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Cronaca

Omicidio Sestina Arcuri, Cipollini nei panni del supertestimone: ecco perché le dichiarazioni non reggono

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Non è difficile fare due conti e capire quando delle dichiarazioni rese non reggono assolutamente. Come non reggono tutti i pezzi di carta palesemente fasulli che circolano sul web e che si riferiscono a Claudio Cipollini, alias “Zio Rocco”, che da difensore di Andrea Landolfi,accusato dell’omicidio della fidanzata Maria Sestina Arcuri, è venuto allo scoperto come presunto super testimone a suo carico.

Secondo quanto racconta il pluripregiudicato Cipollini, Landolfi gli avrebbe confessato l’omicidio (notizia subito smentita dal diretto interessato tramite i suoi legali)

La collega Paola Grauso di “Chi l’ha visto?” ha intervistato Cipollini come se si trovasse di fronte a uno sconosciuto “supertestimone” quando è risaputo e riscontrabile in qualsiasi momento che la Grauso conosceva benissimo Cipollini e sapeva perfettamente che faceva parte del team della difesa di Landolfi insieme all’avvocato Marini. E allora perché non gli ha fatto le domande che avrebbero fatto crollare una torre di bugie? Possibile che alla collega Grauso sia sfuggito il dato temporale?

Cipollini è uscito dal carcere il 20 dicembre 2019 (per scontare un’altra pena detentiva ai domiciliari)

Fino a fine marzo Cipollini (zio Rocco) difende a spada tratta e in ogni dove Landolfi anche con messaggi pubblici (ha inviato anche dei messaggi ai familiari di Landolfi dove ha sempre sostenuto che credeva nell’innocenza del suo assistito e infondeva coraggio a continuare la battaglia).

E c’è anche una mail datata 22 gennaio 2020 che Cipollini scrive a uno dei familiari di Landolfi. Ecco il testo:

Buona sera….. , avrà sicuramente sentito parlare di me Andrea , ero con lui nel carcere di regina coeli , sono lo zio Rocco , così mi chiamavano e mi chiamano tutti ! Sua madre sa sicuramente di me perché durante una telefonata dal carcere gli ho mandato i saluti tramite Andrea , sono io che ho fatto nominare Marini ad Andrea , sono io che ho soccorso varie volte Andrea , sono io che passavo al repartino psichiatrico dove era ubicato Andrea e gli tiravo su il morale , sono io che non ho dormito 3 notti per studiare il fascicolo di Andrea prima di passarlo nelle mani dell’ avv. Marini , solo perché Andrea mi sta a cuore e l’ho visto soffrire , piangere e autolesionarsi.
Le spiego brevemente chi sono ed il motivo della presente;
Sono un uomo con un passato burrascoso , con reati contestati di associazione risalenti a 20 anni fa circa quando conobbi Marini che mi tiró fuori dai guai !! Sono un imprenditore nel settore edile e di autovetture poi la crisi … ed ecco che mi contestano altri reati .. durante le mie detenzioni e fuori dal carcere ho studiato giurisprudenza a tal punto di essere un buon avvocato seppur non potendo esercitare la professione ! Sono un garante detenuti collaboro con il gruppo garanti Antigone , all’interno di regina coeli facevo assistenza legale gratuita può visitare la mia pagina ed il mio gruppo Associazione Avvocati crm e gruppo detenuti liberi , il motivo della presente perché in varie conversazioni con Andrea , non voleva un avvocato milanese , andava su tutte le furie quando lo nominavamo , sarà per antipatia personale o perché si è reso conto che non è in grado di seguirlo , viceversa Marini , dopo nominato , lo incontravo a colloquio con avvocato ! Andrea è molto attaccato a me ! Anzi pregherei quando andate da lui di dirgli ti saluta Zio Rocco ha detto che ti vuole bene come sempre e di comportarti bene !! Lei vedrà che a queste parole si aggiunge un sorriso sul suo volto !! Sono molto rinomato in tutti i carceri di Italia e non per essere un detenuto modello ma per il bene che ho fatto a tutti !! Per come credo in loro e come lì difendo !! Marini è un ottimo avvocato , credo come tale di aver fatto la giusta scelta verso Andrea , anche se non spettava a me questo compito ! Quindi vi pregherei qualora riteniate giusto , lasciare spazio a Marini e per la nonna di Andrea , potrei suggerire un avvocato di mia collaborazione anche per fare una giusta difesa legale congiuntamente con Marini avv. V…. V….. , quest’ ultima sempre gratuitamente a patrocinio , per quanto riguarda l’avvocato Marini so che non ha chiesto nulla , ovviamente nessuno può lavorare gratis , ormai Andrea sfortunatamente sta attraversando questo momento negativo della sua vita , che noi tutti cercheremo di tirarlo fuori con meno danno possibile psichico e fisico , nonché penale ! Poi andando avanti si vedrà per onorario di Marini , certo anche lui giustamente si sveglia la mattina e spera di portare qualche risultato a casa che sia soddisfacente personalmente ed economicamente , io so di una controversia lavorativa di Andrea .. tante cose .. ma di questo se ne potrà parlare con calma , adesso quello che mi è più a cuore , è Andrea e credo almeno su questo siamo di comune accordo ! Lascio il mio numero……. qualora voglia parlare un po’ con me ! Sarei lieto di sentirla ! La salutò con stima ! E mi raccomando non dimentichi di salutarmi Andrea gli dica che zio Rocco gli sta vicino e gli vuole bene e di non fare casino che anche se sono uscito so sempre tutto di come si comporta !!
Saluti !
Rocco !

