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Roma-Giardinetti, c’è attesa per la Commissione Mobilità di questa mattina
Tempo di lettura 6 minutiMozione ritirata e discussione sulla ferrotramvia Roma-Giardinetti sospesa fino a domani mattina
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5 anni faon
Mozione ritirata e discussione sulla ferrotramvia Roma-Giardinetti sospesa fino a questa mattina, lunedì 27 gennaio, giorno in cui la commissione mobilità, presieduta da Enrico Stefàno, tratterà la delicata questione. Venerdì pomeriggio l’accordo – a distanza – maturato durante l’Assemblea Capitolina, tra l’esponente cinque stelle e la consigliera civica Svetlana Celli (RomaTornaRoma), firmataria del documento. Una tregua più che un accordo, infatti quest’ultima chiarisce subito a chiusura del Consiglio: “Sono pronta a presentarla di nuovo, se non venissero affrontati tutti i punti che chiedevamo e che sui quali i cittadini aspettano risposte”. Chiaro il messaggio.
Nel preambolo spiega che “la mozione è stata presentata il 18 dicembre scorso e recepisce le istanze e le preoccupazioni dei cittadini, delle associazioni e dei lavoratori della linea, limitata a Centocelle dal 3 agosto 2015”. Un provvedimento contro il quale la Celli esprime un giudizio negativo, “perché tale sospensione ha annientato il commercio, la percorrenza e la vita sociale nei quartieri come Torre Maura e Giardinetti. E perché quella stessa tratta, che potrebbe sembrare un doppione della Metro C, è stata poi sostituita con servizio bus. Cioè, si tiene chiuso un sistema con un impatto ambientale minimo e contestualmente si attiva un servizio integrativo con bus a diesel, meno rapido, capiente e sostenibile rispetto al treno”. Un controsenso, considerati i divieti alla circolazione per i veicoli emanati a ripetizione negli ultimi giorni.
In Aula le associazioni RomaMobilitaRoma, TrasportiAmo e UTP-Assoutenti, capitanate da Andrea Ricci dell’Osservatorio Regionale sui Trasporti, che coordina il tavolo congiunto sulla ferrovia. Composto inoltre da Legambiente Lazio, Sferragliamenti dalla Casilina-Odissea Quotidiana e dai Comitati di Quartiere di Tor Pignattara e Torre Maura, presieduto da Alfredo Trebbi che, presente insieme ad altri attivisti, il giorno prima aveva lanciato un appello, lapidario, proprio dalle colonne de L’Osservatore: “toglieteci dall’isolamento”.
È un “argomento sentito quello della Roma-Giardinetti”, rimarca la consigliera a microfoni aperti, “conosciuto da questa maggioranza che si è adoperata, non lo metto in dubbio, per presentare il progetto di potenziamento e di prolungamento, da un lato verso Termini dall’altra verso Tor Vergata, di inserire il progetto nel PUMS e di chiedere i finanziamenti al Ministero dei Trasporti. Un lavoro lodevole, considerevole e condivisibile. Ma la maggioranza si è dimenticata del presente; si è dimenticata di affrontare il quotidiano. Ci troviamo oggi davanti a una infrastruttura diventata, purtroppo, l’ombra di se stessa – affonda -, abbandonata, soffre in maniera pesante, si trascina a stenti e va avanti solo grazie alla professionalità dei lavoratori aziendali, che dovrebbero ricevere l’encomio per quello che fanno. Ma ora i loro sforzi non bastano: il materiale rotabile è quel che è, anche tecnicamente superato, adatto a un museo ferroviario”.
“Volete parlare del potenziamento, ma allo stesso tempo questa Amministrazione deve ancora definire l’acquisizione di questa infrastruttura da parte della Regione Lazio. E si sta perdendo tempo. Ho visto, dopo la presentazione della mozione la convocazione, da parte del consigliere Stefàno, di una commissione su questo tema. Che ringrazio anche. La Regione si è resa disponibile alla cessione, lo ha dichiarato oramai in tutte le salse, sta aspettando un segnale di Roma Capitale”.
