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Di Andrea Barbi
“Il ProntoS occorso dell'Ospedale di Mirandola fa parte del Dipartimento Interaziendale di Emergenza-Urgenza (DIEU). Obiettivo principale del DIEU è assicurare un’assistenza tempestiva ed efficace al paziente in caso di emergenza-urgenza, sul territorio come in Ospedale. Questo avviene attraverso percorsi assistenziali altamente integrati fra tutte le componenti provinciali del sistema. L’impiego coordinato e sinergico delle professionalità è volto ad ottenere la migliore valutazione, stabilizzazione delle funzioni vitali e terapia possibili…”
Questo è quanto si legge sul sito internet dell’Ausl di Modena riguardo la struttura di Mirandola. Da diversi anni, purtroppo la situazione reale non corrisponde affatto a questa descrizione. l pronto soccorso del locale ospedale, infatti, è spesso al collasso; le persone non in gravissime condizioni (codice rosso) sono costrette ad aspettare per tantissime ore in piedi, di essere visitate e il numero di ambulanze non è affatto sufficiente per coprire il bisogno in un territorio molto vasto. L’ultimo caso, che risale a qualche giorno fa, è riuscito a suscitare un po’ di clamore tra la cittadinanza che ormai è abituata al disservizio, ma è soltanto l’ultimo di una lunga serie di episodi simili.
Dopo svariate ore di attesa, nessun mezzo è stato reperito per un malato oncologico che è stato costretto a firmare l’uscita dal pronto soccorso del comune nella bassa modenese, farsi portare in auto da un parente a Modena (40km di distanza) e riaccreditarsi nel pronto soccorso del Policlinico del capoluogo di provincia.
Questo è quanto è successo ad un signore mirandolese 54enne, da diversi anni in cura per un tumore al polmone che si è presentato, a causa di un malore, al p.s. dell’ospedale Santa Maria Bianca dove ha ricevuto le prime cure. I medici avevano la necessità di svolgere un esame del sangue particolare e quindi hanno chiesto alla centrale operativa di inviare un mezzo per prelevare il campione di sangue e portarlo a Modena per i test di laboratorio. Purtroppo, per l’ennesima volta un servizio è stato negato ad un paziente.
“Una vera e propria follia!” denuncia il consigliere comunale Antonio Platis, capogruppo Forza Italia nel comune di Mirandola. “Da oltre un anno abbiamo chiesto ad Ausl e Sindaco di stipulare una nuova convenzione con le varie associazioni e rafforzare il servizio di ambulanza intraospedaliera, invece non hanno fatto niente. Anzi, una cosa l’hanno fatta – osserva Platis – Hanno vietato agli operatori di Mirandola di chiamare un taxi locale per effettuare o le consegne delle provette ai laboratori di Baggiovara o per prelevare a Modena del sangue urgente per il Santa Maria Bianca. Questo – rincara il consigliere – non è un problema da poco perché non permette ai professionisti di poter svolgere il loro lavoro in modo completo ed efficace. Non solo. Agli occhi del paziente, non è concepibile non poter fare un esame del sangue. Urge – chiosa il consigliere azzurro – una convenzione con le Pubbliche Assistenze e un nuovo coordinamento dei servizi interni quali (trasporto sangue, esami urgenti, …). L’abbiamo chiesto a gran voce migliaia di volte ed era nella lunga fila degli impegni presi dal sindaco di Mirandola Maino Benatti (PD) per l’Ospedale di Mirandola, ma la situazione è la stessa da oltre un anno. Pensate – denuncia ancora Platis – che pochissimi giorni fa al Pronto Soccorso c’era un mio conoscente che, assieme ad altri due infortunati, è stato per diverse ore in barella. Tre barelle occupate nonostante i pazienti fossero stati dimessi dai medici del PS! Come è possibile? Erano tre casi di fratture e la prescrizione era quella di non alzarsi assolutamente in piedi. Purtroppo – nonostante avesse chiamato tutte le Pubbliche Assistenze da Modena a Bologna – nessuna era libera. Il servizio di ambulanza intraospedaliero, invece, può trasportare sangue e pazienti, ma non quelli con le dimissioni. Morale, uno ha trovato un amico che l’ha caricato alla “bene meglio”, uno si è spazientito ed è andato via seduto e non coricato in barella come prescritto dai medici e l’altro ha aspettato le 20, cambio di turno dei volontari, per essere accompagnato a casa (era entrato in PS nove ore prima!). Quest’anno il Pronto Soccorso di Mirandola si avvia a sfondare la quota di 25.000 accessi e nel 2015 sono state quasi 3.000 le persone che si sono fermate nell’OBI, letti di osservazione breve in PS. Vista la mole di lavoro e, soprattutto, l’importante ruolo svolto a copertura dei 90.000 residenti dell’Area Nord della provincia di Modena, la politica e l’Ausl devono dare risposte chiare e precise in merito. All’ultima conferenza dei Capigruppi con il direttore Annichiarico ci siamo lasciati con l’impegno di avere tutti i dati sull’attività, sugli accessi, sulle criticità e sul personale. Oggi credo che questo confronto sia più urgente che mai. Sui due casi – conclude Platis – sarà presentata una specifica interrogazione”.
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