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Cronaca

Cosenza, timbravano il cartellino e andavano a giocare alle slot: 18 medici indagati

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Tempo di lettura 3 minuti“Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero” disse il filosofo greco Aristotele, peccato che le sue sagge parole sono state notevolmente travisate

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di Angelo Barraco
 
 
COSENZA – “Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero”  disse il filosofo greco Aristotele, peccato che le sue sagge parole sono state notevolmente travisate da  ben 18 medici e dipendenti dei pubblici uffici di Rogliano dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza che ogni giorni strisciavano il loro cartellino o incaricavano qualcuno nel farlo per tutti e poi si recavano ad accompagnare i propri figli a scuola o tornavano a casa o alcuni si recavano addirittura presso il proprio studio privato nell’ora di servizio. Secondo quanto documentato dai Carabinieri della Compagnia di Rogliani, molti di loro non adempivano al loro quotidiano dovere e diversi medici e dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale sono stati avvistati lungo le vie della città mentre facevano la spesa al supermercato o spendevano il loro tempo e i loro soldi nelle slot machine.
 
L’Indagine in merito all’operazione anti-assenteismo dei carabinieri è scattata a seguito di una segnalazione in cui veniva evidenziato il comportamento disinvolto di alcuni dipendenti dell’Asp. Gli inquirenti hanno raccolto 6.000 ore di filmati che documentano quanto precedentemente spiegato e inoltre sono stati effettuati 200 servizi di monitoraggio e osservazione che hanno permesso di accertare gli episodi di assenteismo. Una vicenda che riporta alla mente quanto accaduto a Caserta lo scorso giugno, quando nove dipendenti dell’Asl sono stati arrestati e sottoposti ai domiciliari poiché non adempivano ai loro doveri, preferendo beggiare il cartellino o incaricavano qualcuno che timbrava si occupava di timbrare i cartellini dei colleghi. In questo caso gli accertamenti hanno appurato che i dipendenti lasciavano il posto di lavoro dopo aver registrato la loro presenza con il badge, causando un danno enorme all’Amministrazione. In merito alla vicenda di Cosenza Il gip del Tribunale, su richiesta del sostituto procuratore di Cosenza, ha emesso provvedimenti a seguito di tali comportamenti: quattro di loro sono stati sospesi e quattordici hanno l’obbligo di presentazione.
 
Il lavoro è indispensabile per la sopravvivenza  in una società di diritto poichè rappresenta il motore unico che spinge la grande macchina sociale in cui si articolano tutti i meccanismi costituzionali e produttivi, il rispetto delle leggi nell’esercizio di un’attività lavorativa rappresenta la volontà di far progredire lo Stato di diritto in cui si vive. Quando invece subentra la nolontà nei confronti dello Stato di diritto e delle leggi applicate si arreca un danno a chi costantemente combatte per conformare un equilibrio e una stabilità all’interno di una società che costantemente combatte contro l’illegalità e l’ingiustizia. La società in cui viviamo è colma di volenterosi giovani e non che vorrebbero costruirsi, nei principi della legalità, un futuro, e che vorrebbero diventare imprenditori all’interno di uno Stato che troppo spesso alza i muri con  tassazioni elevate che impedisco spesso lo sviluppo e la crescita e li spinge ad emigrare altrove. La lotta all’assenteismo dovrebbe essere un monito per valorizzare ulteriormente l’imprenditoria giovanile, che oggi dovrebbe rappresentare una risorsa per la società dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione ma tutto ciò viene oscurato da soggetti che non rispettano le leggi imposte dallo Stato di diritto in cui viviamo e l’illusione del cambiamento si trasforma in un biglietto aereo di sola andato.
 
Abbiamo chiesto un parere in merito all’imprenditoria giovanile alla Dott.ssa Rossana Putignano, psicologa Clinica – Psicoterapeuta Psicoanalitica -Responsabile della Divisione Sud e della Divisione di Diagnosi Psicodiagnostica e Neuropsicologia Forense del CRIME ANALYSTS TEAM che riceve su appuntamento a Bari e ad Acquaviva delle Fonti: “L' imprenditoria giovanile, nonostante le sovvenzioni da parte dello stato e il regime dei minimi per i primi 5 anni di attività, è in grave crisi, soprattutto nei piccoli paesini dove la moneta circola poco a favore dei grandi centri commerciali. Sono diverse le attività, da quanto ho potuto osservare nel mio piccolo paese nell'entroterra barese, che chiudono con la stessa rapidità con cui nascono. I giovani sono scoraggiati, aspettano, sperano, arrancano finché non arriva il giorno decisivo in cui, con amarezza, devono chiudere la propria partita iva. Questa decisione non facile e porta con se una sensazione di impotenza e di fallimento nel giovane che deve fare i conti con la propria autostima e la capacità di ri-mettersi in gioco ogni volta. Da libera professionista sento di spronare i giovani imprenditori a non mollare e di re- inventarsi continuamente con eventi culturali e di interesse per la popolazione, ma soprattutto di ben qualificarsi attraverso il giusto onorario, di sentirsi adeguati e titolati per il lavoro che di sta svolgendo e di chiedere la giusta ricompensa per gli studi e gli sforzi fatti. Questo perché la stima e la valutazione del pubblico pagante passa dalla nostra stessa autostima, quindi parola d' ordine è MAI DEPREZZARSI! La creatività è alla base del proprio lavoro di imprenditoria e deve passare necessariamente dal mezzo visivo poiché siamo in una società narcisistica in cui il bello si deve vedere, la qualità si deve notare, l'entusiasmo si deve mostrare. Da psicologa mi rendo disponibile per qualsiasi consulenza con i giovani imprenditori amareggiati che necessitano della giusta spinta propulsiva a ripartire. Occorre cadere e rialzarsi sempre, non solo una volta ma tante volte e, soprattutto, bisogna  accettare la fase 'down' di non introiti per aspettare il momento giusto per ricominciare.”

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