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Editoriali

"Io amo l'Italia", Magdi Cristiano Allam: “Serve uno scossone forte dal basso”

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Tempo di lettura 2 minutiL'intervista in esclusiva per L'Osservatore d'Italia

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di Roberto Ragone

"IO AMO L'ITALIA"  era il nome del Movimento politico che Magdi Cristiano Allam aveva fondato anni addietro. Una bella iniziativa, specialmente da parte di chi italiano di nascita non è, ma naturalizzato. Una bella iniziativa che purtroppo ha dovuto essere messa da parte. Ma l'amore di Magdi per l'Italia, sua patria di adozione, continua e sempre più si concretizza nella sua attività di giornalista e scrittore. Oggi Magdi Allam gira per l'Italia, presentando le sue pubblicazioni e tenendo conferenze, il cui tema è sempre quello che l'amore per la nostra nazione gli detta. Magdi spazia fra  i poteri forti, tra i quali oggi  troviamo anche la chiesa cattolica e un Papa gesuita, e la politica. Lui è per il NO al referendum, come potrà vedere chi vorrà andare sul suo sito Internet. L'abbiamo raggiunto fra un trasferimento e l'altro, fra una conferenza e l'altra, e ci ha concesso questa breve intervista, che vi proponiamo.

Ho letto da qualche parte che, dopo esserti convertito al cattolicesimo, pare che tu abbia fatto marcia indietro, come mai?
Per la verità, io ho sempre espresso, anche prima del mio battesimo, la mia perplessità nei confronti dell’atteggiamento della chiesa, che, a partire dal 1966, con il documento ‘Nostra Aetate’, di fatto legittima l’Islam come religione vera, di pari valore del Cristianesimo e dell’Ebraismo, e ritenendo che Allah e Dio Padre siano la stessa cosa, concependo che Maometto sia stato un profeta autentico, senza evidenziare la profonda divergenza e il profondo contrasto con Gesù, così come non si entra nel merito dei contenuti del Corano. Tutto questo io l’ho sempre detto, l’ho accentuato, nel momento in cui con papa Francesco questa legittimazione dell’Islam è diventata più forte, culminando, lo scorso 31 luglio, con gli imam che sono stati invitati a salire sull’altare, e dall’altare a recitare i versetti del Corano in arabo, cosa che non è mai accaduta in millequattrocento anni di storia dei rapporti fra il Cristianesimo e l’Islam. Così come sono critico nei confronti dell’enfasi posta da papa Francesco riguardo all’accoglienza, considerando che la stragrande maggioranza di quelli che … [continua]

[ESTRATTO DALL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA VIRTUAL PAPER – PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO CLICCARE QUI PER APRIRE L'EDIZIONE DEL GIORNALE E ANDARE A PAGINA 7]

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