Inoltre, Cipollini, non ha mai più visto Landolfi da dicembre perché costretto a casa a scontare un’altra pena definitiva….

Allora quando avrebbe ricevuto questa grande confessione a cui non ha fatto mai riferimento fino a quando ha perso il cliente? L’ha ricevuta prima di finire ai domiciliari, ossia a dicembre 2019? E allora come mai fino a fine marzo 2020 non ne fa parola con nessuno e sbandiera in ogni dove di aver assunto la difesa di Landolfi, fermamente convinto di riuscire a dimostrane l’innocenza insieme all’inseparabile Avv. Marini (il “Prof” di Cipollini)???

Due conti facili facili:

A marzo 2019 Cipollini entra in carcere a seguito del passaggio in giudicato di una sentenza di condanna ad anni due e mesi nove per il delitto di cui all’art 73 comma 1 D.P.R. per la illecita detenzione di 54,910 grammi di cocaina, fatti commessi in San cesareo il 5 agosto 2016 (post laurea??) nonché per detenzione abusiva di armi e ricettazione, fatti commessi in Labico il 5 agosto 2016; il 5 dicembre 2019 Landolfi nomina come difensore il professore di Cipollini; il 20 dicembre 2019 Cipollini esce dal carcere; il 20 febbraio 2020 su Fb sbandiera che il suo studio legale ha preso il caso di Landolfi. E arriviamo a fine marzo, esattamente il 29 marzo 2020, quando il Landolfi decide di revocare il Professore. Ed ecco che il 1 Aprile, da strenue e granitico “difensore in seconda” del Landolfi che era stato fino al giorno prima, il “consulente revisore processuale garante autonomo dei detenuti” Cipollini diventa l’accusatore numero uno e nessuno se ne è accorto! Ma che distratti…verrebbe proprio da pensare.

Gli altri clienti del pregiudicato “zio Rocco”

Certo non vorremo essere nei panni degli altri poveri clienti di Cipollini che grazie a questa fake mediatica, gonfiata anche da chi dovrebbe smascherare le bugie, potrebbero intimorirsi e restare con lui per sempre, piuttosto che subire facili ritorsioni. Ma per favore siamo seri almeno noi giornalisti! Facciamo le domande giuste che fanno emergere come stanno i fatti, soprattutto quando sono di una chiarezza imbarazzante!

L’intervista di Cipollini a “Tuscia web”

Cipollini fa delle dichiarazioni a Tuscia Web decisamente insoddisfacenti per le persone dotate di giudizio e intellettualmente indipendenti. Ma andiamo per gradi. Sia ben chiaro che noi come quotidiano non intendiamo dare voce a personaggi del genere e se mai lo avessimo fatto gli avremmo certamente chiesto, incalzandolo, di ammettere tutte le bugie scritte finora e, soprattutto, gli avremmo chiesto di scusarsi con tutte le vittime che gli sono capitate a tiro per essersi spacciato per avvocato, millantando un credito che non ha solo per un ritorno personale.

Confusione sulla data della laurea

Addirittura il giornale locale della Tuscia colloca la laurea del Cipollini nel 2013 quando è il Cipollini stesso ad aver pubblicato la sua laurea (con lode), addirittura conseguita nel maggio 2015. Un bugiardo compulsivo con una pessima memoria e una scarsa verifica della fonte, davvero una pessima combinazione.

