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di Angelo Barraco
“Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo” disse il compianto imprenditore e politico italiano Adriano Olivetti, figlio di Camillo Olivetti, fondatore della prima fabbrica italiana di macchine da scrivere. Una frase che rappresenta certamente lo specchio di una società contemporanea che quotidianamente spalanca le sue fauci gridando al cielo un continuo e sinistro lamento dovuto alla mancanza di lavoro che consente ai cittadini di poter mantenere se stessi e le rispettive famiglie. Una società in cui il lavoro manca, certamente, dove il cittadino è disilluso e stanco dalle promesse elettorali e spera in futuri cambiamenti messi in atto da politicanti pieni di buone speranze che scendono in campo con succulenti piani elettorali che farebbero scegliere al popolo nuovamente Barabba, ma dopo le elezioni e dopo il voto quelle promesse vanno sempre in frantumi e il paese continua a sperare passivamente in un qualcosa che non arriverà mai. La crisi economica e la mancanza di lavoro sono dei fattori che inficiano negativamente sullo sviluppo del nostro paese ma bisogna tener presente che vi sono molti soggetti che hanno il “privilegio” di ricoprire cariche istituzionali nobili, che servono quindi, come disse Adriano Olivetti “a un nobile scopo”, come l’educazione, l’insegnamento, la cura per i malati ecc. Cariche quindi, che “servono” allo sviluppo culturale e sociale del complesso ingranaggio chiamato Italia e che se esercitate con dovizia e correttezza potrebbero portare ad una crescita esponenziale delle risorse attuali e gettare le basi per un futuro dignitoso per le prossime generazioni che sembrano ormai destinate all’espatrio come ancora di salvezza per sfuggire all’oblio. Ultimamente sembra però che tali cariche così importanti e delicate siano state surclassate da biechi interessi quali la slot machine, le passeggiate in centro storico e l’acquisto di beni voluttuari proprio da parte di coloro che avrebbero dovuto esercitare una professione di interesse pubblico. Cosa è successo? Prima c’era la corsa al posto fisso e quando lo si ottenuto dopo anni di studi è stato prontamente accantonato? A questi atteggiamenti irrispettosi che fortunatamente vengono controllati e fermati dalle forze dell’ordine si aggiungono ulteriori azioni coercitive che trasformano il “Nobile scopo” di cui parlava Adriano Olivetti in vere e proprie azioni ai danni di creature indifese. Stiamo parlando di quelle insegnanti che dovrebbero rappresentare un solido pilastro per i numerosi piccoli alunni pronti ad affrontare il mondo degli adulti, ma che invece si rivelano violente. Un caso che esaminiamo è quello di Bologna, dove il Giudice ha condannato due maestre di una scuola materna comunale per abuso dei mezzi di correzione o disciplina. I fatti risalgono all’anno 2010, quando i genitori di 3 bambini di soli quattro anni denunciarono delle violenze che successivamente vennero documentate dalle videoriprese. La Dott.ssa Rossana Putignano – Psicologa Clinica- Psicoterapeuta Psicoanalitica- Responsabile della Divisione Sud e della Divisione di Psicodiagnosi Neuropsicologia e Forense del Crime Analysts Team dice che “Negli ultimi anni abbiamo assistito alle peggiori scene di violenza sia sui minori in età pre-scolare,sia sui disabili. Non possono essere giustificate,in alcun modo,queste violenze gratuite sui piccini,costretti a vivere passivamente la rabbia e l'ostilità di chi avrebbe bisogno di un percorso,non dico psichiatrico, ma quantomeno psicoterapeutico”. Un altro episodio di violenza è avvenuto a Benevento, dove un’insegnante di una scuola primaria maltrattava i suoi piccoli alunni con coercizione fisica e psicologica, è stata scoperta e sospesa per un anno dal servizio. La Dott.ssa Putignano aggiunge inoltre che “Il problema,purtroppo, è a monte: si pone,infatti, la questione di una maggior selezione dei dipendenti pubblici nelle scuole. Gruppi di mamme arrabbiate temono che anche i loro bambini possano soccombere a questa violenza inaudita e ingiustificata e lottano affinché venga approvata una legge per l'installazione di telecamere di videosorveglianza negli asili e nelle scuole. Purtroppo, ritengo che il problema risieda nella necessità di una maggior selezione del personale scolastico che consiste in una visita o colloquio clinico per la valutazione della capacità di caring e holding, caratteristiche che un educatore in salute dovrebbe già possedere. I nuovi insegnanti sono abbastanza formati in merito, però non è una questione di 'formazione' quanto di predisposizione e struttura di personalità adeguata. In parole povere, dovremmo chiederci ogni volta se la maestra è portata o meno a svolgere tale ruolo e se è strutturalmente forte da reggere lo stress che una classe di bambini può comportare”.
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