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Cronaca

Firenze, laboratorio di grafologia peritale: al via febbraio il corso con i massimi esperti

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Tempo di lettura 2 minuti L'esperta Cordella: "Nasce l'idea di proporre un vero e proprio laboratorio. Un contenitore che permetta una reale interazione tra studenti e docenti"

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di Angelo Barraco

FIRENZE – La Grafologia studia la scrittura come elemento essenziale per conoscere e tracciare il profilo di un soggetto. Varcata la soglia in cui la scrittura è da collocarsi nel periodo dell’apprendimento scolastico, essa diventa indelebilmente un segno unico di ogni essere umano poiché rappresenta la trasposizione di emozioni e sentimenti che trovano riscontro oggettivo in quelle che possono essere le parole e le linee tracciate su un foglio e che il grafologo può interpretare per descrivere la personalità di un singolo soggetto. Una metodologia estremamente valida e riconosciuta che oggi viene usata per indagini giudiziarie ai fini della risoluzione dei casi.
 
La Grafologia è una materia che –seppur affascinante- risulta complessa e determinante proprio per la sua importanza nelle sedi giudiziarie, ma oggi è possibile apprendere e conoscere questa materia grazie al Laboratorio di Grafologia Peritale di Firenze, nato in collaborazione con l’Istituto Toscano di Scienze Grafologiche (ITSG). Cinque incontri in cui i massimi esperti affronteranno tutti gli argomenti di natura peritale in ambito grafologico, con un taglio assolutamente pratico. Il primo incontro avverrà sabato 4 febbraio dalle ore 9.30 alle ore 13.30 e affrontato dagli esperti sarà “La relazione peritale. Firme autografe, imitate, dissimulate. Esercitazioni”. Il secondo incontro si svolgerà sabato 18 febbraio dalle ore 9.30 alle ore 13.30 e si parlerà di “Lettere anonime: Approccio grafologico. Tecniche di refertazione e indagine sul foglio”. Il terzo incontro sarà Sabato 4 Marzo dalle 9.30 alle 13.30 e si parlerà di “Il testamento: aspetti grafici ed extra grafici. Esercitazioni”. Sabato 18 Marzo dalle ore 9.30 alle ore 13.30 ci sarà il quarto incontro e il tema principale sarà “La fotografia forense: teoria ed esercitazioni pratiche”. L’ultimo incontro invece è fissato per Sabato 1 aprile dalle 9.30 alle 13.30 e il tema affrontato sarà “Il falso documento e la strumentazione peritale”.  Il corso si svolgerà presso l’Hotel d'Italia, via Nazionale 14. appena fuori dalla stazione di Santa Maria Novella. La partecipazione all’intero corso ha un costo di 200 euro, per ogni singolo modulo invece il costo è di 50 euro.  A fine corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
 
Ci spiega l’iniziativa la Dott.ssa Sara Cordella, Grafologo Forense, fautrice dell’iniziativa che nei cinque giorni del corso terrà delle importanti lezioni: “L'idea nasce da una riflessione, lavorando da molti anni nel campo. Ci sono necessità pratiche alle quali le scuole spesso non pensano e delle quali si comprende l'utilità lavorando. Come ci si comporta se arriva un'anonima? Che passaggi corretti devo fare analizzando un testamento? Come si fotografa un documento?  Nasce così l'idea di proporre un vero e proprio laboratorio. Un contenitore che permetta una reale interazione tra studenti e docenti e che insegni l'utilizzo degli strumenti in ambito peritale, affiancati da professionisti esperti in vari campi. Si vuole trasmettere un metodo che nasce nell'ambito strettamente grafologico ma insegna uno stile che può essere applicato da chiunque operi nell'ambito peritale” – continua la Dott.ssa Cordella- “Il corso è promosso in collaborazione con l'Istituto toscano di scienze grafologiche e con il patrocinio del sindacato interregionale della polizia locale ed è aperto a grafologi, forze dell'ordine, avvocati, criminologi ma anche semplici appassionati”. 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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