“Ma al di là del dibattito politico, che interessa a pochi, vorrei soffermarmi sul valore reale di questa linea per il Municipi V e VI, convinta che i sistemi su ferro vanno mantenuti, che la Roma-Giardinetti lavori in perfetta sintonia e armonia con la metro C. E quindi, non chiediamo con forza alcuni punti strategici: acquisire la linea dalla Regione, prevedere la riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti e prolungare, nell’attesa, l’esercizio della Giardinetti a Parco di Centocelle, in modo da creare appunto un nodo di scambio con la metropolitana, avviare gli interventi di revisione generale su cinque elettrotreni e i stituire un Osservatorio permanente presso Roma Capitale, aperto alle associazioni, comitati e ai cittadini, insieme alle Organizzazioni Sindacali per monitorare i lavori, come la Regione ha fatto con la ferrovia Roma-Viterbo, e di adoperarsi con il Ministero dei Trasporti per finanziare il progetto, così com’è stato presentato”.
“Si è costituito un tavolo per questo di lavoro tra l’Osservatorio Regionale sui Trasporti, Legambiente e le altre associazioni del settore, si sono incontrate lo scorso 14 gennaio: condivido le loro osservazioni, questa linea mantiene le sue potenzialità se resta tale, se il tracciato resta quello attuale. Il loro slogan è ‘nonunchilometrodimeno’ e hanno ragione, perché alternative a quel tracciato non ce ne sono, smantellare il presente farebbe aumentare i costi e rischia di allungare i tempi. C’è bisogno di ferrovie, tram e metropolitane. Roma ha bisogno di ferrovie, tram e metropolitane, di una rete di trasporto sostenibile e integrata alla mobilità dolce. Ricordo infine che questa mozione è necessaria anche per dare un futuro ai lavoratori”.
Dalla maggioranza è il presidente della commissione mobilità Stefàno a prendere la parola: “Chiedo alla consigliera Celli di ritirare la mozione, in caso contrario il nostro voto sarà negativo. E spiego il perché: mozioni con il medesimo contenuto, con le stesse indicazioni ne abbiamo votate in Assemblea circa una decina. Abbiamo fatto di più, parte di quanto scritto nel documento lo abbiamo scritto nel PUMS, approvata lo scorso agosto, nel frattempo c’è stata anche un’evoluzione. Il Ministero dei Trasporti sulla Roma-Giardinetti ha detto che ci piace la vostra idea, però dovete portare la vostra infrastruttura a scartamento ordinario, come gli altri tram, prescrivendo l’aggiornamento del progetto. Ne parleremo in commissione”.
La proposta viene accolta dalla Celli, dopo un breve consulto con gli esponenti delle associazioni e del Comitato di Quartiere, però a condizioni che “i temi della mozione saranno discussi in commissione”, sottolinea. “Il problema è che voi in tre anni e mezzo avete cambiato l’assessore ai trasporti, e se effettivamente l’assessore precedente Meleo avesse fatto quello che bisognava fare, cioè parlare del presente della linea, parlare almeno del vostro cavallo di battaglia, ovvero la riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti, le cose sarebbero andate diversamente. Lo ripeto siamo disposti a collaborare ai progetti futuri, ambiziosi, ma c’è da vedere il presente: la riattivazione è punto prioritario. Molte associazioni si sono unite insieme e lo stanno chiedendo alla politica, che sta governando questa città, quindi a voi, di riattivare quella tratta così com’è, perché lì il trasporto è congestionato. E se voi volete chiudere le orecchie per non ascoltare, noi non lo facciamo. Lunedì in commissione occorre trattare questi temi, Roma Capitale può scegliere”.
