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Editoriali

LA VERGOGNA DELLE DUE ITALIE

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LA VERGOGNA IGNORATA DELLE DUE ITALIE

VERGOGNA: UN SENTIMENTO NEGATO DALL’OLIGARCHIA AL POTERE

DI ROBERTO RAGONE

 

Il capo del governo «ha un po' esagerato con la mole di lavoro», viene riferito da fonti di governo: «Dall’inizio dell'incarico a Palazzo Chigi, lavora dal mattino presto fino a notte fonda. Dovrebbe riposare di più, ma ha già detto di voler tornare lunedì».

Questo lo scarno comunicato a chiusura della notizia del ricovero di Paolo Gentiloni al rientro da Parigi, dopo un incontro con Hollande. “Un lieve malore”, all’inizio, ciò che fa pensare ad un bicchierino di cognac con un po’ di zucchero, insomma, un lieve calo di pressione. Poi la notizia dell’intervento di angioplastica, che proprio lieve malore non è, anzi. Nello stesso telegiornale, subito dopo, le immagini di gente comune ricoverata in Pronto Soccorso senza letti, barelle, sedie a rotelle: non rimaneva che il pavimento. Scene da quarto mondo. Mentre Gentiloni elogiava i ‘bravissimi medici’ che avevano salvato la patria da un pericolosissimo vuoto di potere, nel caso di una cattiva evoluzione del suo ‘lieve malore’. Ancora notizie gravi: una piccola bambina dimessa dal PS e successivamente morta per un evidente errore di diagnosi da parte dei responsabili. Per questa vicenda sono indagate quattro persone, compreso il pediatra che, unico ragionevole, aveva consigliato il ricovero. Ancora, in contrasto, un servizio sulla ‘cineterapia’ sperimentale al Gemelli, polo d’eccellenza per gli eccellenti a Roma – Gentiloni, il papa eccetera, invece, diciamo noi, di impiegare quel denaro per potenziare l’assistenza dove ce n’è bisogno. In sordina è passato invece l’intervento alla tiroide di Laura Boldrini, sotto Natale. Anche a chi non è medico appariva chiaro che la signora avesse un’affezione del genere, non soltanto per una evidente malformazione della parte del collo delegata a quella importantissima ghiandola, ma anche per un comportamento, testimoniato dalle sue reazioni in aula e anche nei suoi interventi in TV, a volte incomprensibile, ai limiti dell’equilibrio. I politici hanno, fra gli altri ‘bonus’, l’assistenza sanitaria gratuita senza limiti, a differenza di noi comuni mortali, condannati ad estenuanti attese dal medico di base soltanto per mendicare ricette indispensabili alla nostra salute – non più di due scatole per volta, per carità – e quando il farmaco è contingentato nelle confezioni, ridotto a pochi pezzi, le attese si moltiplicano nel tempo. Con lo spettro del ticket da pagare quando il nostro reddito risulti troppo alto… Così, mentre da una parte De Luca minacciava licenziamenti e sospensioni, la Lorenzin elogiava i medici eroi che avevano comunque, con turni di ventiquattr’ore, ricoverato chi aveva bisogno di assistenza. Naturalmente Lorenzin ha inviato qualcuno, non più gli ‘ispettori’, ma i Carabinieri del NAS: un cambiamento s’imponeva. Nessuno ha però messo il dito sulla vera piaga della nostra sanità, o presunta tale: cioè la chiusura dei piccoli presidi ritenuti antieconomici, per cui gli affollamenti nei PS e le attese per una visita specialistica si sono allungate come le braccia di Tiramolla, figlio della gomma e della colla, fumetto degli anni cinquanta, per chi se lo ricorda. Rientrate le minacce di De Luca, vorremmo ricordare al governatore della Campania che la sanità dipende da lui, e quindi se ci sono questi casi, l’unico responsabile è lui, che dovrebbe, a questo punto, autolicenziarsi. Il grottesco non ha limiti: nello stesso tiggì l’intervento a Gentiloni, subito seguito da scene dantesche di chi non ha mezzi per difendersi da una pessima politica, ed è costretto comunque ad accettare di essere ‘ricoverato’ sul gelido pavimento di un PS qualsiasi, ringraziando perché non è stato rifiutato. I politici, con la loro sanità esclusiva, costano a noi contribuenti 5.000 (CINQUEMILA) euro l’anno ciascuno. Senza che vi contribuiscano minimamente. Due pesi e due misure? No, decisamente due Italie. Siamo in democrazia mascherata, in realtà questo è un regime che è gestito da una oligarchia di potenti che fanno ciò che a loro pare gradito, ancorchè giusto. Ottanta euro da centellinare fra i poveracci – “che sono tanti soldi per chi non ne ha”,  Renzi dixit – da una parte. Dall’altra spese senza limiti, quando si tratta di ‘loro’. Sulle fatiche di Gentiloni, poi, come diffuso da un comunicato vicino alla presidenza del consiglio, abbiamo i nostri dubbi. Fra auto di servizio, alberghi di  lusso, aerei privati, portaborse, segretari e sottosegretari, la cosiddetta ‘fatica’ non fa capolino neanche per un centesimo di quella che, ad esempio, gli stessi medici-eroi del pronto soccorso campano, e di tutti i pronto soccorso della nostra nazione si sobbarcano ogni giorno, e ogni notte. Ma la vergogna, da questa parte politica, è stata abolita: come la preoccupazione reale per la nostra salute.

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