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Editoriali

Governo: È Gentiloni l'erede di Renzi

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Tempo di lettura 3 minuti Quello dell'ormai ex ministro degli Esteri, non è difficile prevederlo, non sarà un governo ‘di scopo’

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di Roberto Ragone
 
Riesce difficile pensare che il nuovo presidente del consiglio designato Paolo Gentiloni, già ministro degli Esteri, sia stato incaricato di fatto da Matteo Renzi, ma è quello che salta agli occhi dopo i colloqui privati con il premier dimissionario, durante i quali don Matteo deve avergli raccomandato di avere un occhio di riguardo per la Boschi e Lotti. Naturalmente dopo avere passato il vaglio di Giorgio Napolitano, la cui ‘ombra lunga’, come avevamo già scritto, s’allunga ancor di più sul quarto governo non eletto dai cittadini: il che fa certamente gridare allo scandalo e al fallimento della democrazia, non quella che il PD si autoattribuisce nel proprio acronimo, ma quella vera, orientata e risultante da libere e democratiche elezioni. Se qualcuno l’avesse dimenticato, ‘democrazia’ nella sua accezione originale, vuol dire ‘governo del popolo’; e invece sembra proprio che con tutte queste manfrine politichesi il popolo sia accuratamente tenuto fuori da ogni decisione. Insomma, che tutto cambi il meno possibile, purchè tutto resti come prima, con un Paolo Gentiloni ‘buono per tutte le stagioni’, come alcune marche di pneumatici. Il quale Gentiloni, prima d’essere indicato da Renzi a Mattarella, ha dovuto incassare il gradimento di Napolitano.
 
Che il M5S se ne faccia una ragione: con Napolitano in vita – e gli auguriamo di campare altri cent’anni –  loro non saranno mai al governo. Tacciati di populismo, come se fosse una nuova forma di lebbra contagiosa, paragonati alla forma più bieca di totalitarismo, che va da Mussolini a Marx; accusati di ‘poca democrazia’ al loro interno per aver preteso che si rispettassero le regole sottoscritte all’ingresso nel Movimento; accusati come malfattori d’aver fatto – e altri ne fanno di peggio – ciò che tutte le sezioni di partito fanno, in merito a firme clonate perché riportate da altre liste, mentre più grave è inventarsi le tessere di partito in vista di congressi, e mentre nessun giornale parla degli inciuci del Molise e dei suoi reggitori accusati dello stesso abominio, solo che le firme in questo caso erano totalmente inventate, secondo la magistratura: l’unica voce con una base elettorale cospicua che darebbe credito al voto popolare è stata trascurata, nonostante la ragionevolezza delle proposte, corroborate anche da tutte le opposizioni; mentre nessuno parla del denaro a cui hanno rinunciato, mettendo in evidenza solo quello che incassano; e nessuno parla degli aiuti concreti alle PMI, già andati a buon fine.
 
Già, le opposizioni: create dal sistema democratico come un contrappeso a chi è al governo, in Italia sono totalmente ignorate, se non peggio. Andare al voto subito, dopo avere corretto la legge elettorale, cosa che avrebbe potuto fare il governo Renzi, dimissionario ma ancora in carica, dopo avere incassato il parere della Consulta, sarebbe stata, in uno Stato in buona fede, la soluzione più onesta. Imporre il quarto governo non eletto, sostituendo Renzi con Gentiloni, –  il che in pratica serve a salvaguardare tutte le posizioni acquisite, – non è una soluzione che possa far bene ai cittadini. Anche perché il 24 gennaio, con il parere della Corte Costituzionale, il ‘nuovo’ governo – una volta si rivoltavano i cappotti, oggi i governi – sarà perfettamente in carica. E scusate se questa fretta è sospetta. Aspettare il parere consultivo su Italicum e  Consultellum con Renzi dimissionario ma ancora in grado di funzionare, sarebbe stato il segno della buona fede di chi questo paese comanda e vuole continuare a comandare, invece no. Così continuerà quella politica che l’esito del referendum ha sonoramente bocciato, e ‘Er popolo se gratta’, per dirla con Trilussa. Cioè, noi non esistiamo proprio per ‘loro’, la casta, quella che persegue sempre e soltanto i propri interessi.
 
Quello dell'ormai ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, non è difficile prevederlo, non sarà un governo ‘di scopo’, buono solo ad approvare la nuova legge elettorale. Quello di Gentiloni – che siederà sulla sedia ancora calda di Renzi – è un governo che porterà l’Italia alla fine della legislatura del 2018, per consentire che tutti i programmi di Napolitano si possano concludere felicemente, alla faccia di ciò che vogliono gli Italiani. I quali, non potendo votare ormai da troppo tempo, si sono espressi plebiscitariamente nell’ultima possibilità che è stata loro concessa. Intanto nel 2018 potrebbero maturare quelle ‘larghe intese’ tanto agognate da un Berlusconi minoritario, l’unica manovra per tenere i Grillini fuori dal governo, e per tenere ancora un piedino nella stanza del bottoni. Mescolando quello che una volta era il diavolo con quella che una volta era l’acqua santa, a dispetto degli elettori di Forza Italia: tanto ormai PD e FI coincidono, avendo occupato entrambi il centro dello schieramento politico, nell'intento di catturare il maggior numero di consensi elettorali moderati: il resto rimane obsoleta ideologia. Saranno contenti i quasi 600 parlamentari che guardavano con timore a nuove elezioni, cosa che avrebbe causato una interruzione della legislatura con perdita conseguente di vitalizio. Non abbiamo dubbi che Paolo Gentiloni scioglierà molto presto le sue riserve di prassi, con tutta probabilità già lunedì. Re Giorgio sì è espresso, anche se soltanto nelle segrete stanze, ma la sua longa manus è palesemente evidente. Né ci aspettavamo che rimanesse a guardare. 

Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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