Zio Rocco colloca la presunta rivelazione di Landolfi nel dicembre 2019

A dicembre raccoglie una confessione dal presunto omicida Landolfi e a febbraio dichiara in pompa magna di aver preso la difesa di Landolfi, sostenendo a più riprese, pubblicamente, di essere certo non solo della sua innocenza ma anche di riuscire a dimostrarla dinnanzi alla Corte di Assise di Viterbo. Ma come è possibile? Si è dimenticato della “confessione shock?” Problemi di memoria a breve termine o spietata malafede? Ai posteri l’ardua sentenza, come si suol dire in questi casi. Solo che qui la sentenza non sembra ardua affatto. E’ tutto anche fin troppo chiaro.

La richiesta di colloquio col pm Franco Pacifici è datata primo aprile 2020

Coincidenza, a due giorni (leggasi due!) dalla revoca ufficiale della difesa affidata al team Legal Consulting CRM di cui Cipollini è attore protagonista, tant’è che ribadisce nell’ultimo articolo apparso su Tuscia Web “Io ho la Legal Consulting, non potendo iscrivermi all’ordine fino al 2023 perché servono i dieci anni riabilitativi”, visto che è di un pluripregiudicato che stiamo parlando. Peccato che sotto la pubblicità della Legal Consulting c’è scritto chiaro e tondo Avvocato Claudio Cipollini

Avrebbe dovuto rispondere alla domanda che gli è stata formulata: lei è avvocato? Sì o no? Una risposta secca. Signor Cipollini, giù la maschera! Ha dichiarato di essere avvocato anche il 6 febbraio scorso…”Buongiorno per chi non mi conosce sono avvocato” e poi ancora nel messaggio continua a definirsi tale… “noi penalisti…”. Ma mi faccia il piacere, come direbbe l’inimitabile “Totò”. E, soprattutto, risponda alle domande perché le “supercazzole” le hanno inventate molto prima di lei.

Cipollini (zio Rocco) prima si dichiara avvocato e poi si smentisce da solo

Dunque Cipollini che ha pubblicato la sua foto finta del giuramento da avvocato e poi successivamente si è fatto una foto in primo piano con un falso tesserino da avvocato ora dichiara di non potersi iscrivere all’ordine degli Avvocati. La domanda sorge spontanea: perché non gli è stato chiesto a Cipollini il motivo della diffusione sul web di documenti falsi che invece attestano che si è sempre spacciato come un avvocato quando non lo era?

Foto ritoccata dal Cipollini. ha modificato una immagine presente sul web su un giuramento di avvocati milanesi
Il falso tesserino dell’Ordine degli avvocati di Roma con numero di tessera fasullo
Solo a febbraio di quest’anno, Cipollini enuncia tutti i suoi titoli…falsi!

L’altra domanda a cui zio Rocco non ha risposto

Da Tuscia Web: Quindi lei collabora con l’ex difensore di Landolfi, avvocato Giacomo Marini, al quale sono subentrati pochi giorni fa i legali Serena Gasperini e Daniele Fabrizi…
“L’avvocato Giacomo Marini è stato il mio prof. Lo conosco da 23 anni”.

Qui si offende l’intelligenza di chi legge e nessuno incalza lo “zio Rocco”

Perché ancora una volta Cipollini non risponde e nessuno lo incalza pretendendo una risposta: collabora con Marini sì o no? Ma certo che sì caro signor Cipollini, visto che proprio lei annuncia in pompa magna di aver “preso” il caso di Landolfi insieme all’avvocato Marini… il caso Landolfi e Mancuso! Non ricorda? Non si preoccupi le rinfreschiamo noi le idee…

In prima serata tv non ci si aspetta certamente questo siparietto ma sappiamo che “Chi l’ha visto?” è un programma serio e con onestà andrà fino in fondo a questa pagliacciata perché qui si sta parlando di un processo con una ipotesi accusatoria di omicidio volontario e non della prossima sagra della porchetta.