La discussione è aggiornata alla seduta in commissione di questa mattina (ore 11.30). Ma sono numerosi gli elementi che rafforzano i concetti espressi dalla esponente delle opposizioni e, indirettamente, delle associazioni nel documento congiunto. E per quanto riguarda il servizio attuale.
Riattivazione Centocelle-Giardinetti. C’è l’ordine del giorno 7 del 26 luglio 2016, presentato dal Pd capitolino e votato all’unanimità dall’Assemblea Capitolina, maggioranza compresa. Che impegna l’Amministrazione ad “attivare tutte le iniziative volte a ripristinare l’attuale tratto temporaneamente sospeso da Centocelle a Giardinetti e rendere nuovamente usufruibile dai cittadini la linea tranviaria da Roma Laziali a Giardinetti”. Ancora prima, c’è un analogo Ordine del Giorno (n. 290) presentato dai cinquestelle, allora opposizione, licenziato a maggioranza nella seduta del 16 aprile 2015. E c’è, infine, la relazione della divisione ingegneria di Atac SpA del 2016 aggiornata nel 2017, che individua i provvedimenti propedeutici necessari alla riapertura: “rinnovi di TE ormai obsoleta e verifiche sull’armamento”. Spontanea la domanda: cos’è che ha impedito all’Amministrazione di dare seguito alla riapertura?
Nodo di scambio con Metro C. Anche per tale istanza sono stati predisposti progetti, sempre in questi tre anni e mezzo. Il nodo di scambio era stato individuato a Parco di Centocelle e la sua realizzazioni sarebbe dovuta avvenire, secondo i rumors, in breve tempo. Invece, tra rimpalli, scuse e altro ancora, sconosciuto ai più, la cosa è rimasta ferma, penalizzando l’utenza. Come mai?
Rifacimento treni. Altro argomento trattato dalla Celli, e come gli altri rimasto lettera morta. Nel 2015 Atac aggiudica la gara del 2012 (n. 82/2012) per “gli interventi di revisione generale” di 5 elettrotreni a tre casse serie ET81, contraddistinti dai numeri aziendali ET 820, 822, 823, 824 e 824. “L’importo presunto dell’appalto è pari ad euro 2.498.398,00″ e “i lavori sono finanziati – recitava l’avviso a firma di Middei – con Fondi Regionali, residui anni 2001-2003 e 2004-2007 di cui alla Legge 297/78 e del triennio 2007-2009” sempre della medesima. La gara se l’è aggiudicata, in forma temporanea il 9 maggio 2013 e in via definitiva l’11 marzo 2015 (provvedimento n. 13), la FD Costruzioni srl (capogruppo) e la Idroelettrica SpA (mandante), per un valore complessivo di euro 1.481.415,00 (ribasso del 17%). A che punto si trova la gara? E perché l’ETR 821, convoglio della stessa serie ma rifatto anni prima con altri investimenti, è ancora fuori servizio?
Che quei convogli sono in attesa di revisione, nonostante gli anni e i chilometri effettuati, si evince dalla stessa relazione di ingegneria. In quelle pagine, infatti, si evidenzia un “forte decremento a partire dal mese di settembre 2016” con una perdita di produzione media del 35%. “La tendenza del livello di servizio erogato è destinata a peggiorare per causa delle condizioni del materiale rotabile in quanto le unità con percorrenza inferiore al milione di chilometri sono solamente 8 di cui solo 3 di età inferiore ai 20 anni e le rimanenti 5 hanno età media di 84 anni. Se ne deduce che l’argomento materiale rotabile non è più differibile ed inoltre è strettamente legato all’erogazione dell’attuale servizio di trasporto”.
A conti fatti si profila una commissioni intensa, date le argomentazioni da trattare, tanto sul presente quanto sul futuro della linea. Con le associazioni, riunite nel tavolo coordinato dall’Osservatorio, che faranno sicuramente sentire il proprio disappunto sulla scelta del Ministero di condizionare il finanziamento del progetto a patto della modifica dello scartamento.
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