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“Va bonificata la riforma della Bonifica siciliana”: ad affermarlo con un gioco di parole è
Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), forte degli ottimi risultati gestionali e di efficienza, che
autogoverno e sussidiarietà garantiscono agli enti consortili in tutta Italia, come dimostrato anche in questi giorni di emergenza idrogeologica.
“E’ la cronaca di una riforma sbagliata – prosegue il
DG di ANBI – perché quanto perseguito dalla Regione Sicilia con il disegno di legge,
che prevede la creazione di un consorzio unico, significa di fatto la nascita di un’ulteriore agenzia regionale, negando principi fondamentali come quello della partecipazione in difformità con quanto previsto dall’Intesa Stato-Regioni del 2008.
Non solo – insiste Gargano – il progetto di riforma nulla dice sui debiti accumulati dagli enti consortili nel corso di pluriennali commissariamenti, né sulle prospettive di sostenibilità gestionale, anzi gravandola di ulteriori funzioni, attualmente
attribuite ad altri enti ed i cui oneri non potrebbero certo essere a carico dei consorziati e delle imprese agricole. A fronte di tali considerazioni -conclude
Gargano – proponiamo di ripartire dai contenuti dell’Intesa Stato-Regioni del 2008, recependo il profondo disagio che tutti i protagonisti della filiera, dalla Rappresentanza dei cittadini a quella delle Imprese e dei Lavoratori, hanno con forza manifestato
al Presidente della Giunta Regionale Siciliana.
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