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A SORPRESA ANCHE I TEDESCHI SONO STUFI DELL’UNIONE EUROPEA
DI ROBERTO RAGONE
Siamo alla resa dei conti? Dopo la Brexit, e dopo l’uscita in sordina dell’Islanda dalla trappola europeista, pare che anche i cittadini tedeschi siano stufi delle regole imposte da Bruxelles. Un sondaggio effettuato dall’istituto di ricerca politica ‘Tns Infratest’ per conto della fondazione Koerber di Amburgo ha rivelato che l’idiosincrasia alle regole e alle direttive della UE non è solo degli Inglesi. La Brexit ha tracciato un solco nel quale ora s’incamminano un po’ tutti. Il sondaggio ha rivelato che i due terzi dei cittadini tedeschi si dichiarano insoddisfatti dell’UE, e il 42% vorrebbe un refe5rendum per decidere della permanenza della Germania nell’Unione. Il 62% ritiene che l’UE stia sbagliando percorso, e il 73% pensa che la Germania sia stata lasciata sola dai paesi partner nella crisi dei profughi. Il 67% considera la Brexit un indebolimento dell’Unione, il 59% pensa che la Germania dovrebbe rinforzare la sua leadership, e il 25% saluta con favore l’apparire di partiti euroscettici. Naturalmente questo è un allarme rosso sotto eleszioni per Angela Merkel, proiettata ad un ennesimo mandato elettorale,l il quarto. Bisognerà valutare l’impatto di questi dati sulla consultazione della primavera del 2017. La Merkel rischia, in caso di vittoria, di ritrovarsi l’unica sopravvissuta in un contesto internazionale che va rapidamente evolvendosi, incalzato dalla recente vittoria di Donald Trump. Tutta l’Europa, insomma, divampa di sentimenti anti-Bruxelles, e anche la Germania ne è contagiata. Certamente le prossime elezioni per la Merkel non saranno una formalità. Ormai il re è nudo, e la strada è tracciata. I popoli hanno i loro diritti, e cercare di conculcarli a favore di lobby internazionali non può che portare alla catastrofe per chi ci prova. Uscire dall’Europa, magari con le ossa rotte, ma evitando di doversele rompere in seguito e senza possibilità di riscatto, è l’unica strada percorribile. Come l’unico ostacolo per l’Italia a seguire questa via, è la pretesa ‘riforma’ costituzionale, che, se approvata, ci legherebbe mani e piedi. Gli interessi in ballo sono enormi, ma di certo non sono i nostri.
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