Cronaca

Sentenza Open Arms: conseguenze politiche per Salvini e la Lega in gioco

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Con l’arringa difensiva che si conclude oggi il processo si avvia alla conclusione con la richiesta di condanna a 6 anni di reclusione per il ministro accusato di sequestro di persona, mentre la PM Giorgia Righi, sotto scorta, continua a rappresentare l’accusa

Dopo settimane di tensione e insulti social, la Procura di Palermo ha deciso di assegnare una scorta alla PM Giorgia Righi, una delle magistrate coinvolte nel processo contro il ministro Matteo Salvini. La decisione arriva a seguito di minacce e attacchi online, a cui Righi è stata oggetto dopo la richiesta di condanna nei confronti del leader della Lega.

Il processo, che vede Salvini imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, è legato all’episodio del 2019, quando, durante il governo giallo-verde, il ministro dell’Interno rifiutò l’approdo alla nave Open Arms, con 147 migranti a bordo. La Procura di Palermo aveva richiesto una pena di sei anni di reclusione per Salvini, accusandolo di aver ostacolato l’ingresso dei migranti in Italia.

Il caso ha suscitato un acceso dibattito politico e giuridico, con una valanga di reazioni a favore e contro l’iniziativa giudiziaria. A pochi giorni dalla sentenza, i sostenitori di Salvini sono scesi in piazza per esprimere solidarietà al loro leader.

Giorgia Righi, che fa parte della Direzione Antimafia, era l’unica magistrata del pool accusatorio a non avere ancora una protezione, nonostante le numerose minacce ricevute. Dopo i numerosi insulti sui social e i commenti minacciosi, la Procura ha deciso di assegnarle una scorta, per garantire la sua sicurezza.

In una nota ufficiale, il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, ha sottolineato che “le intimidazioni non sono mai giustificabili” e che le istituzioni sono chiamate a proteggere i magistrati che svolgono il loro dovere “con serietà e indipendenza”. La decisione di tutelare Righi arriva dopo un’intensa pressione mediatica e politica che ha scosso il processo e il dibattito pubblico.

Il processo prosegue con l’arringa difensiva del legale di Salvini, Giulia Bongiorno, che ha ribadito la posizione del suo assistito, accusando la ONG Open Arms di essere stata responsabile del ritardo nell’approdo, e quindi, delle difficoltà nei soccorsi. “Open Arms ha avuto innumerevoli opportunità di fare sbarcare i migranti, ma ha scelto di ‘bighellonare’, rifiutando l’approdo a diversi porti”, ha dichiarato Bongiorno. L’avvocato ha poi sostenuto che la nave avrebbe potuto dirigersi verso la Spagna, paese di bandiera, senza dover aspettare l’autorizzazione da parte delle autorità italiane.

Intanto, mentre in aula si svolgevano le udienze, in piazza Politeama, a Palermo, i sostenitori di Salvini si sono radunati per una manifestazione di solidarietà. Tra i presenti, oltre a numerosi militanti della Lega, c’erano anche i ministri Giuseppe Valditara, Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti, insieme a parlamentari nazionali e regionali del partito. “Sono qui per sostenere Matteo Salvini, che ha difeso l’Italia e i suoi confini”, ha dichiarato Giorgetti, all’arrivo in piazza.

La vicenda ha trovato anche eco a livello internazionale. Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha espresso il suo sostegno a Salvini con un tweet, in cui ha scritto: “Siamo con te, amico mio! Matteo Salvini merita una medaglia per aver difeso l’Europa”. Orbán ha condiviso una foto di Salvini davanti all’aula bunker di Palermo, aggiungendo che il leader della Lega avrebbe difeso i valori e i confini dell’Europa contro l’immigrazione incontrollata.

Il sostegno da parte del governo ungherese ha sollevato polemiche, con critiche da parte delle opposizioni italiane e di alcune organizzazioni per i diritti umani, che hanno sottolineato come la questione dei migranti non riguardi solo la protezione dei confini, ma anche il rispetto dei diritti umani e dei trattati internazionali.

Con l’arringa difensiva che si conclude oggi, il processo si avvicina alla fase finale. Il giudice dovrà prendere in considerazione le argomentazioni delle parti e la richiesta della Procura, che invoca una condanna esemplare per l’ex ministro dell’Interno. Salvini, che è stato più volte al centro della politica italiana con la sua linea dura sui migranti, potrebbe affrontare una sentenza che non solo influenzerà la sua carriera politica, ma anche l’immagine della Lega, che si è schierata compatta al suo fianco.

In ogni caso, le implicazioni del processo sono destinate a rimanere al centro del dibattito politico e giuridico per settimane. L’attenzione ora è puntata sul verdetto finale e sulle possibili conseguenze politiche di un caso che ha suscitato forti reazioni e diviso il Paese.

