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Infinite Warfare, Call of Duty diventa spaziale

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Tempo di lettura 6 minutiNuova location, modalità zombie e multiplayer futuristico per il blockbuster di Activision

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di Francesco Pellegrino Lise


Infinite Warfare è il nuovo capitolo della pluripremiata serie di videogames Call of Duty. Il gioco è disponibile, sia in versione singola che in quella accoppiata all’edizione rimasterizzata di Modern Warfare, su Pc, Xbox One e PlayStation 4. Nonostante il titolo sia stato poco apprezzato dai fan in fase di sviluppo a causa dell’ambientazione futuristica, questo ultimo capitolo della saga si differenzia leggermente dai precedenti capitoli grazie ad alcuni ingegnosi espedienti. Infinite Warfare può essere suddiviso in tre diversi tronconi: la campagna, il multiplayer e la modalità zombie. Parlando della modalità campagna, il giocatore vestirà i panni del capitano Reyes a capo della Retribution, una delle ultime navi da guerra della flotta terrestre. Il giocatore verrà catapultato in un conflitto contro Il Fronte, una fazione separatista con base su Marte e guidata dall'ammiraglio Kotch, interpretato da Kit Harington, il John Snow de “Il Trono di Spade”, che ha l'obiettivo di sottomettere la Terra conquistando le varie colonie del pianeta. In questo scenario, si verrà catapultati in una campagna mai vista prima nel franchise Call of Duty, dove a classiche sessioni di scontri sul campo di battaglia, si alternano scontri spaziali a bordo del Jackal, un jet da combattimento spaziale totalmente personalizzabile e combattimenti a gravità zero. In tutto questo, in qualità di capitano della Retribution, il protagonista dovrà anche scegliere le destinazioni della nave, avendo in questo modo la possibilità di svolgere una decina di missioni secondarie a scelta tra i Jackal Strike, che si basano interamente sui combattimenti a bordo della navetta spaziale, e gli Ship Assault, nella quale ai combattimenti aerei si aggiunge una sessione di combattimento a piedi. Svolgendo le missioni secondarie si sbloccano potenziamenti per il Jackal o nuovi armamenti da poter utilizzare nel corso delle missioni. In tutte le missioni inoltre sarà possibile dare la caccia ad alcuni componenti chiave dell'armata di Kotch che sono indicati nel tabellone dei "bersagli speciali" nella cabina del capitano. Quest'ultima è un luogo di riposo all'interno della Retribution, dove tra una missione e l'altra consentirà di accedere al terminale del capitano dove sono contenuti vari audiolog, informazioni sul personale, rapporti delle missioni e molto altro ancora.

 

 

La qualità della storia e la narrazione si spingono verso una direzione abbastanza classica, nella quale sebbene sia stata dedicata una fortissima attenzione al protagonista e alla sua evoluzione nel corso degli eventi del gioco risulta mantenere la semplicità emblematica che caratterizza da anni la saga. Sebbene si dia modo di riflettere sul capitano Reyes, il peso delle scelte difficili e il valore del sacrificio, anche questa volta, la storia rimane abbastanza lineare e poco approfondita, con ottimi personaggi, come l'antagonista Kotch, a cui purtroppo, però, si dedica davvero poco spazio e peso in termini di trama. Nel corso delle battaglie sono stati introdotti anche alcuni nemici più difficili da abbattere come i possenti mech o alcuni robot impossibili da eliminare con un attacco frontale, da questi piccoli ma significativi dettagli spicca la voglia di cambiamento del team di sviluppo. Il sistema di combattimento è rimasto più o meno invariato dal solido risultato raggiunto con Black Ops 3, quindi a furia di camminate sui muri e salti amplificati, le interazioni con l'ambiente circostante saranno comunque fondamentali e non si limiteranno al classico barile esplosivo da colpire. La vera novità della campagna di questo Call of Duty è però la modalità "Specialist", che si sblocca una volta finito il gioco. Selezionata questa difficoltà, il gioco cambia completamente le sue regole: l'elmetto dà accesso a l'interfaccia di sistema, nell'interfaccia viene aggiunto un indicatore salute con una "radiografia" del nostro corpo, le armi vanno sempre ricaricate manualmente, l'inventario è molto limitato e, cosa più importante, la salute non si rigenera ma bisognerà curarsi tramite degli iniettori. In questo scenario quindi lo stile di gioco varia totalmente: da frenetiche sessioni di sparatoria si alternano ora azioni premeditate finalizzate a non farsi colpire. Troppi colpi sul casco possono distruggerlo facendo perdere l'interfaccia di gioco, un proiettile che colpisce il braccio renderà quasi impossibile prendere la mira, un infortunio sulla gamba invece farà zoppicare e ancora, se un proiettile colpisce il fucile che si imbraccia, bisognerà riprenderlo al volo o si rimarrà disarmati. Ultima ma non per questo meno importante novità è la simpatica difficoltà YOLO (You Only Live Once), una sfida lanciata da Infinity Ward che consiste nel completare il gioco a difficoltà Specialist avendo a disposizione una singola vita.

