Editoriali
L’Italia dell’onnipresente sor Conte tra coronavirus, processo a Salvini e… nobel per la pace a Carola Rackete?
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5 anni faon
Il ‘Ce lo chiede l’Europa’ è una frase che ricordiamo bene. Quando si è trattato di stravolgere alcune delle nostre più radicate tradizioni alimentari, e quando ci sono stati imposti limiti e misure varie per qualsiasi cosa, – IMPOSTE, non PROPOSTE!!! – la chiosa era sempre quella: ‘Ce lo chiede l’Europa’. Per cui lentamente ci siamo accorti d’aver infilato la testa in un cappio ‘sovranazionale’, che ci stava strangolando e che ben presto avrebbe avuto una influenza nefasta sul nostro destino, imponendoci sacrifici economici, importazioni che avrebbero distrutto il mercato interno – in parte, a finire l’opera ci ha pensato Monti, per sua stessa ammissione, tirandoci ‘fuori dal baratro’: o spingendoci, in seguito a disposizioni europee?
Delle centinaia di suicidi di quel periodo solo pochi hanno avuto l’onore delle cronache, in virtù di ben precise disposizioni
Se in Italia fosse stato proposto un referendum, come in altre nazioni, che dall’UE sono rimaste fuori, certamente non saremmo entrati nell’Unione Europea. Specialmente se ci avessero spiegato per filo e per segno che cosa avrebbe significato per la nostra sovranità nazionale. Tutto è stato fatto alla chetichella, approfittando del fatto che le notizie diffuse dai vari Tiggì davano sempre il ritratto di un’Italia gaudente e dedita piuttosto ai week-end e ai ponti da trascorrere fuori porta, con ‘dieci milioni di veicoli’ sulle strade. Come facessero a contarli prima della partenza, è una domanda a cui forse potrà rispondere un erede di Nostradamus. Tutto è andato avanti subdolamente e silenziosamente, fino a quello che i ‘nostri’ uomini politici autori dell’operazione (legati in qualche modo a questa sovranazionalità, ma non alla nostra nazione) hanno chiamato ‘il punto di non ritorno’. Con una lira stracciata a livello di circa 2000 lire per un euro, mentre in Germania un euro fu scambiato con un marco, circa 800 lire.
Avendo sul collo, novella spada di Damocle, un organismo sovranazionale, che condiziona la vita di tutti gli Italiani, è consequenziale che qualcuno, più affezionato alla nostra Patria – termine desueto e che oggi viene tacciato di ‘fascismo’, mentre c’è gente che per la Patria c’è morta, ma che è rimasta nei libri, negletti, di storia – non sopporti che un estraneo venga a comandare in casa nostra senza chiedere permesso, specialmente se questo personaggio – o personaggi – è amico delle lobby che fanno capo all’UE.
Oggi l’Europa ci chiede di processare Salvini, riesumando anche la questione Open Arms già archiviata, tanto per dare un peso ulteriore ad una accusa assurda e strumentale
Si dice che il bugiardo deve avere buona memoria. Non vogliamo tacciare il premier Conte di mendacio, ma ognuno di noi ricorda le frasi lapidarie pronunciate dal nostro in più occasioni. Ad esempio: “Ho sempre fatto l’avvocato, da domani sarò l’avvocato del popolo”. Frase populista, a quanto pare. Ma oggi il premier Conte non ama più i populismi, e di conseguenza il popolo; e di conseguenza, la sua difesa. “La mia esperienza di governo inizia e finisce qui. Non voglio vivacchiare, o c’è una maggioranza, oppure… “Le parole esatte non sono importanti: importante è l’intenzione di ‘mollare’ ove non ci fosse più la possibilità di governare a vele spiegate, quello che si è realizzato oggi con un governo litigioso, logorroico, fanfarone, verboso, parolaio, inconcludente, e un premier presenzialista, che si presenta in TV al posto del ministro della Salute a spiegare i provvedimenti adottati per contrastare la diffusione del Coronavirus: come farebbe un presidente eletto dal popolo, in una repubblica presidenziale.
