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5 anni faon
“Quanto a Bonafede, che ci accusa di molestarlo (ma l’ex dj avrà mai letto il codice penale? Lo sa che la molestia è un reato?), noi auguriamo al Ministro buon lavoro. Gli diamo due mesi di tempo. Se le cose cambiano, bene. Altrimenti ci vediamo in Senato”. Così Matteo Renzi nell’e-news ribadendo che “sulla battaglia della giustizia giusta non molliamo perché è una questione di civiltà”.
Le ministre di Italia viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti non dovrebbero prendere parte al Consiglio dei ministri di questa sera. Lo si apprende da fonti di Iv. Bellanova è in queste ore impegnata in una visita istituzionale a Mosca ma l’assenza dal Cdm di questa sera, salvo ripensamenti dell’ultima ora, sarebbe anche un modo per ribadire la distanza sul “lodo Conte bis” che dovrebbe essere discusso in Cdm insieme alla riforma del processo penale, testo che Iv si è riservata di valutare.
IL PUNTO
Fallisce il tentativo dei renziani di sconfiggere i loro alleati di maggioranza sulla prescrizione. Non passa alla Camera il “lodo Annibali” per rinviare di un anno la riforma Bonafede: con 49 no e 40 sì M5s, Pd e Leu battono Iv e le opposizioni. Ma il dossier giustizia resta il più caldo per il governo. In Consiglio dei ministri giovedì notte è atteso il testo del “lodo Conte bis” ma fonti parlamentari di maggioranza lamentano di non averlo ancora visto: non è detto che il Cdm approvi già domani un disegno di legge, mentre prende quota una proposta di legge parlamentare.
Nel frattempo però in Senato si apre un fronte intercettazioni: Forza Italia tende una “trappola” alla maggioranza presentando in commissione un emendamento, che Iv potrebbe votare, per cancellare la riforma Bonafede. A via Arenula si tiene un vertice di maggioranza assai teso sul decreto sugli ascolti, che sarà in Aula la prossima settimana: si litiga sul testo e si prova a serrare le fila in vista della trappola di Fi. Ma Matteo Renzi sembra già spostare la sfida più in là: “Gli do due mesi per dare un segnale sulla prescrizione, poi ce la vediamo in Aula al Senato e lì – spiega ai suoi – non escludo niente, neanche la sfiducia a Bonafede”. Il premier Giuseppe Conte, che viene descritto assai irritato con i renziani, affronterà i ministri nel Cdm convocato per dare il via libera alla riforma del processo penale. Una riforma che, rimarcano 5s e Dem, mira ad abbreviare fino a un massimo di 5-6 anni i tempi dei processi. Ma i fari sono sulla prescrizione. Anche perché tra i Dem c’è chi, come Andrea Marcucci, spinge per trovare altri spazi di mediazione e “recuperare” i renziani: rinviare al secondo grado il blocco della prescrizione a Italia viva potrebbe andare bene.
“In coalizione è meglio trovare una soluzione”, apre da Iv Luigi Marattin. Ma Alfonso Bonafede chiude per ora la porta: “Non esiste alcun ‘lodo Conte ter'”, dichiara senza mezzi termini alla Camera. Sul ‘lodo Conte bis’, ovvero la modifica che fa scattare lo stop alla prescrizione dopo una condanna in primo grado e lo rende definitivo solo dopo una seconda condanna in appello, “si sta valutando il veicolo normativo migliore”, null’altro: se ne parlerà in Cdm. Tra i parlamentari di Pd e Leu si avverte nervosismo e qualche timore per come la mediazione raggiunta – che sperano ancora di migliorare in Parlamento – verrà tradotta in norma. Per sminare ancora in campo la mediazione potrebbe diventare non un disegno di legge del governo (i ministri Iv voterebbero contro o si asterrebbero in Cdm) ma una proposta di legge parlamentare. Anche se resta ancora la possibilità di presentare un emendamento alla proposta di legge del forzista Costa, che sarà votata la prossima settimana in commissione alla Camera. Si archivia intanto, dopo diversi rinvii, il “lodo Annibali” che puntava a rinviare la legge Bonafede: Iv vota con l’opposizione ma viene battuta di nove voti. Nessuna sorpresa, dice Renzi, che sa di poter incidere nei numeri a Palazzo Madama ma non a Montecitorio: “1-0 per i giustizialisti. Vediamo tra due mesi come finisce al Senato…”.
“Il 2-0 per Renzi sarà quando, votando con Salvini, farà cadere il governo? Non lo permetteremo”, ribatte il Dem Michele Bordo. La scena si sposta da subito al Senato, dove Fiammetta Modena (FI) presenta un emendamento al decreto sulle intercettazioni che introduce l’udienza di stralcio degli ascolti non rilevanti ma cancella anche la legge Bonafede. Se il presidente leghista della commissione Andrea Ostellari lo riterrà ammissibile, sarà votato, ma i voti di Iv sommati a quelli dell’opposizione sarebbero 12 contro i 12 di maggioranza e la norma non passerebbe. In Aula poi il decreto potrebbe essere blindato con la fiducia.
Il problema per la maggioranza è che sugli ascolti si sta litigando. Perché, spiega una fonte parlamentare, M5s spinge per aumentare le possibilità di pubblicazione delle intercettazioni e difendere l’uso dei trojan anche per i reati contro la Pa e anche Iv avrebbe poi presentato emendamenti sgraditi agli altri partiti. Nel vertice di maggioranza convocato a via Arenula sul tema si fa presto incandescente, anche se sul finale sembra arrivare una schiarita: è una corsa contro il tempo per non spaccarsi in commissione.
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