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Cronaca

Palermo, duro colpo a Cosa Nostra: confiscati beni per oltre 1,2 milioni di euro

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I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo hanno effettuato un’importante operazione contro la mafia siciliana, eseguendo due misure patrimoniali per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro. Le azioni hanno colpito beni riconducibili a esponenti legati ai mandamenti mafiosi di Porta Nuova e Tommaso Natale.

Confisca di beni per 700.000 euro

La prima misura, disposta dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, ha riguardato la confisca definitiva di beni appartenenti a G.C., per un valore complessivo di circa 700.000 euro. L’ordinanza è stata emessa in seguito a una sentenza della Corte d’Appello, che ha reso irrevocabile la decisione di primo grado del gennaio 2022.

I beni confiscati includono:

  • Un appartamento a Palermo
  • Una villetta e un appezzamento di terreno con fabbricato a Carini
  • Otto conti bancari

Le indagini patrimoniali condotte dalla Procura della Repubblica hanno dimostrato che i beni in possesso di G.C. erano il risultato di attività illecite, prevalentemente legate a estorsioni ai danni di imprese e attività commerciali della zona.

Sequestro di beni per 500.000 euro

Il secondo provvedimento, emesso dal Tribunale di Palermo il 27 settembre 2024, ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 500.000 euro, appartenenti a S.F. I beni sequestrati includono:

  • Un ufficio di 15 vani situato a Palermo, nella zona di via Perpignano
  • Un’autovettura
  • Un conto bancario

Anche in questo caso, le indagini hanno accertato che il patrimonio di S.F. era frutto di attività illecite legate a Cosa Nostra.

Questa operazione rappresenta un passo significativo nella lotta contro la mafia, riducendo le risorse economiche a disposizione della criminalità organizzata e rafforzando la presenza dello Stato sul territorio.

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Castelli Romani

Monte Compatri, un Consiglio Comunale tra unità e scontri

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Congratulazioni per l’elezione di Agnese Mastrofrancesco, ma il dibattito si infiamma su compostiera di comunità e inquadramento contrattuale degli operatori ecologici

Il Consiglio Comunale di Monte Compatri ha inaugurato la sua ultima seduta con un momento di unità, esprimendo le congratulazioni di tutti i membri all’indirizzo di Agnese Mastrofrancesco, recentemente eletta consigliere della Città Metropolitana di Roma Capitale. Un chiaro segnale di riconoscimento per un’importante figura del panorama politico locale.

la consigliere Agnese Mastrofrancesco, dal 27 settembre neo consigliere di città metropolitana di Roma Capitale

Subito dopo, l’attenzione si è concentrata sull’approvazione del Bilancio Consolidato 2023, un momento cruciale che ha però preceduto un acceso dibattito su due mozioni presentate dalle opposizioni: la messa in esercizio della compostiera di comunità e l’inquadramento contrattuale degli operatori ecologici secondo il contratto FISE.

Entrambe le proposte sono state respinte dall’attuale maggioranza, scatenando confronti animati tra i consiglieri.

La mozione sulla compostiera di comunità

La compostiera di comunità, un progetto avviato grazie alla partecipazione a un bando pubblico nel 2017, è stata consegnata al comune di Monte Compatri il 22 ottobre 2021. L’assessore Igiene, Sanità ed Ambiente, Nicoletta Felici, ha illustrato il percorso intrapreso dal comune, evidenziando che “tutte le procedure per la messa in esercizio” sono in fase di attuazione.

il vice sindaco Nicoletta Felici, assessore Igiene, Sanità ed Ambiente

Tuttavia, l’assessore ha anche sottolineato la necessità di valutare l’economicità dell’operazione, presentando dati che indicano una potenziale “non economicità” nell’avvio del servizio, sebbene l’aspetto ambientale rimanga fondamentale.
La compostiera, che potrà contenere esclusivamente “materiale organico puro”, avrà, sempre a quanto affermato dall’assessore, una capacità operativa massima di 80 tonnellate.
Il dibattito si è infiammato soprattutto quando le opposizioni hanno contestato i numeri presentati dall’assessore e messo in discussione le affermazioni sullo stato di avanzamento del progetto nonché sul fatto che all’atto della consegna avvenuta 22 ottobre 2021, stante le affermazioni del consigliere Marco de Carolis, la stessa poteva già essere avviata “in illo tempore” .