 

Per quanto riguarda la modalità zombie, Infinity Ward ha deciso di sposare uno scenario in stile b-movie anni 80. Il giocatore viene così gettato in un universo fatto di neon, icone anni '80 e tarocchi. Protagonisti di quest’avventura sono il nerd, il rapper, l'universitario sportivo e anche un po' bullo e l'immancabile bella ragazza, tutti invischiati in un'invasione di folli mangia-cervelli che ha colpito uno scalcinato parco divertimenti. Zombies in Spaceland è un gentile omaggio alla cultura pop, con chiari riferimenti alle pellicole e ai film culto di quegli anni. Gli zombie si travestono da alieni, da clown esplosivi e persino da mostri improbabili. I quattro eroi, intrappolati nel parco dal perfido Willard Wyler, dovranno trovare il modo di scappare, sfruttando come al solito marchingegni e trappole disseminate per l'area di gioco. A disposizione dei protagonisti ci sono razzi che friggono i nemici, luci da discoteca che accecano i non morti, ma anche montagne russe grazie alle quali sbloccare preziosi bonus e armi extra. Le meccaniche di gameplay restano allineate con le precedenti esperienze della modalità Zombie, con la necessità di raccogliere soldi uccidendo nemici e poi spenderli per potenziare le armi o aprire nuove aree di gioco. La mappa in cui gli eroi si muoveranno è di notevoli dimensioni e dotata di una buona varietà. Ad aggiungersi alle meccaniche di base intervengono alcuni speciali ticket da raccogliere per il livello e da utilizzare per ottenere bonus unici, ma anche un nuovo sistema di carte che sostituisce completamente le vecchie gomme da masticare. I tarocchi funzionano sostanzialmente come banali scorestreak, e offrono un ventaglio di opzioni considerevole, in grado di potenziare il proprio alter ego virtuale. Nonostante la base di questa tipologia di gioco resti quella già vista in passato, alle piccole novità sopra elencate si aggiunge inoltre un’ottima notizia che riguarda il livello delle armi. Quest’anno infatti il livello di ogni singola arma viene condiviso tra multiplayer cooperativo e competitivo agevolando non di poco l’esperienza sul campo di battaglia. Parlando del multiplayer, da sempre cuore pulsante della produzione, questo offre purtroppo poche novità effettive, restando saldamente radicato a quanto visto specialmente nell’edizione scorsa del gioco. Purtroppo in Infinite Warfare non esistono modalità di gioco esclusive e quelle proposte ai giocatori sono le solite di sempre. Come con gli specialisti di Black Ops 3, anche quest’anno poi si ha a che fare con alcune classi dedicate ai vari combattenti, esse si chiamano Rigs e posseggono ciascuna caratteristiche basilari. La struttura a livelli, standard per la serie, viene mantenuta anche in questo capitolo; ogni arma viene sbloccata ad un certo livello e ciascuna ha degli equipaggiamenti anch’essi ottenibili una volta raggiunto un suo determinato livello. La unica grande novità che accompagna il multiplayer di Infinite Warfare è costituita dal crafting delle armi. Una volta sbloccato un determinato fucile, di questo sarà possibile utilizzare la sua versione comune, rara, leggendaria o epica, a patto di averla costruita con dei pezzi di ricambio o averla trovata nei bauli acquistabili tramite una valuta a forma di chiave. Entrambe le monete di scambio possono essere trovate giocando partite sia in modalità zombie sia in quella multiplayer, ma anche spendendo soldi veri e propri. I potenziamenti delle armi, infatti, sono in grado di fornire dei miglioramenti paragonabili a quelli dell’equipaggiamento aggiuntivo, senza il bisogno di occupare uno slot destinabile ad altro. Un elemento che di certo non rende bravi i giocatori inesperti, ma a parità di esperienza favorisce decisamente quelli meglio equipaggiati. Da segnalare, tra le introduzioni inedite, anche le Team Missions: missioni di squadra che prevedono determinati obiettivi secondari all'interno dei match multiplayer. Procedendo nel gioco e acquisendo esperienza e livelli si possono scegliere fino a quattro fazioni per cui parteggiare e a cui destinare i propri sforzi. Più missioni si archiviano con successo, più bonus si possono ottenere.

 

Per quanto riguarda l’aspetto puramente estetico, il lavoro svolto per gli effetti di contorno come quelli particellari e illuminazione dinamica è davvero di ottimo livello. Di fattura eccellente anche l’animazione dei personaggi e i loro modelli, davvero inattaccabili tanto nelle sequenze in CGI che nelle fasi realizzate con il motore di gioco. Lo stacco c’è e si vede, ma non per questo la qualità generale dell’opera risulta essere compromessa. Anche il comparto audio è davvero ben curato, in particolare nelle sequenze spaziali dove si rinuncia ad un più realistico silenzio in favore di rumori ovattati per non perdersi momenti salienti della battaglia. Buona anche la colonna sonora, che comprende alcuni brani anni ’80 nella modalità Zombie, ma che non spicca per le musiche durante la campagna. Tirando le somme, questo Call of Duty Infinite Warfare non è affatto un brutto gioco, di certo non è un titolo come i fan di vecchia data si aspettano, ma questo voler stravolgere un po’ le carte in tavola sullo scenario sicuramente piacerà a molte persone. Peccato per il comparto multiplayer che di fondo non aggiunge nulla di nuovo se non nell’estetica e che propone il solito CoD che da anni domina il mercato. Intelligente l’idea di poter acquistare il titolo in coppia con l’edizione rimasterizzata di Modern Warfare. Insomma, a parere nostro, questo infinite warfare vale sicuramente la pena di essere giocato, ma conviene sicuramente acquistare l’edizione contenente entrambi i titoli per passare molte più ore di divertimento su due wargame diametralmente opposti. 

 

GIUDIZIO GLOBALE:


Grafica: 9

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

 

VOTO FINALE: 8,5

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