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Cronaca

Palermo, omicidio di Mercurio Nepa: custodia cautelare in carcere per 4 pregiudicati

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PALERMO – I Carabinieri della Compagnia di Carini hanno dato esecuzione, su disposizione della Procura di Palermo, ad una ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo nei confronti di 4 soggetti, di età compresa tra i 27 ed i 35 anni, tutti pregiudicati, domiciliati tra Terrasini e Carini.

Il G.I.P., sulla base delle risultanze investigative raccolte, ha ritenuto sussistere a carico dei quattro gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di omicidio e rapina, aggravati e in concorso.

I fatti contestati nel provvedimento cautelare risalgono al 9 settembre 2019, a Terrasini, allorquando l’84enne Mercurio Nepa, detto Mike, ex imprenditore che per decenni aveva vissuto negli USA, venne trovato cadavere all’interno della propria abitazione, con la porta aperta, l’appartamento a soqquadro e parzialmente immobilizzato con delle legature sul corpo e sulle gambe.

La morte dell’anziano aveva suscitato molta preoccupazione nella comunità di Terrasini e fin da subito gli investigatori avevano ipotizzato una rapina in abitazione finita in modo tragico.

Le indagini hanno portato ad avvalorare sempre più tale ipotesi – anche grazie all’esito degli esami sui campioni biologici, analizzati dal Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina, alle risultanze dell’esame autoptico e all’attività investigativa condotta anche attraverso attività tecnica di intercettazione dai Carabinieri di Carini: i presunti autori dell’omicidio, tutti con precedenti specifici, si sarebbero introdotti nella notte tra l’8 e il 9 settembre 2019 nell’abitazione del Nepa al fine di impossessarsi di contanti e preziosi che l’anziano era solito nascondere in casa, avrebbero legato mani e piedi a scopo di rapina l’anziana vittima, già affetta da patologie pregresse, e ne avrebbero così provocato la morte per la violenza dell’azione.

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Cronaca

Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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Castelli Romani

Monte Compatri: incidente ad un mezzo di lavoro della società Tekneko, coinvolto un lavoratore

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Per l’ennesima volta la società Tekneko finisce agli onori della cronaca locale.
Dopo il licenziamento dell’operaio del cantiere di Monte Compatri che alla fine di aprile aveva rischiato di morire; dopo il sequestro del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce da parte dell’Ispettorato del Lavoro; dopo la morte di un operaio del cantiere di Frascati la serie di situazioni negative all’ordine dell’azienda abruzzese si allunga ancora.
Stavolta, stante la nota diffusa dal sindacato Cobas del Lavoro Privato, si apprende la notizia che ieri, in via Acqua Felice, sempre a Monte Compatri, un mezzo da lavoro della società Tekneko con un operatore alla guida, per cause ancora da accertare, è finito fuori strada.
Durissima la nota del sindacato che si appresta a conoscere con migliore dovizia di particolari le cause che hanno portato all’incidente ma con la ferma convinzione, come dichiarato nella nota stessa, di essere “… estremamente convinti che questi siano gli effetti collaterali della “insicurezza” che, ormai, da troppo tempo, si vive nei cantieri Tekneko di Monte Compatri e che da alcuni mesi come Organizzazione Sindacale denunciamo …”.
Una situazione che preoccupa estremamente il sindacato che, nel proseguo della nota, auspica che “… il nostro collega di Monte Compatri non abbia riportato serie conseguenze in questo sinistro …” augurandogli “… una pronta guarigione …”.
E l’attacco prosegue all’indirizzo dell’amministrazione comunale monticiana guidata da Francesco Ferri con l’ennesimo invito, dapprima, a “vigilare sul rispetto delle norme su salute e sicurezza del lavoro nei servizi oggetto d’appalto” e successivamente ricordandogli di “non può permettersi di rimanere indifferente o, peggio ancora, solidarizzare con l’azienda come ha fatto successivamente all’infortunio dell’operatore ecologico colto da malore in servizio il 24 aprile e poi licenziato il 10 giugno scorso”.
Una battaglia a colpi di comunicati alla quale risponde, ormai da troppo tempo, il silenzio sia dell’azienda Tekneko che dell’amministrazione monticiana.

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Cronaca

Incendio nel Materano, morti due vigili del fuoco, “Volevano salvare una famiglia”

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 “Volevano salvare una famiglia, la cui abitazione era messa in pericolo dalle fiamme.

Ma sono caduti in un dirupo e sono stati avvolti dalle fiamme”.

Sono le parole del sindaco di Nova Siri (Matera), Antonello Mele, riferendosi alla morte di due vigili del fuoco in contrada Cozzuolo.

Secondo quanto si è appreso, entrambi avevano 45 anni ed erano in Matera.

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