Ancor più acceso è stato il confronto quando si è ricordato che, sulla rivista comunale del dicembre scorso, come da noi riportato nel precedente articolo su questo argomento (https://www.osservatoreitalia.eu/monte-compatri-consiglio-comunale-immobili-in-zona-167-e-compostiera-di-comunita/), era stata “promessa” dall’assessore Felici la messa a regime della compostiera entro la fine di questo anno.
Il capogruppo della maggioranza, Serena Gara, ha difeso la posizione della sua coalizione, affermando che “l’iter per la messa in funzione si sta svolgendo” e ha “accusato” le opposizioni di voler imporsi su di un processo che, secondo lei, sta già avvenendo nella giusta direzione. “Questa mozione la riteniamo rigettata – ha detto Gara – poiché intendiamo attivare la compostiera e lo faremo con uno studio maggiore rispetto a chi ci ha preceduto”.

La mozione sull’inquadramento FISE Assoambiente

Anche il punto successivo ha visto manifestarsi un acceso dibattito sull’inquadramento contrattuale degli operatori ecologici della società Tekneko, incaricata della raccolta rifiuti nel comune.

il consigliere Marco de Carolis, già sindaco di Monte Compatri

La questione è stata sollevata dal consigliere comunale Marco de Carolis, che ha presentato una mozione per richiedere l’inquadramento, per tutti i dipendenti Tekneko del cantiere di Monte Compatri, del contratto FISE Assoambiente.
Secondo de Carolis, l’articolo 6 del contratto di appalto stipulato con Tekneko prevede esplicitamente tale inquadramento per tutti i suoi dipendenti. Tuttavia, l’assessore Felici ha risposto sostenendo che nel capitolato d’appalto non esiste alcun obbligo vincolante in questo senso. Felici ha dichiarato che, sebbene il Comune sia tenuto a verificare il rispetto delle tutele previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), la ditta aggiudicatrice ha la libertà di scegliere quale tipologia contrattuale applicare, tra FISE Assoambiente e Multiservizi.
A supporto delle sue affermazioni, l’assessore ha citato un parere della Gazzetta Amministrativa risalente a maggio 2021, che confermerebbe la regolarità del contratto speciale di appalto in relazione alle indicazioni dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione.

Felici ha quindi esemplificato che eventuali difformità tra i CCNL applicati non giustificherebbero una richiesta di adeguamento, dato che la priorità deve essere il rispetto delle tutele lavorative da un punto di vista sia normativo che economico.

Ha ribadito, inoltre, che non vi sarebbero motivi per dubitare della legalità della situazione, poiché i controlli sono stati eseguiti in fase di aggiudicazione della gara.
D’altro canto, il consigliere Fabio d’Acuti, già sindaco di Monte Compatri, ha messo in luce un aspetto critico della vicenda, facendo notare che alcuni dipendenti Tekneko, pur essendo contrattualizzati con il contratto FISE Assoambiente, stanno svolgendo mansioni non previste dal loro CCNL.

D’Acuti ha quindi invocato un maggior controllo da parte dell’amministrazione su questa problematica, che solleva interrogativi sul corretto adempimento delle responsabilità da parte della società appaltatrice.
Nonostante le argomentazioni presentate dall’opposizione, la maggioranza ha nuovamente respinto la mozione, lasciando irrisolti i dubbi sollevati.

Il dibattito intorno a questa vicenda riflette le tensioni politiche in atto e la complessità delle questioni legate ai diritti dei lavoratori nel settore dei servizi pubblici.


Nonostante le tensioni, il Consiglio Comunale continua il suo percorso, affrontando tematiche di fondamentale importanza per il futuro ambientale ed economico di Monte Compatri.

La questione della compostiera di comunità, in particolare, resta un punto centrale di discussione, testimoniando la volontà della maggioranza di portare avanti progetti di sostenibilità, ma al tempo stesso anche la determinazione dell’opposizione nel chiedere maggiore chiarezza e responsabilità così come la situazione degli operatori ecologici di Tekneko continua a essere un tema caldo all’interno del Consiglio Comunale, e molte saranno le aspettative rispetto a come l’amministrazione gestirà le questioni di inquadramento e tutela dei diritti dei lavoratori in futuro.

La strada è segnata, ma le divergenze di opinione promettono di tenere alta l’attenzione sui lavori del Consiglio Comunale di Monte Compatri nei prossimi mesi.

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