per il carattere piacevolmente sopra le righe e per un’appagante profondità di gameplay, dall’altro denota manifesti limiti di contenuti e una certa immaturità nello sviluppo.
Ad ogni modo il potenziale a Bleeding Edge non sembra di certo mancare, e anzi si intravedono comunque le basi per qualcosa di incoraggiante: resta da vedere quale sarà il supporto al titolo nel medio/lungo periodo, l’unico fattore effettivamente in grado di trasformare quella che oggi è una promessa con tanta personalità in un’esclusiva davvero degna di nota. A livello stilistico Bleeding Edge è invece assolutamente insuperabile, potrebbe essere definito a tutti gli effetti un videogioco punk: sono punk i personaggi, come il musicista metal Nidhoggr, che si fa largo menando fendenti di chitarra elettrica, o l’assassino messicano El Bastardo, che si getta nella mischia accompagnato dal baffo a manubrio e da un paio di machete. È punk l’ambientazione, un mondo in cui innesti cibernetici e skateboard volanti hanno raggiunto il mass-market, dando vita allo spietato Fight Club di Bleeding Edge. È punk anche il gameplay, che rifugge gli schemi più affermati per tentare un percorso ancora inesplorato. Insomma Bleeding Edge è un gioco che trasuda Punk e “tamarraggine” da tutti i pixel. Tirando le somme, l’ultima fatica di Ninja Theory è un’opera stilisticamente inattaccabile, un concentrato di intrattenimento da cui diventa difficile staccarsi, ma purtroppo è un prodotto che se non verrà supportato a dovere, potrebbe rischiare di essere sopraffatto da altri titoli simili. In ogni caso, se si ha voglia di provare qualcosa di nuovo, decisamente folle e che possa essere giocato specialmente in gruppo, Bleeding Edge è un prodotto che non va assolutamente lasciato scappare.
GIUDIZIO GLOBALE
Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 8,5
Francesco Pellegrino Lise