Mafia nigeriana, tra le più pericolose organizzazioni criminali presenti in Italia [seconda puntata]: la degenerazione delle confraternite in organizzazioni criminali
Proseguiamo il viaggio sulla mafia nigeriana dopo aver visto, nel corso della puntata precedente, quelle che sono le radici, che si affondano nella religione Voodoo tutt’oggi ancora diffusissima tra le popolazioni di quel tratto di costa africana che si affaccia sul Golfo di Guinea, meglio noto con il nome di “Costa degli Schiavi”.
Tradizioni, usanze e riti, in particolar modo legati al Voodoo, presi a prestito dalle varie organizzazioni criminali nigeriane per iniziare i nuovi adepti.
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Organizzazioni la cui origine va ricercata in quella che rappresenta una vera e propria degenerazione delle confraternite (cults), che fin dagli anni 50 erano state fondate, sul modello di quelle americane, nelle università della regione del Delta del fiume Niger il cui scopo iniziale era quello di diffondere messaggi di pace e di rispetto, condannando qualsiasi azione e forma di razzismo e di apartheid. Ma in tempi molto brevi queste confraternite si sono trasformate in veri e propri clan criminali che si sono espansi anche al di fuori dei confini delle stesse Università.
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La prima confraternita censita fu quella che prese il nome di PYRATES, poi a seguito di scissioni nacquero i SEA DOGS e i BUCCANEERS che a loro volta diedero vita al NEO BLACK MOVIMENT OF AFRICA trasformatosi a sua volta in BLACK AXE CONFRATERNITY. E poi a seguito di altre scissioni prese origine la EIYE CONFRATERNITY. E in questo microcosmo di confraternite ricordiamo anche la SUPREME VIKINGS CONFRATERNITY fondata nel 1984 da un ex-membro della confraternita dei BUCCANEERS.
Con il passare del tempo le confraternite uscirono dal mondo universitario acquisendo sempre maggior forza e potere imponendo le proprie regole anche con l’uso della violenza, riuscendo, in breve tempo, anche ad infiltrare il mondo economico, politico e sociale del Paese.
Acquisita ormai una vera e propria connotazione criminale, le varie confraternite hanno dimostrato sin da subito la capacità di fare affari con altre consorterie al di fuori della Nigeria, espandendosi all’estero, in quasi tutti i Paesi europei, in Italia, nel Nord e nel Sud America, in Giappone e in Sud Africa.
La criminalità nigeriana si è dunque sviluppata al di fuori dei propri confini, sfruttando i flussi migratori. La documentazione giudiziaria ed informativa degli ultimi anni evidenzia gli ampi margini di operatività dei
sodalizi nigeriani attivi in Italia, dal traffico internazionale e lo spaccio al minuto di sostanze stupefacenti alle estorsioni soprattutto in danno di cittadini africani gestori di attività commerciali, all’induzione ed allo sfruttamento della prostituzione, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, alla falsificazione di documenti, alla contraffazione monetaria, alla tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù, alle truffe e frodi informatiche, ai reati contro la persona e contro il patrimonio.