L’uomo forte al potere è Conte, nonostante lui stesso ne condanni la figura negli altri. Un’altra delle dichiarazioni del nostro, è stata: “Non faccio questo governo contro qualcuno, ma per qualcuno”, intendendo che non avrebbe sfruttato l’infelice esperienza del governo giallo-verde per puntellare il rosso-giallo. I fatti gli danno torto. Non c’è un giorno in cui non si nomini Salvini come la bestia nera della nostra Repubblica, il pericolo incombente, il neofascioleghista autoritario, il sequestratore di ‘poveri’ migranti bisognosi, l’uomo da uccidere, per qualcuno, con una “7,57 magnum già pronta” per lui.
L’opera di delegittimazione è quotidiana, e purtroppo la maggioranza dei media vi si presta disciplinatamente
Del MES, il fondo salvastati, che ci costerà qualche centinaio di miliardi, pur non potendone noi stessi usufruire per regolamento. Un fondo salvastati firmato da Conte e Gualtieri senza il consenso del nostro parlamento, dove invece avrebbero dovuto discutere la proposta. Una decisione, se ce ne fosse ancora bisogno, che si configura nella figura dell’uomo solo al comando, prono alle disposizioni dell’UE, in pratica un Macron bis. Oggi, nonostante le assicurazioni dei due ‘birichini’, l’adesione non è più negoziabile.
Ora c’è in ballo il processo a Salvini, per le questioni Diciotti e Open Arms
Riesumata anche l’eroina dei salvataggi, Carola Rackete a cui manca poco che attribuiscano il Nobel per la pace. Pur avendo essa stessa, con la sua nave, contravvenuto a precise disposizioni di legge vigenti in quel momento in modo regolare e legittimo nella nostra nazione, e messa in pericolo, con le sue manovre, una nave militare italiana. Davvero ci facciamo sputare in faccia da chiunque. Salvini sarà processato, e sappiamo già come andrà a finire. In Italia la magistratura è divisa in correnti. E non è necessario andare oltre. Tutti negheranno l’uso politico della magistratura, ma la realtà è che esiste una corrente che si rifà alla sinistra italiana. Oggi Conte è uno dei nemici più aspri di Salvini, che lui adopera come punto d’appoggio per la leva della sua politica. Criticare Salvini oggi ricorda tanto quella pubblicità che diceva ‘Ti piace vincere facile’. Tanto che perfino degli studenti come le Sardine – chi c’è dietro? Renzi? D’Alema? – si sono scatenati contro il capo della Lega, senza per questo andar più oltre; senza un’idea, un movimento, un disegno politico. Soltanto ‘contro’: assolutamente idiota. Come le loro espressioni vacue e i loro vuoti discorsi.
Siamo in un regime? Potremmo anche concludere in maniera affermativa. Di certo c’è che chiunque abbia, anche velatamente un’idea di sovranità nazionale viene tacciato d’esser poco meno d’un delinquente. Perfino Papa Bergoglio supporta, con il peso della chiesa cattolica, l’azione contro ‘I nuovi populismi’, che, secondo lui, ricordano quelli del nazifascismo. Spettro sempre valido da agitare davanti alle coscienze, specialmente se lo dice il Papa. Democrazia, dove sei? In Italia, in sessanta, più o meno, milioni di abitanti, esiste una cospicua parte di persone che vorrebbero una politica più orientata verso un sentimento di coesione nazionale, senza per questo sconfinare nel nazionalismo: il che ci farebbe chiamare nazisti anche i nostri personaggi del Risorgimento, quelli che l’Italia l’hanno fatta. Anche se per la maggior parte gli Italiani sono ancora da fare, come voleva Nino Bixio. Una quota di persone che va considerata e che non va criminalizzata e privata del proprio diritto di manifestare le proprie idee, conculcate dagli interventi anche del capo della chiesa cattolica.
Gli sbarchi sono una illegittimità. Una cosa è soccorrere in mare chi ne ha bisogno – anche se queste persone sono state messe apposta in condizioni di pericolo – e un’altra è farli sbarcare in una nazione sovrana (ah, già, non siamo più Italia, siamo una provincia d’Europa!) contro ogni legge sull’immigrazione. Stiamo attenti: se il Coronavirus dovesse esplodere in Africa, sarebbe suicida fare sbarcare ancora gli africani nei nostri porti. Nessuno li vorrebbe, delle altre nazioni europee, e in quel caso torneremmo ad essere non più parte dell’Europa, ma soltanto Italia.
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